L’altro giorno mi trovavo dai Carabinieri. Non come arrestato, come qualcuno spererebbe. Dovevo fare una denuncia. Peraltro auguro all’ignoto “denunciato” di dover un giorno restituire ingenti somme di denaro, alle persone sbagliate e non poterlo fare. Ma chiudo qui la mia questione personale, visto che mi rendo conto che mi genera diplomatica e britannica acredine.
Mentre aspettavo il mio turno per entrare, mi cade l’occhio sulle riviste a disposizione. Tralascio immediatamente quelle di gossip, ma proprio per logica. Non comprendo perchè io mi dovrei preoccupare se la Hunziker va di corpo e, viceversa, la Hunziker non ha la minima cura delle mie stipsi, invece. Non mi chiama e non si informa. Bella cafona.
Vado a leggere un settimanale, di quelli in cui si dice che stanno martirizzando Berlusconi e lo stanno crocifiggendo. A parte che credo ci voglia una croce xxl se proprio si vuole attuare il progetto, leggo nel dettaglio il parere di un grande economista, che dichiara: “volendolo condannare a tutti I costi, si capisce perchè gli industriali stranieri non investono in Italia, troppo potere giudiziario”.
Io mi chiedo: ma se uno investe in Italia e si comporta onestamente, perchè dovrebbe temere il potere giudiziario?
Rimarrà senza risposta, lo so.
Continuo a sfogliare e leggo che Raffaele Sollecito, imputato per l’omicidio di Meredith Kercher, ha fondato una onlus. Non per scopi nobili, chiede alle persone di finanziare le sue spese legali. Non può più permettersi un avvocato. In pratica chi versa qualcosa investe sulla sua innocenza. Io non so se sia innocente o colpevole, so che questa onlus è tra le più surreali che abbia mai visto. Se permettete preferirei finanziare una setta che aspetta di essere prelevata dai marziani, così a pelle. Mi sembra indecente. Non lo fanno gli operai sul lastrico, che non chiedono nemmeno la carità. Ma dimentico sempre che la dignità è inversamente proporzionale alla fascia di reddito che si occupa, a volte. Non sempre.
La giornata si chiude degnamente ascoltando la vicenda di Guido Barilla, il suo annuncio che non farà mai spot con I gay fa il giro del mondo, non intendo entrare in merito alla vicenda nei suoi pruriti morali, anche perchè Clint Eastwood diceva che le opinioni sono come le palle, ognuno ha le sue. In più tra social network e mass media, se ne è parlato talmente tanto che ormai sa di minestra riscaldata. Per restare in tema di pasta.
Tuttavia un dubbio mi sfiora, che questo sia il nuovo modo di comunicare. Di farsi pubblicità. Le nostre menti sono ormai abituate a soggetti che compiono atti efferati e poi chiedono scusa.
Ci commuoviamo di fronte alla contrizione. Crediamo alla buona fede di Alex Schwazer, che da Maria De Filippi si scusa, per aver tradito la buona fede di chi faceva il tifo per lui alle olimpiadi imbottendosi di doping e marciando come un canguro infoiato, fa tenerezza. Perchè non dovremmo credere a Guido Barilla che si scusa per la gaffe?
Intanto ne parliamo, come me adesso, il suo marchio è citato, lui si è scusato e adesso lo perdoneremo, dandogli altre fette di mercato, che erano riservate a chi, magari, questo gioco del “prima colpisco e poi mi scuso”, non lo conosceva.
Sono I nuovi furbi, in tutte e tre le storielle, fanno male come I vecchi, ma poi si pentono. Chissà, magari anche quello che ho denunciato io, un giorno capirà il male che ha fatto. Non solo a me. Ma, come diceva l’oste del film “Irma la dolce”, questa è un’altra storia.