La “Legge è Legge” ma Manuel Valls, il Ministro dell’Interno francese, dovrebbe mettere un freno ai suoi metodi ed anche ai suoi propositi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’espulsione di una ragazzina kosovara di 15 anni assieme alla sua famiglia che aveva finito i ricorsi per la domanda di regolarizzazione per risiedere sul suolo francese. Mancava poco ai cinque anni di presenza in Francia e di tre anni di scolarità, ma mancavano, e così una famiglia Kosovara con sei figli è stata rimandata a Mitrovica.
La Legge è Legge ma Leonarda, è stata fermata e prelevata dalla PAF – la Polizia dell’Aria e delle Frontiere – durante una gita scolastica. Secondo le testimonianze degli insegnanti, un poliziotto avrebbe chiamato il professore che li accompagnava chiedendogli di far fermare subito l’autobus che trasportava la scolaresca perché “doveva recuperare immediatamente un’allieva in situazione irregolare: Leonarda Dibrani per farle raggiungere la sua famiglia ed essere espulsa con sua mamma, fratelli e sorelle”.
Il problema nasce non tanto nel fatto in sé ma nel metodo. Lo stesso Ministro dell’Istruzione, Vincent Peillon, è stato fra i primi a protestare chiedendo la sacralizzazione dell’ambiente scolastico. Leonarda è stata infatti fermata durante una gita scolastica il che equivale a dire che è stata fermata durante le ore di corso. Ogni volta che un fatto del genere si è verificato la Francia ha levato gli scudi. Da Mitrovica, Leonarda chiede di poter tornare in Francia e di andare a scuola. Prova vergogna la ragazzina portata via dalla polizia davanti ai suoi compagni ma vergogna dovrebbe provarla chi ha dato l’ordine di prelevarla in quel modo.
Il Ministro Valls ha annunciato un’inchiesta amministrativa per verificare che la richiesta di espulsione emessa dal Prefetto del dipartimento del Doubs sia stata applicata regolarmente. Un annuncio che sembra più un’azione a difesa di sé stesso poiché Valls, dalla presa delle sue funzioni, non ha mai smesso di animare polemiche e proteste, soprattutto sulla questione dei Rom.
Valls piace sempre meno alla sua sinistra ed ha sempre più i favori del centrodestra per non spingersi più in là. I suoi metodi sulla distruzione dei campi Rom per ragioni “sanitarie” prima ancora di vagliare le soluzioni possibili per il rialloggio delle popolazioni nomadi non piacciono se non ad una fascia della società. Sebbene sia comprensibile il fastidio vissuto in alcune zone dove la popolazione stabile deve convivere con accampamenti allo sbando, non si deve dimenticare che esistono leggi, quali la Legge Besson, che prevedono la messa a disposizione di aree per i nomadi che avrebbero così accesso a servizi sociali ed i cui bambini potrebbero andare a scuola senza difficoltà. Ogni volta che un campo Rom viene raso al suolo, i ragazzini si trovano allo stato brado e senza scuola. Certo che anche la popolazione Rom conta una percentuale di delinquenza ma questo come le altre, l’appartenenza a una comunità non può e non deve essere discriminatoria.
Bell’esempio ha dato proprio Manuel Valls quando ha dichiarato che i Rom sono “popolazioni dai modi di vita estremamente diversi dai nostri e che sono con tutta evidenza in opposizione”, “La vocazione dei Rom è di tornare in Romania o in Bulgaria”, “Io aiuto i francesi contro queste popolazioni e queste popolazioni contro i francesi”. Una perfetta stigmatizzazione, una di quelle che si vorrebbe dimenticare. E poi ci si meraviglia se certi abitanti decidono di agire da soli dando fuoco ad accampamenti e bruciando roulotte che ospitavano anche donne e bambini in tenera età. Per fortuna i propositi del Ministro dell’Interno hanno provocato vive proteste da parte di associazioni come “SOS Racisme”. Per fortuna Valls ha scatenato proteste anche da parte dei suoi colleghi del PS che, dopo l’espulsione di Leonarda sono aumentate.
Chiaro il commento di Claude Bartolone, presidente del PS in Parlamento: “Esiste la Legge. Ma ci sono altri valori sui quali la sinistra non può transigere o perderebbe la propria anima”.
Luisa Pace
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