Bologna – Sono centinaia di bambini, giovani, donne e uomini, di ogni razza, etnia, religione, che in contemporanea in diverse città del mondo hanno dato luogo a una marcia per chiedere a gran voce: “Salvate subito i bambini della Siria!”
Il Comitato 17 novembre 2012, un mosaico di associazioni attive per il rispetto dei diritti umani, per la libertà del popolo siriano e il diritto alla vita e all’infanzia dei bambini siriani, insieme a decine di associazioni, enti pubblici e realtà attive nella sfera sociale e culturale, che condividono la causa del popolo siriano hanno marciato ieri dalle 14.30 fino alle 19.00 per le vie di Bologna, città che ha già ospitato altre marce, sit-in e manifestazioni in favore del popolo siriano vitta delle violenze perpetrate dal regime.
È impossibile parlare di Siria, di rivolta siriana, senza che il pensiero corra subito ad Aya Homsi, la 25enne, nata in Italia – a Bologna – da genitori siriani, divenuta il simbolo dell’attivismo siriano grazie alla sua attività in favore della democrazia contro il regime di Assad. Una battaglia che porta avanti da quando in Siria è scoppiata la rivolta, utilizzando blog e social network per diffondere notizie sfuggendo alla censura di regime. Ricercata in Siria per la sua attività contro il regime, la fondatrice del gruppo ‘Vogliamo la Siria libera’ non si è certo risparmiata neppure nell’organizzare questa manifestazione, nata grazie agli interrogativi posti da alcuni bambini di una scuola elementare di Genova nella quale convivono molte diverse culture, che chiesero a un loro compagno di origine siriana “ ma perchè nel tuo paese muoiono i bambini?”.
Insieme agli adulti hanno cercato di capire. Domande su domande a cui gli stessi bambini cercavano di dare risposte. E la prima risposta comune è stata, “scriviamo ai bambini siriani per dir loro che non li abbiamo abbandonati”.
GJ: Ciao Aya, com’è andata la manifestazione?
AH: A partecipare alla marcia c’erano anche i bambini… I bambini, che sono la speranza di un domani…
È diversa la voce di Aya rispetto quella di una sera quando mi raccontò di un suo amico rimasto ferito, che poi morì poche ore dopo. Ma purtroppo basta poco per ricordare il dramma che da quasi due anni vive il popolo siriano.
GJ: I bambini…
AH: Sì Joseph, i bambini… Oltre 5000 bambini sono morti in Siria negli ultimi 20 mesi. Uccisi dalla follia omicida del regime di Assad… Ma non ci sono solo i morti. Altre migliaia vivono in tende o rifugi sotterranei perché non hanno più una casa, non vanno più a scuola, stanno soffrendo il freddo e la fame…
GJ: Cosa si può fare per loro?
AH: Si può far sì che tutti sappiano quello che succede in Siria… Che non cali il silenzio sulla strage di questi innocenti… E’ per questo che ieri la marcia per i bambini siriani si è tenuta in diverse città del mondo.. perché anche l’indifferenza li uccide. È indispensabile far sentire il sostegno del mondo a questi bambini inermi!!!
GJ: Ieri c’è stata anche una bella notizia…
AH: Sì, ci è giunta durante la marcia, che la nascita della neonata coalizione d’opposizione siriana che avrà un ambasciatore a Parigi: lo ha annunciato il presidente francese, Francois Hollande, che insieme al premier Laur ent Fabius, ha ricevuto all’Eliseo il capo dell’opposizione siriana, Ahmad Moaz al-Khatib. L’incontro segue di appena quattro giorni il riconoscimento che la Francia ha accordato al nuovo cartello dell’opposizione anti-Assad come legittimo rappresentante del popolo siriano. Al termine dell’incontro, Hollande ha anche sottolineato che al-Khatib gli ha garantito che nel nuovo governo saranno rappresentate tutte le confessioni religiose.
GJ: Sei soddisfatta?
AH: La notizia ci ha confermato che il nostro lavoro d’opposizione e di sostegno al popolo contro le ingiustizie del regime è un lavoro utile. Un lavoro che non vive di retribuzione ma di speranza,affinchè non ci siano più vittime innocenti…
GJ: C’è qualcuno in particolare che vuoi ringraziare per il buon esito della manifestazione?
AH: Sono in tanti coloro i quali con la loro presenza hanno contribuito alla riuscita della manifestazione, ma un ringraziamento in particolare voglio farlo a Shadi Inomad e Alessandra Valeri, due degli organizzatori che hanno dato forza e coraggio al comitato per portare avanti il nostro progetto di pace.
Piccoli grandi passi ai quali speriamo seguano le prese di posizione da parte di altri Paesi, affinchè la Siria possa tornare ad una vita normale, nella quale i bambini possano pensare nuovamente a giocare senza correre il rischio di morire per strada o nelle proprie case colpite dai mortai, e perché anche Aya possa ritornare a fare la vita di una qualsiasi studentessa, senza dover passare le sue giornate a guardare immagini di un Paese devastato e a tradurre e scrivere quello che accade in Siria ogni giorno.
Gian J. Morici
Fotografie di Michele Pero, che, invitato direttamente dal comitato promotore, ha realizzato la copertura fotografica ufficiale dell’evento. Il suo collaboratore Paolo Crobu ha realizzato il docu-video che è attualmente in fase di montaggio. Michele Pero e Paolo Crobu hanno aderito volontariamente al progetto.
In Siria, bambini sono le principali vittime del terrorismo dei contras.
Per dar loro un aiuto reale, occorre attivarsi affinché l’Italia si dissoci dall’embargo UE ai danni della Siria e rafforzare il Governo di quel Paese che tanto sta facendo per liberarlo dalla criminalità organizzata all’estero.
Hai ragione Pierpaolo, infatti la rivolta è cominciata quando i contras hanno torturato i bambini che scrivevano Siria Libera.
Poi i bombardamenti li hanno fatti sempre i contras e i pellegrini armati davano manforte sempre ai contras. Ma facci il piacere…