Venerdì 24 maggio alle ore 9,30 presso il Teatro della Posta Vecchia le alunne che hanno frequentato il Laboratorio teatrale e il Laboratorio di lettura del nostro Istituto metteranno in scena “ Antigone ritorna” dai testi di Sofocle, Bertolt Brecht, e Jean Anouilh con la regia e la drammaturgia della prof.ssa Lia Rocco.
La messinscena è il risultato finale di una lunga attività laboratoriale e, come ogni anno, coincide con le attività legate al progetto “ Per non dimenticare” in ricordo dei giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, di don Pino Puglisi e di tutti gli uomini e le donne che sono morti per liberare la nostra terra dal ricatto mafioso.
Antigone ritorna..
Ritorna la sua determinata volontà di seppellire il corpo del fratello.
Ritorna il suo gesto di sfida nei confronti del potere assoluto di Creonte.
Ritorna il suo ergersi, sola, contro le leggi inique dello Stato a difesa della moralità dell’individuo.
I casi Antigone si moltiplicano a ridosso della nostra epoca.
Si moltiplicano quando i confitti esplodono e generano vincitori e vinti (ma la povera gente sta sempre dalla parte dei vinti).
Nel 1943, i tedeschi invasero il villaggio di Kalavitra nel Peloponneso. Rastrellarono e uccisero tutti gli uomini. Le donne del villaggio, trasgredendo agli ordini ufficiali e mettendo a repentaglio la propria vita si recarono in massa a piangere e a seppellire i loro morti.
Nella cupa Berlino hitleriana un gruppo di donne ariane sostò per giorni davanti la Cancelleria per riavere i propri mariti incarcerati solo perché ebrei.
Passano sui nostri teleschermi, immagini di mani nude che scavano e sollevano sudari alla ri-cerca di un corpo caro da piangere e da seppellire con amore.
C’è ancora bisogno che Antigone ritorni visto che Creonte continua a ritornare.
Quanti Creonti governano le Città in questi nostri giorni? Rappresentanti di un potere malato, capaci solo di utilizzare la forza del potere e del denaro per darsi e farsi ragione, per opprimere, spa-ventare, comprare e così costringere al silenzio la massa di uomini e donne che ha solo paura.
Ascoltiamo Antigone che, rivolta ai cittadini di Tebe, grida al suo Creonte:
“…anche costoro direbbero che è giusto, se la paura non chiudesse loro la bocca.”
Mi pare che ci siano abbastanza spunti per motivare una scelta.
In un laboratorio teatrale il Testo è soprattutto un pretesto.
Un pretesto per sperimentare e far venir fuori capacità nascoste.
Anche quest’anno dedichiamo il nostro lavoro a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e Don Pino Puglisi e a tutti gli uomini e le donne che sono morti per liberare questa nostra terra dal ricatto mafioso, per strapparla a chi, per motivi economici e di potere ci vuole sordi, ciechi, tristi e soprattutto zitti.
Lia Rocco