Se Mario Monti voleva cambiare il volto della politica italiana non lo si comprende certo dalle scelte dei probabili candidati approdati all’ultima ora ai “Popolari per Monti”.
È il caso del senatore Benedetto Adragna che, dopo aver lasciato il mare in tempesta del Pd, approda (o dovremmo dire “scala”?) alla nuova formazione politica di Monti, nella quale probabilmente otterrebbe un seggio blindato al Senato, essendo l’unico siciliano dei quattro deputati passati con Monti.
Politico di lungo corso, Benedetto Adragna è molto conosciuto nella città di Agrigento per i suoi trascorsi sindacali e in ambito sportivo per essere stato il fondatore dell’Inter Club Palazzo Madama, a cui sono iscritti i senatori nerazzurri. Forse un po’ meno conosciuto a Palazzo Madama, dove Openpolis per indice di produttività lo colloca al 276° posto su 322 senatori con il 46,58% di presenze, contro un valore medio del 79,77%, e il 46,86% di assenze, contro un valore medio del 12,87%.
Un dato che dovrebbe far riflettere chi nella propria agenda ha inserito come punto importante il taglio dei costi della politica (Mario Monti), anche se a favore del senatore agrigentino giocano le sue capacità decisionali che coinciderebbero con la linea di pensiero del candidato premier, secondo il quale “il più grande costo della politica è quello delle decisioni non prese“.
E Adragna è certamente uno che le decisioni le prende, come quando ci fu da votare sui tagli alle pensioni d’oro ai supermanager pubblici che, a fronte di stipendi favolosi, avrebbero goduto di pensioni altrettanto favolose mentre la maggioranza dell’Aula si dichiarava favorevole ad intervenire sul trattamento pensionistico dei burocrati di Stato. Adragna, insieme ad altri 94 parlamentari, si batteva come un leone contro quell’emendamento e a favore del mantenimento delle pensioni d’oro.
Del resto sarebbe stato veramente difficile per un parlamentare di lungo corso rinunciare alle aule romane, specie se con grandi sacrifici si è riusciti ad ottenere un piccolo alloggio (scandalo Enasarco) insieme ad una cerchia di ministri ed ex ministri, sotto-segretari, politici, sindacalisti, parlamentari, agenti segreti, alti dirigenti dello Stato, manager dello stesso Enasarco. La lista dei fortunati, oltre al nome di Benedetto Adragna (Pd), senatore e questore di Palazzo Madama, contiene quelli di Elio Vito (Pdl), ministro per i Rapporti con il Parlamento, il leghista Roberto Castelli, viceministro delle Infrastrutture, Massimo Sessa, stretto collaboratore al Consiglio superiore dei Lavori pubblici di Angelo Balducci, quello della “cricca” del costruttore Diego Anemone. E poi: la signora Gioia Rabà, moglie del sindacalista Uil Brunetto Boco che allo stesso tempo è anche presidente dell’Enasarco, Girolamo Sirchia, ministro della Sanità nel passato governo di Silvio Berlusconi, Donato Bonanni, figlio di Raffaele, segretario della Cisl, l’ex presidente del Perugia calcio, Luciano Gaucci, il fantomatico agente segreto Pio Pompa, quello dei dossier anti-Prodi.
È questo il nuovo volto della politica proposto da Mario Monti?
Gian J. Morici
Uno che non ha lavorato da ex sindacalista dice di passare con Monti per ragioni di coerenza: ma coerenza di cosa ? o sei per i lavoratori o sei per le banche e la finanza internazionale. Adragna e Bonanni la scelta l’hanno fatta stanno con le banche alla faccia dei lavoratori iscritti alla Cisl e non solo.