Dopo aver fatto fuori l’Italia nel corso crisi libica, dopo averla eliminata nei rapporti commerciali con l’India, la Francia fa la parte del leone nella crisi siriana, spezzando il cordone ombelicale che lega Londra a Washington.
Gioco facile a causa delle perplessità inglesi in merito all’ attacco militare contro Damasco, che hanno portato il Segretario di Stato degli Stati Uniti, John Kerry, a definire la Francia come il “più antico alleato” degli Stati Uniti.
Non un cenno all’Inghilterra che da decenni rappresenta in Europa il più fido alleato americano.
Una relazione speciale che oggi sembra dover subire gli effetti di una mancata convergenza sulla necessità nell’immediato di un intervento militare in Siria.
Perplessità avanzate anche da parte degli italiani che non spingono nella direzione voluta dal governo statunitense.
Secondo il “The Sun”, che ha pubblicato un “avviso di morte del rapporto speciale” che collega Londra e Washington, “il funerale si terrà all’Ambasciata di Francia” di Londra.
“Gli Stati Uniti snobbano la Gran Bretagna e fanno amicizia con i francesi”, scrive il “Daily Mail”, nel riportare la notizia evidenziata dalla più importanti testate inglesi ed internazionali.
La nuova linea politica francese, dopo l’opposizione all’invasione anglo-americana dell’Iraq nel 2003 che portò gli Stati Uniti ad atteggiamenti critici nei confronti della Francia, sembra destinata a rafforzare e consolidare un’alleanza franco-statunitense in politica estera, strategie militari e controllo delle fonti energetiche.
Alleanza che, dopo gli accordi tra Berlusconi, Putin e Gheddafi, è ormai morta da tempo con l’Italia. Tanto da aver consegnato all’Italia un ruolo del tutto marginale nel corso della guerra in Libia, nonostante l’utilizzo delle nostre basi e la partecipazione di forze militari italiane.
Un impegno che, a parere di molti, sarebbe avvenuto in violazione della Costituzione italiana.
Ovviamente non si può neppure ipotizzare che l’Inghilterra nei rapporti con gli Stati Uniti possa seguire a ruota le sorti dell’Italia.
Ciò non toglie il fatto che in questo momento gli americani contino più sull’alleato francese che non sugli altri paesi europei.
Un rapporto speciale che inciderà anche sulle prospettive di sviluppo economico, legato all’energia e alle forniture militari, della Francia.
Il “The Times” analizzando le prospettive di nuovi accordi e le parole pronunciate da John Kerry, non manca di far notare come la promessa di Francois Hollande che non resterà “impunito” l’attacco chimico del 21 agosto attribuito a Bashar al-Assad, abbia creato una “una questione di costernazione nazionale e di vergogna” in Inghilterra, visto che il presidente francese ha potuto esprimere un’opinione “lucida e fiera”, mentre “il primo ministro britannico si è limitato ad assicurare che non avrebbe fatto nulla”.
Un “nulla” che riporta alla mente le parole di Ponzio Pilato e più di recente – come nel caso della Libia – quelle del governo italiano. Salvo poi l’aver dovuto subire le scelte operate da altri e le umiliazione alle quali si è visto costretto l’ex presidente Silvio Berlusconi.
“Questo non è un concorso di bellezza con la Francia”, ha commentato l’ex ambasciatore della Gran Bretagna negli Stati Uniti Nigel Sheinwald alla BBC. “Quello che è interessante è che in Siria, come in Libia, gli europei, i francesi e gli inglesi, hanno cercato di spingere gli Stati Uniti a prendere una posizione più attiva”.
Sarà anche come sostenuto dal diplomatico britannico, ma difficilmente si potrà smentire che la parte del leone in questa vicenda – ricca di incognite e dai risultati ancora imprevedibili – ad oggi la sta facendo Hollande.
Gian J. Morici
La Russia di Putin non si è venduta all’Arabia saudita per i 15 miliardi di Dollari offertile dal principe Bandar Sultan.
La Francia di Hollande si è venduta per 1 miliardo di Euro. http://www.voltairenet.org/article179960.html
Ecco le proporzioni.