Ognuno di noi , durante la vita si è sentito dire questa frase, nelle situazioni più disparate .. “è solo questione di punti di vista-.”
Solitamente, secondo la mia esperienza, e riferendomi anche a tutte quelle volte che sono stata io ad usarla, viene utilizzata per far riferimento ad una differenza e per sottolinearla . Si potrebbe tranquillamente dire “ la penso in modo diverso”, ma ci piace meno.
Con “punto di vista “ evidenziamo il fatto che ciò che io penso di un dato argomento politico,sociale,religioso o anche riguardante ogni episodio della vita, è visto da un’altra prospettiva. Un po’ come se guardassiamo ad esempio una meravigliosa foto del mare con due soggetti al centro e dei gabbiani che volano all’orizzonte; qualcuno noterà subito i due ragazzi al centro, magari li commenterà; qualcuno , invece, indicherà il gabbiano; qualcuno esordirà dicendo che la foto è troppo scura e che i soggetti sono presi troppo da vicino… insomma.. questione di punti di vista.
Troppo spesso, però ho detto queste parole in modo sbagliato ed anche un po’ infantile. Nelle discussioni politiche, per esempio, spesso le ho dette per troncare una conversazione perchè non riuscivo a capire, ad interpretare ciò che l’altro volevo dirmi. E’ un bell’alibi poter troncare una conversazione così “ questione di punti di vista” magari detto anche con una certa superiorità e superbia ( che odio, solitamente, anche perchè non mi appartiene) . Così facendo non si da modo all’altro di spiegarsi, di chiarire la sua posizione. Anzi la infanghiamo, facendogli credere che sia un po’ stupida o comunque poco importante.
Ma al di là della politica, o di altre questioni talvolta anche più grandi di noi.. E’ nelle esperienze di tutti i giorni, durante un litigio, nei rapporti della mia piccola rete sociale.. che questi punti di vista mi hanno un po’ offuscato la mente..
Il “problema” – se così vogliamo chiamarlo- è che quando crediamo o ci convinciamo di un ‘idea ben chiara e precisa- questa cresce dentro di noi . Ci avvolge completamente e ci spinge ad agire in un modo pittosto che in un altro. Ci mostra solo ciò che vuole – e solitamente cose negative e che distruggono la nostra autostima, rare volte la accrescono, diciamo pure mai- il nostro cervello capta informazioni in base alla nostra idea , e per quanto vera , stupida , brutta , impossibile sia.. condiziona la nostra vita e le nostre scelte. Ci crediamo talvolta dei grandi furbi- crediamo di aver capito tutto prima ancora che quel tutto sia accaduto , crediamo di aver la situazione sotto controllo e di poter reggere un confronto- tanto la nostra idea è la migliore e non potrà essere distrutta da niente.
Troppo tardi – e quasi mai- diciamo “ ho sbagliato”.
Ma perchè è sbagliato che un ‘idea si fossilizzi dentro di noi? No, quello no.(- o almeno non tutte le idee ..) Io mi riferisco alle idee legate alle nostre relazioni sociali, o almeno ai nostri affetti più importanti , amicizia, amore, famiglia . Queste idee ci invadono la mente quando ci sentiamo – e siamo stati- traditi o abbandonati da qualcuno. Soprattutto quando arriviamo alla famosa “ resa dei conti” ( e se non ci arriviamo è perchè siamo dei codardi). A quel momento in cui bisonga guardarsi occhi negli occhi e raccontarsi reciprocamente quello che è successo, per quanto possa essere doloroso da sentire e da dire.
E’ un momento così bello e delicato, così difficile da affrontare – perchè vuol dire mettersi di fronte alle proprie debolezze e ai propri interrogativi e anche davanti ad un altro, dannato punto di vista-.
A me va sempre in tilt la testa- quelle poche volte che riesco ad affrontare una conversazione senza piangere o mortificarmi per quello che mi viene detto ( ..argh! Sono permalosa , troppo-). Mi verrebbe voglia di spiegarmi, di dire mille cose e motivarle con un ragionamento ben strutturato ma alla resa dei conti.. “E’ questione di punti di vista!” è più facile da usare..
Forse capisco perchè.
Noi viviamo le nostre piccole vite nelle nostre piccole case con i nostri affetti e ci circondiamo di persone che ci amano- e facciamo esperienze ed attraverso queste conosciamo il mondo, noi stessi e gli altri..Ed anche il lato negativo di noi stessi, del mondo, degli altri.. Attraverso i distacchi, gli addi, i litigi capiamo che gli altri possono avere idee diverse dalle nostre e che anche queste ci arricchiscono.
Quando scegliamo di dividerci da qualcuno che per tanto tempo è stato accanto a noi dobbiamo-devo- imparare a decentrarmi (questa parola mi fa quasi paura- mi dà la sensazione di non avere più equilibrio). Cioè ad uscire dal mio centro e dalle mie idee alimentate dal mio ego, dal rancore, dalla rabbia e , per un attimo mettere tutto da parte. Cercando di capire la persona che hai davanti.
E dobbiamo imparare a farlo anche perchè non ci rendiamo conto che noi non siamo sempre i protagonisti delle vicende che ci accadono. Siamo spesso in un racconto che lega altre persone che si sentono nel loro piccolo altrettanto protagoniste. E che hanno altre idee che li hanno avvolti, altri sentimenti che rivolgono verso di noi, e che sentono il bisogno di decentrarsi e di capire.. anche se spesso non lo ammettono, perchè a tutti piace essere protagonista. Non vittima , non carnefice – o vittima o carnefice- ma comunque protagonista.