Agrigento – Cultura antimafia. L’occasione per parlare di antimafia sociale, è stata quella nata nell’ambito del Progetto “Educazione alla Legalità ” presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico e delle Scienze Umane “R.Politi” di Agrigento, dove sabato 20/04/2013 si è tenuta la manifestazione denominata ” Venti Anni”. Un incontro dibattito ispirato al tempo trascorso dalla morte dei giudici Falcone e Borsellino e dalla venuta del Papa Giovanni Paolo II ad Agrigento.
Un’aula gremita di studenti e docenti, ai quali i relatori hanno voluto trasmettere un messaggio di speranza, invitando al contempo i ragazzi a non cercare nella vita facili scorciatoie, ribellandosi a quella cultura della raccomandazione e dei compromessi che finisce con il creare l’humus nel quale la mafia attecchisce.
Per fare antimafia non è necessario essere eroi. Basta vivere la propria quotidianità nel rispetto della legalità, facendo valere i propri diritti senza chiedere favoritismi. Piccoli gesti che finiscono con il cambiare la cultura mafiosa.
All’incontro, nella qualità di relatori, hanno preso parte il Magistrato Dott. Mosti del Tribunale di Agrigento, l’Avv. Salvatore Pennica del Foro di Agrigento, lo scrittore- giornalista Ettore Zanca, il cui libro ” Vent’ anni” è stato sottoposto all’attenzione degli alunni e il Dott. Castellino, nipote di una vittima di mafia.
I lavori sono stati curati dalla referente del progetto legalità, Professoressa Valentina Mattaliano, coadiuvata dal Professore Giuseppe Amato. Ad aprire i lavori il Dirigente scolastico Antonio Manzone.
Le stragi di Capaci e di via D’Amelio, diventate simbolo della lotta alla mafia, rappresentarono per molti lo stimolo a prendere coscienza del fenomeno mafioso. E per molti fu l’inizio di una svolta alla propria vita. Racconti-testimonianza non solo da parte dei relatori, ma particolarmente curati anche nel libro “ Vent’anni” di Ettore Zanca.
Pregevoli gli interventi dei relatori che hanno illustrato, ognuno di loro secondo le proprie competenze e il proprio punto di vista, le strategie di lotta alla mafia e i risultati ad oggi conseguiti.
Interessante il confronto tra due operatori del diritto, quali sono il Magistrato Dott. Mosti e l’Avv. Pennica, che hanno affrontato tematiche quali le garanzie processuali e l’uso di strumenti d’indagine come le intercettazioni, addivenendo entrambi alla conclusione che la mafia non è composta dal solo braccio armato dell’organizzazione criminale, bensì da una più vasta e potente zona grigia che spesso riesce ad uscire indenne dalle attività investigative. Ed è in tale direzione che è necessario convogliare gli sforzi per debellare un fenomeno molto più esteso che permea la società civile, il mondo imprenditoriale, la politica e a volte, purtroppo, le stesse istituzioni.
Linguaggi semplici di un’antimafia sociale che riconosce come per sconfiggere la mafia sia necessario sconfiggere la cultura mafiosa che permea la società.
Bisogna parlare della mafia, scuotere le coscienze, recuperare il significato di una parola che sembrava si stesse perdendo: legalità!
Ma i veri protagonisti della giornata sono stati i ragazzi. Gli studenti che hanno ascoltato per ore gli interventi, terminati i quali hanno posto ai relatori molte domande.
Se fare antimafia – come noi crediamo – significa diffondere la cultura della legalità e della giustizia, sabato al Politi è stata posta una delle pietre miliari destinate ad accompagnare la vita di quei tanti giovani che hanno assistito da co-protagonisti ad una lezione antimafia senza i canoni di dell’istituzionalità spesso proposti da professionisti dell’antimafia che della stessa ne fanno soltanto una facciata.
gjm
Leggere questo articolo é stato come rivivere ogni singolo istante di quella mattina.