Il paese sta attraversando uno dei suoi peggiori momenti di blocco politico, economico e amministrativo. Ieri in diretta streaming i cinque stelle hanno permesso agli italiani di vedere le consultazioni tra i loro capogruppo di Camera e Senato e Pierluigi Bersani. Operazione, quella della diretta streaming, che ai grillini non era riuscita allorquando si erano riuniti per discutere se votare o meno Pietro Grasso alla presidenza del Senato. Allora, probabilmente, risultò sconveniente mostrare agli italiani divisioni e liti con toni concitati.
Alle ultime politiche tanti i cittadini che appoggiando il M5S erano fiduciosi di avviare quel cambiamento e quel rinnovamento di uomini e idee che i partiti negli ultimi decenni non hanno saputo o voluto dare. Con le azioni messe in campo il M5S sta però rischiando di apparire come il partito che vuole sfasciare tutto per poi non fare niente. Il movimento di Grillo, non volendo stringere alleanze o trovare convergenze con le altre forze politiche del parlamento, in virtù del risultato elettorale – un pareggio a tre – rischia di creare una empasse molto pericolosa per l’Italia e gli italiani sia sotto il profilo economico che geopolitico e di credibilità internazionale.
La tracotanza indiana sulla vicenda marò, quest’ultima politicamente gestita malissimo dal Governo di Mario Monti che sembra aver privilegiato accordi di natura economica col sacrificio di due servitori della patria, potrebbe ripetersi per un Paese in recessione economica e politicamente instabile come appare in questa fase l’Italia alle principali potenze mondiali.
Nuovi problemi infatti potrebbero sorgere tra l’Italia e la Turchia per le esplorazioni dell’ENI nell’offshore di Cipro nella ricerca di gas e petrolio. Taner Yildiz, ministro dell’energia di Ankara, ha minacciato uno stop alla collaborazione con la compagnia italiana qualora questa continui le sue esplorazioni in acque che la Turchia ritiene di propria appartenenza territoriale.
E un’Italia politicamente così debole e isolata a cui neppure il governo tecnocrate ha saputo dare credibilità internazionale, incapace di far valere i propri diritti nelle sedi opportune, come avvenuto per i recenti incidenti diplomatici con l’India, potrebbe seriamente rischiare di cadere preda della speculazione economica come già altri paesi dell’eurozona.
Questo pomeriggio Pier Luigi Bersani, dopo le consultazioni con tutte le forze politiche, è salito al Quirinale per riferirne gli esiti al Capo dello Stato che venerdì scorso gli aveva conferito l’incarico. Bersani, pur non avendo rinunciato, fa sapere che le consultazioni “hanno avuto esito non risolutivo”. Il pallino del gioco passa dunque nelle mani di Napolitano che domani avvierà una nuova giornata di consultazioni in cui tutte le forze politiche saranno sentite nuovamente, questa volta direttamente dal Capo dello Stato. La crisi politica dunque si aggrava sempre più, troppe sono state le chiusure, i veti e le proposte ritenute inaccettabili, per la tranquilla nascita di un Governo Bersani; tuttavia il PD afferma che il proprio segretario non ha ancora rinunciato all’incarico di formare un governo. Tra le principali proposte ritenute inaccettabili da Bersani per ricevere la fiducia dal PDL, il dover scegliere da una rosa di nomi presentati dal partito di Berlusconi – tra cui Marcello Pera e Gianni Letta – il futuro Capo dello Stato.
L’Italia è fragile, la crisi economica sta diventando sempre più stringente, le imprese sono in grande sofferenza e un Governo forte e credibile sarebbe necessario, indipendentemente da quanto esternato da Beppe Grillo attraverso il suo blog: “non è necessario un governo per una nuova legge elettorale o per avviare misure urgenti per le pmi o per i tagli delle Province. Il Parlamento le può discutere e approvare se solo volesse sin da domani”.
Il Presidente francese François Hollande, intervenendo su France 2, ha spiegato che la crisi dell’euro è risolta ma paesi come l’Italia sono sempre fragili.
Un governo forte e stabile probabilmente l’Italia non lo avrà neppure questa volta ma a chi gli italiani dovranno addossare le colpe? A Berlusconi che per salvare se stesso dai processi e le sue reti TV, non vuole fare un passo indietro per il bene del Paese, oppure se la prenderanno con Grillo e il suo M5S rei di non essersi venduti l’anima al diavolo incarnatosi nei partiti tradizionali? Intanto il premier Monti, che non disdegnerebbe di succedere a Napolitano sul colle più importante di Roma, continua a ripetere che nel 2011 gli fu chiesto di formare un Governo per fare ciò che la politica non era stata in grado di fare, mostrando così un falso disinteresse per quel potere politico che come una calamita lo ha attratto nel candidarsi alle politiche dello scorso febbraio.
La notizia della crisi politica italiana, dopo il nulla di fatto di Bersani è stata ripresa dai principali quotidiani internazionali facendo il giro del mondo. “Il Paese è stremato – afferma il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei – c’è bisogno di risposte urgenti, vorrei dire immediate“. Appare però assai difficile che nei prossimi giorni sul parlamento italiano possa scendere lo Spirito Santo come avvenuto nel conclave che ha portato all’elezione di Papa Francesco.
Totò Castellana
