11 Maggio 2025

2 thoughts on “Tumori sin Priolo

  1. Nella zona inquinata di Augusta il cancro miete silenziose vittime

    CAMMINO
    18-6-1986

    Sempre più numerosi i decessi per il male del secolo
    Nella zona inquinata di Augusta il cancro miete silenziose vittime

    La mortalità per questo tipo di malattia raggiungeva dieci anni fa, il 30 per cento – Giusta preoccupazione anche per la nascita di bambini malformati – Il silenzio delle competenti autorità

    Ad Augusta, nel 1986, il Ministero della Protezione Civile ci fece allarmare per l’annunzio, in base a dati statistici, che la zona sarebbe stata interessata fra non molto da un sisma di forte intensità, che avrebbe potuto provocare probabilmente molte vittime (secondo uno studio della Prot. Civ. la nostra area mediamente ogni 150 anni circa è stata interessata da disastrosi terremoti – ricordiamo quello dell’11 gennaio 1693 e quello del 1848 – per cui sarebbero già maturi i tempi per il prossimo).
    Ricordiamo che a tal proposito nell’86 si face anche un convegno: “Dal rischio all’intervento programmato”.
    Mentre, però, il terremoto è un evento imprevedibile, contro cui si può fare ben poco, (ma potrebbe anche non avvenire) contro il cancro, che invece sta già facendo silenziosamente le sue vittime, nulla si sta facendo, se non coprire tutto con il silenzio, adducendo la motivazione che un’indagine epidemiologica non proverebbe nulla e che i risultati si conoscerebbero solo fra un altro decennio.
    Quando durante il convegno sulla Protezione Civile ad Augusta nell’ottobre 1986 mi permisi di riportare i dati sul cancro attinti dal TG 2 Dossier «Italia a rischio» del luglio 1986, fui accusato di fare addirittura del terrorismo psicologico (oggi mi hanno dato la patente di sovversivo solo perché mi sono messo in testa di difendere la mia città).
    Lascio giudicare al lettore quanto sto per dire: nelle settimane scorse sulla stampa si è parlato di “allarme cancro” in Europa sol perché, nel nostro continente, questo male colpisce il 25% della popolazione.
    Se oggi, quindi, questo 25% costituisce serio motivo di preoccupazione. per cui si sta correndo ai ripari, come mai ad Augusta (e dintorni) non ha costituito e non costituisce motivo di allarme presso le competenti Autorità il fatto che già nel 1980, quasi dieci anni fa, la effettiva mortalità per cancro raggiungeva il 30%?
    Come mai non desta pure preoccupazione il fatto che nell’ospedale di Augusta (dove molte donne anche da fuori città vengono a partorire) la percentuale delle nascite di bambini “malformati” è del 2,6% contro l’1,8% della media nazionale?
    Per noi di Augusta le mancate risposte dei Ministri della Sanità, dell’Ambiente e della Protezione Civile, a cui da anni ci rivolgiamo, sono la prova più concreta di quel “silenzio di Stato” che si vuole imporre sulla strage di Augusta, mentre continua il saccheggio del territorio.
    A me personalmente, dopo aver scritto agli «organi competenti», è capitato di ricevere da loro qualche lettera di risposta dai toni evasivi e generici, in cui mi si informava (con il solito e noto scaricabarile) che il problema non era di loro competenza, ma di un altro ministero.
    Certo, se avessimo avuto amministratori più capaci e preparati ad assolvere ai loro compiti, se i sindacati avessero fatto il loro dovere di tutelare l’operaio e non solo il suo posto di lavoro e la sua busta paga, se la popolazione fosse stata informata correttamente anche sui rischi, se non ci fosse stato e non ci fosse tuttora il ricatto occupazionale, qualcosa si sarebbe già mossa da tempo.
    Ma poiché ancora tutto questo non è avvenuto, allora questa «strage» rischia di continuare e di rimanere, come altre, senza colpevoli, ma con molte vittime con un nome, un volto ed una età sempre più giovane.
    Palmiro Prisutto

    18 giugno 1989

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