A porre la domanda a Contrada su cosa pensasse del libro del Dott. Ingroia “Io so” e, in particolare, sui brani che lo riguardano, è stato l’avvocato Giuseppe Lipera.
Questa la risposta del dott. Bruno Contrada:
Non voglio polemizzare con il Dott. Antonio Ingroia, specie in questi momenti così difficili e problematici per lui e per il suo futuro probabilmente in politica attiva. Egli è stato per il passato il mio inquisitore e pubblico accusatore ed ora, dismessa tale veste, continua ad accusarmi, non più in indagini e processi, ma in saggi su mafia e antimafia. Intendo riferirmi adesso al suo recente libro “Io so” è specificamente a quanto cita alle pagine 46 e 47.
Ma, sia pur mal volentieri e “tirato per la giacchetta”, qualcosa devo dirla. Innanzitutto, mi permetto di osservare che se il titolo “io so” (di pasoliniana memoria) si attaglia ad alcuni o molti argomenti, peraltro sarebbe stata più adeguata la modificazione del titolo in “io so…ma non tutto”. Per esempio l’argomento della conoscenza dei miei fascicoli personali della polizia e del Sisde, inseriti tra gli atti processuali. In essi è descritta, evidenziata e consacrata tutta la mia attività istituzionale e relativa carriera professionale. Se il Dott. Ingroia li avesse esaminati con attenzione e diligenza non sarebbe caduto nel grossolano e assurdo errore di affermare: “La sua carriera (del Dott. Contrada n.d.r.) decollò quando, secondo le sentenze, fu siglato il patto di complicità con cosa nostra”.
Naturalmente senza indicare quando questo “patto” fu siglato e da chi ed omettendo di dire che in nessuna sentenza è stata mai scritta una cosa del genere sul mio conto.
Poi, non c’è necessità alcuna che il Dott. Ingroia aspetti un domani perché io racconti la verità: io la verità l’ho raccontata e continuo a farlo ormai da 20 anni, sia in sede giudiziaria che mediatica. C’è chi la conosce già, c’è chi vuole e chi non vuole conoscerla.
Il Dott. Ingroia ha detto inoltre: “a lungo lo Stato ha avuto il volto di Contrada”. Sì, è vero (e per me un titolo di merito) anche se, evidentemente per distrazione o dimenticanza, il magistrato ha omesso di far seguire al termine Stato la precisazione “che ha combattuto la mafia”. Infine, circa il “senso di colpa” di cui parla, è opportuno che non se la ponga la domanda perché se veramente sa – come vuol far capire agli eventuali lettori del suo libro col titolo “Io so” – non può non sapere chi invero deve avere un senso di colpa a fronte di tutti gli altri uomini dello Stato che sono stati uccisi. Se non lo sa, si legga e studi, i processi, le sentenze e rapporti giudiziari sui mafiosi e mafia degli organi di polizia dagli anni della fine della seconda guerra mondiale in poi. Allora lo saprà e potrà dire “Io so”, con cognizione di causa e in piena coscienza.
Potrei dire tante altre cose ma temo sia inutile.
Palermo 28/12/2012
Dott. Bruno Contrada
Non ho mai creduto che il Dott. Contrada fosse legato ad ambienti mafiosi.La storia è un’altra, anche certa maghistrutura deve fare la propria carriera in politica, ed oggi ne abbiamo la prova.
Mica può pretendere che Ingroia conosca anche l’ora ed il giorno della sua iniziazione.-