Roma – L’On. Laura Boldrini è il nuovo Presidente della Camera dei Deputati mentre al Senato della Repubblica la presidenza va al sen. Pietro Grasso. La presidenza dei due rami del Parlamento è andata dunque alla coalizione di centrosinistra. Dopo due giorni di consultazioni e relative votazioni stamane con 327 voti su 618 votanti, 18 in più del quorum necessario, è stata eletta Laura Boldrini che diventa così il presidente della Camera della 17^ legislatura. Eletta alla quarta votazione, Laura Boldrini è la terza donna nella storia della Repubblica, dopo Nilde Iotti e Irene Pivetti, ad occupare lo scranno più importante di Montecitorio. Alle politiche dello scorso febbraio Laura Boldrini, 51 anni ed ex portavoce dell’alto commissariato per i rifugiati dell’Onu, era candidata nelle liste di Sinistra Ecologia Libertà (SEL). Ma la sfida più importante e difficile si giocava nell’altra Camera, al Senato, dove si è registrata una spaccatura nel gruppo dei senatori del M5S. Il siciliano Renato Schifani, Presidente del Senato nella scorsa legislatura, rappresentando la continuità Berlusconiana è stato il motivo della spaccatura in seno al M5S: “Se vince Schifani, quando torniamo in Sicilia ci fanno un mazzo così”. Queste le paure dei senatori grillini siciliani, nella riunione del M5S tenutasi nel pomeriggio poco prima della quarta votazione, che ha spostato l’ago della bilancia a vantaggio del sen. Pietro Grasso.
La candidatura di Grasso, ex pm antimafia e uomo lontano dall’apparato di partito, ha sortito i suoi effetti tra i senatori Grillini poiché alcuni, pur senza scendere a trattative col PD, votando secondo coscienza si sono sentiti in dovere per il bene del Paese di dare il proprio appoggio a Grasso. Così facendo i senatori del M5S, contrariamente a quanto in molti hanno in questi giorni pensato, hanno dimostrato che il movimento ha anche una libera coscienza e non si tratta di un mero giocattolo o peggio una setta nelle mani di Grillo e Casaleggio. Il senatore Orellana ha dovuto ammettere l’evidenza, cioè, contrariamente a quanto si poensava non c’è stata unanimità nel gruppo dei Cinque Stelle. Per Beppe Grillo, invece, la vera vittoria è stata nell’aver fatto cambiare al PD i candidati alla presidenza delle Camere del Parlamento.
Con 138 voti, Renato Schifani,che di voti ne ha ricevuto 117, è stato battuto da Pietro Grasso che diventa così il presidente del senato nella XVII legislatura della Repubblica, al quarto scrutinio effettuato con ballottaggio.
Alla fine con 52 schede bianche e 7 nulle, Pietro Grasso, il candidato del PD, su 72 voti utili (M5S 53; Scelta Civica 19) è riuscito ad allargare il proprio consenso di ben 12 voti.
Sfumato l’accordo PDL e Lista Civica di Monti, la coalizione di centrosinistra, senza stringere patti con nessuno, fa propria la presidenza di entrambe le camere del Parlamento. Tuttavia nubi cupe sembrano addensarsi su questa legislatura che rischia di essere brevissima e quella di oggi, per il centrosinistra ed ancor di più per Pier Luigi Bersani, potrebbe rivelarsi una vittoria di Pirro visto che il compito più arduo rimane nel dare agli italiani un Governo capace di guidare un paese in ginocchio.
Totò Castellana