La Lega Nord ha provato a cavalcare l’onda della paura della gente verso il diverso, l’altro, colui che venendo da lontano e con un colore della pelle differente incarnerebbe tutti i mali del bel paese. Proprio stamane, mentre tutti ancora s’interrogano sul folle gesto di Adam Kobobo che ha ucciso a picconate Alessandro Carolè e ferito Ermanno Masini (64 anni), Daniele Carrella (20 anni) e Francesco Nitro (50 anni), in piazza Belloveso a Milano l’europarlamentare Mario Borghezio ed alcuni esponenti del Carroccio hanno provato a raccogliere delle firme contro la cittadinanza facile agli immigrati.
Nei giorni scorsi avevamo assistito ai mal di pancia della Lega Nord dinanzi la nomina del primo Ministro dell’integrazione della Repubblica Italiana “nera – come la stessa Cécile Kyenge ha preferito definirsi”, e al pronunciamento della stessa italo-congolese Kyenge a favore dello ius soli in Italia e dell’abolizione del reato di clandestinità. Pronunciamento che oltre a far gridare il “moderato” leghista Borghezio allo scandalo, spingendolo a parlare pubblicamente di “Governo del bonga bonga”, lo ha indotto ad indicare provocatoriamente e con aulico linguaggio leghista la scelta del medico italo-congolese “con l’espressione da casalinga” come una “scelta del cazzo”.
Ma il banchetto per la raccolta firme, accompagnato da uno striscione con su scritto “La cittadinanza agli immigrati porta all’invasione del Paese”, stamane in piazza Belloveso a Milano ha suscitato le reazioni contro i leghisti di un nutrito gruppo di residenti, probabilmente stanchi della spicciola demagogia dopo il folle terrore che ha investito il quartiere col volto di Kobobo che avrebbe potuto colpire chiunque. E’ stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine per pacare gli animi e riportare la calma.
Eppure, paradossalmente, sia lo ius soli che lo ius sanguinis rappresentano entrambi le necessità e le speranze dei nuovi italiani e dell’Italia del XXI secolo. Un paese demograficamente vecchio da cui i giovani, a causa della crisi e in cerca di un lavoro per un futuro migliore, emigrano verso stati più ricchi. Molti paesi del sud Italia negli ultimi anni si sono andati via via sempre più spopolando e le uniche forze vive di un rinnovamento demografico diventano proprio quegli emigrati spesso clandestini che, a causa del loro status di irregolari, non possono far altro che rivolgersi al mercato del lavoro nero che sfrutta e umilia la loro persona, uccidendo al contempo la dignità e la vita degli stessi italiani.
Per lo ius sanguins si può essere italiani a prescindere dal luogo in cui si nasce, purché uno dei genitori sia italiano o che nella famiglia di origine esista una storia italiana a cui riferirsi, mentre più di un milione di ragazzi nati in Italia da genitori stranieri, sono privi della cittadinanza italiana. Eppure questi ragazzi parlano la lingua italiana, parlano i nostri dialetti, vivono le nostre città e giocano con i nostri figli frequentando le stesse scuole. Reclamare l’apertura di un tavolo per una seria riflessione politica sul tema dello ius soli, per una legge sulla cittadinanza italiana maggiormente aderente alla realtà del momento storico odierno, è costato alla Kyenge insulti, minacce alla sua persona e distinguo tra gli appartenenti al suo stesso partito. Lo stesso premier Enrico Letta pur ammettendo che il tema dello ius soli gli sta a cuore si è visto costretto a precisare: “so che alcune di queste materie sono fuori dal discorso programmatico e so che su questi temi occorre che ci siano delle discussioni e dei dibattiti e non è detto che si possano trovare delle intese. Stessa cosa per il reato di immigrazione clandestina”.
Una cosa è la quotidianità con le sue necessità, stenti e paure, ben altra cosa l’opportunità politica che sfocia in demagogia e della quale ormai la gente sembra stanca. Stanca di subire passivamente discorsi demagogici e azioni da parte dei politici impegnati solamente a cautelare il proprio bacino elettorale. Una nuova legge sulla cittadinanza – sia essa varata da questo o da un altro governo – dovrà prevedere sia lo ius sanguinis che lo ius soli, ovvero mostrare riguardo sia verso la discendenza che la nascita sul territorio italiano, includendo anche misure graduali e di assennatezza nell’acquisizione della cittadinanza. A poche ore dai tragici fatti che hanno gettato Milano e i milanesi nel terrore, il banchetto di Borghezio in piazza Belloveso, ai residenti e ai contestatori dev’essere sembrato veramente inopportuno; proprio “una scelta del cazzo”, per utilizzare l’aulico linguaggio borgheziano.
Totò Castellana