Quello della rassegnazione è il segnale di un male che non può più essere ignorato. La rassegnazione sta uccidendo la speranza nel futuro di una città che andrebbe vissuta,amata e curata.come un’antica Dea. Per questo servono risposte forti, una trasparenza totale della cosa pubblica,una ricostruzione di una barriera etica, che convinca alla legalità che sappia fare del no alla corruzione, un valore imprescindibile.
Il Presidente Napolitano, nel discorso che ha inaugurato la sua seconda presidenza, ha ammonito la classe politica a evitare “l’autoindulgenza” dei corresponsabili del diffondersi della corruzione nelle diverse sfere della politica e dell’amministrazione, ma nemmeno i responsabili di tanti nulla di fatto nel campo delle riforme”.
L’autoassoluzione dei potenti però non deve nemmeno diventare l’alibi per la rassegnazione dei cittadini. Perché la corruzione può essere sconfitta. Basta punire fortemente i responsabili. Basta rendere totale la trasparenza della pubblica amministrazione. E riscoprire l’orgoglio dell’onestà.
Negli ultimi anni ho incontrato e incontro molte persone. Tutti partono da una condizione di avvilimento, ma tutti sono pronti a riattivarsi e hanno bisogno di capire che è possibile reagire. Se la metà di loro applicasse nel quotidiano quei comportamenti di rispetto delle regole, dell’altro e della collettività, potremmo cominciare a uscire dall’alibi che la corruzione non possa essere combattuta.
Chi legge oggi le cronache dei fatti di corruzione si è dimenticato di quelle di un mese fa. Oggi il Sindaco Tizio ,fa dimenticare il Sindaco Caio e tutto ciò non promuove un momento di riflessione. Viviamo queste esperienze in modo emozionale e non come strumento per far sì che questi episodi non si verifichino più in futuro.
Nel frattempo i responsabili forse sono a cenare al ristorante di “grido”.La loro vita è leggermente “stropicciata” mentre le nostre sono inesorabilmente “strappate”. Nelle logiche di questa città, va bene così,va tutto sempre bene così. Non è successo niente.
Diceva Rita Levi-Montalcini “Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella “zona grigia” in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva”.Aggiungo: “La rassegnazione è un suicidio quotidiano dell’anima”.
Aldo Mucci