SILVIO PERRELLA è nato a Palermo nel 1959. Dopo varie peregrinazioni geografiche tra nord e sud vive a Napoli da molti anni. Alla sua iniziazione partenopea ha dedicato “Giùnapoli” (Neri Pozza, 2006), il suo libro più spiccatamente narrativo.
Ma anche quando scrive di saggistica non dimentica di raccontare. Ne sono un esempio “Calvino” (Laterza, 1999) e “Fino a Salgareda. La scrittura nomade di Goffredo Parise” (Rizzoli, 2003). Predilige la forma critica dell’introduzione. Alcune di esse disegnano una costellazione della prosa narrativa del Novecento italiano: dalle “Scorciatoie e raccontini di Umberto Saba” (Einaudi, 2011) ad “Anna e Bruno e altri racconti” di Romano Bilenchi (Rizzoli, 2001) fino ai “Sillabari” di Goffredo Parise.
Ha curato il meridiano Mondadori delle “Opere” di Raffaele La Capria. Ed ha varcato i confini della letteratura nazionale occupandosi di Oscar Wilde, di George Orwell e di Albert Camus. Ha scritto reportage di viaggio dedicati, tra gli altri paesi, al Brasile, alla Spagna, alla ex Jugoslavia, alla Polonia e alla Sicilia.
Per quasi un decennio si è occupato della Fondazione Premio Napoli, dando vita a un vasto movimento civile di riscoperta della città.
In questo senso tiene sul “Mattino” una rubrica intitolata “Doppio scatto”, in cui, mescolando il linguaggio della fotografia a quello della narrazione, dà notizia dei suoi viaggi urbani.
Fa parte della redazione – una vera e propria comunità intellettuale che mai dimentica i piaceri della tavola – della casa editrice siciliana Mesogea.