“L’intesa raggiunta tra i leader del G8 sullo scambio di informazioni fra giurisdizioni per la lotta al riciclaggio, all’evasione e all’elusione fiscale rappresenta un importante passo avanti – in linea con le proposte della Commissione Crim – verso un auspicabile modello standard globale che renderà più facile per i governi contrastare i paradisi fiscali, scovare e punire gli evasori e ristabilire l’equità fiscale” ha dichiarato l’On. Salvatore Iacolino, Relatore permanente della Commissione speciale per la lotta contro la criminalità organizzata, nel corso dell’intervento in Crim per illustrare il suo Rapporto finale su criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio.
Il tema della crescita – strategico per l’Europa e in particolare per l’Italia – impone azioni concrete che devono essere rappresentate da misure urgenti e specifiche e dal contrasto netto ai paradisi fiscali e alla piaga dell’evasione che sottrae alle finanze pubbliche degli Stati risorse destinate ai servizi e al lavoro (600 miliardi di euro in soli 5 Stati membri – Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna e Italia).
In questa direzione la strada che il Parlamento Europeo ha anticipato va verso la definizione di una disciplina fiscale omogenea a livello europeo quale conquista per l’Europa, i suoi cittadini e le imprese: il contrasto efficace a frode, evasione e riciclaggio di denaro consentirebbe di recuperare risorse importanti da destinare alla crescita e allo sviluppo economico con un piano europeo per la formazione e l’occupazione giovanile.
Con le misure che abbiamo previsto – continua Iacolino – è assicurata la tracciabilità dei flussi finanziari sospetti, eliminata la segretezza bancaria e rafforzato lo scambio automatico ed immediato delle informazioni fra gli Stati membri con il concorso di banche e categorie professionali.
Nel contesto di una drammatica crisi economica – conclude Iacolino – combattere riciclaggio, frode ed evasione fiscale risulta essenziale per garantire equità fiscale e sociale e favorisce competitività, crescita e posti di lavoro in UE”