–Roma, 03 Ott– A pochi giorni dalla tragedia di Ragusa, nella quale hanno perso la vita tredici migranti, oggi, ancora una volta, Lampedusa si ammanta di dolore. E’nostro compito occuparci della situazione. Il silenzio pubblico e politico, non quello del rispetto ma quello dell’indifferenza, non deve rischiare di esistere.
Oggi risultano ancora centinaia di persone in mare e già si registrano sessantadue i vittime. Ieri notte l’ennesimo barcone della morte trasportava circa cinquecento persone, fra loro trenta bambini e tre donne incinte.
Ribadisco come ho sempre fatto in questi mesi che bisogna dare un segnale determinato e netto al tema dell’immigrazione, tante continuano ad essere le vittime che in poco tempo hanno raggiunto cifre spaventose. E non possiamo lasciare i pescatori di Lampedusa sempre pronti con coraggio e grande altruismo, ma in balìa del pericolo, a soccorrere i naufraghi in arrivo nelle
nostre coste.
Signori del Governo, Ministro Kyenge, Presidente Letta mi appello alla vostra volontà di uomini delle Istituzioni, che ben possono interpretare e frenare questo fenomeno. Oggi più che mai la presenza dello Stato deve farsi sentire, la presenza dello Stato e della politica deve porre la questione immigrazione di questa parte del Mediterraneo sul tavolo dell’Europa a gran voce, senza timori e lungaggini burocratiche.
Il sindaco di Lampedusa Nicolini parla di “orrore continuo”, è uno strazio. Abbiamo davanti tragedie immani. Bisogna soccorrere i naufraghi e fermare i trafficanti di morte che sfruttano la speranza dei poveri, dobbiamo cancellare la Bossi- Fini, dobbiamo collaborare maggiormente con Malta. Quante volte ancora dobbiamo assistere, impotenti, al terrificante spettacolo di chi cerca
speranza ma perde la vita? Si tratta ormai di un problema gravissimo che va posto come priorità di questo Governo.