È argentino ed è il primo Papa del Sud America. Jorge Mario Bergoglio, 77 anni, gesuita, si chiamerà Francesco. Alle 19.06, la fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina dove i cardinali sono riuniti, ha annunciato che il Papa era stato eletto. Tutta la stampa mondiale ha dato immediatamente la notizia.
Ma chi è Jorge Bergoglio, da oggi Papa Francesco? Padre Antonio Mario Grande, rettore della chiesa nazionale argentina di Roma, lo ricorda come “un uomo semplice, che a Buenos Aires si muoveva a piedi per la città, aveva grande disponibilità verso tutti, specialmente verso i poveri e chi soffre”.
Controverse le opinioni in merito alle aspettative che il mondo cattolico nutre nei confronti del nuovo Pontefice. “Credo che, per un certo verso, proseguirà nello stile di Ratzinger – prosegue Padre Antonio Mario Grande -, ossia nel senso della spiritualità, perché è un uomo di preghiera, che ascolta gli uomini, le loro sofferenze, le loro ricerche”, mentre a dichiararsi del tutto sorpreso, a tal punto da non aver neppure valutato la possibilità che Bergoglio venisse eletto Papa, è Georg Ratzinger, fratello di Benedetto XVI.
L’ex ambasciatore australiano presso la Santa Sede Tim Fischer ritiene che Papa Francesco introdurrà quel cambiamento tanto necessario alla Chiesa cattolica, ma anche tanto contrastato all’interno dello stesso Vaticano dove in tanti potrebbero non essere felici dell’elezione del nuovo Papa.
Bergoglio, enigmatico, affascinante e controverso.
Accusato di colpevoli silenzi durante il periodo della dittatura e mentre la chiesa argentina intratteneva rapporti e loschi affari con l’amministrazione Menem.
Lontano dal clamore e dalle polemiche, antimediatico per eccellenza, la sua figura emerge quando i vescovi argentini decidono la via dell’indipendenza dal potere politico.
Bergoglio appartiene alla vecchia scuola gesuita, quella cieca obbedienza a Dio, ma con un forte autocontrollo che si traduce in una maggiore libertà intellettuale. Sarà capace di quel cambiamento della Chiesa nel quale molti sperano?
I gesuiti furono infatti i precursori degli anni a cavallo tra il sessanta e il settanta, quando criticarono la Humanae Vitae di Paolo VI sull’uso dei contraccettivi per il controllo delle nascite.
Si spinsero anche oltre quando sulla rivista francese Etudes apparvero articoli in favore dell’aborto, seppure solo in casi particolari, affermando che l’embrione non può essere considerato una persona.
Notevole clamore nacque pure dalle posizioni assunte da taluni di loro – come nel caso di John McNeill – in materia di omosessualità, o ancora mettendo in dubbio la “infallibilità” del Papa e la severità della Chiesa in materia di sesso.
Sotto questo profilo, il nuovo Papa non sembra aperto a una trasformazione radicale di quella Chiesa che oggi si vede costretta ad affrontare una difficile prova a seguito dei tanti scandali che ne hanno minato la credibilità.
Habemus Papam…
Gian J. Morici