Gerald Tremblay, 70 anni, al suo terzo mandato di sindaco della città canadese, si dimette un anno prima del termine del mandato elettorale, a seguito da quanto emerso nel corso di un processo per casi di corruzione, che potrebbe riguardare altri sindaci e politici di primo piano del Partito Liberale.
All’origine dello scandalo un filmato girato dagli inquirenti nella stanza sul retro del Club Cosenza, una caffetteria in un quartiere italiano di Montreal, all’interno del quale si teneva un summit mafioso.
Il video, girato con telecamere nascoste tra il 2004 e il 2005, mostra l’incontro tra l’ex padrino della Sesta Famiglia, Nicolò Rizzuto – poi ucciso -, alcuni esponenti della mafia e grossi imprenditori locali che nel corso del summit consegnano denaro al vecchio boss.
La RCMP – polizia nazionale canadese – impegnata in un’indagine sui traffici di droga gestiti dai Rizzuto, ritenne di non dover utilizzare le videoriprese che riguardavano casi di corruzione che vedevano coinvolti politici e imprenditori, in quanto non attinenti con l’indagine antidroga.
A riportare nelle aule giudiziarie il video, la richiesta che venisse ammesso come prova in un processo per corruzione in corso a Montreal. Dalla videoripresa si vede chiaramente Rizzuto e i rappresentanti di almeno otto delle più grandi aziende di Montreal che operano nel settore dell’edilizia e che hanno ricevuto appalti comunali per 500 milioni di dollari il 2006 e il 2009.
A seguito dello scandalo il Municipio ha sospeso tutti i contratti, tranne quelli che potrebbero causare emergenze, quali strade, acquedotti e fognature. Tremblay inizialmente aveva dichiarato che non si sarebbe dimesso. Il coinvolgimento di suoi uomini di fiducia e del suo stesso partito, lo ha poi indotto a rassegnare le proprie dimissioni.
Particolare curioso: le imprese avrebbero pagato ai Rizzuto il 2,5 per cento del valore dei contratti e il 3 per cento al partito di governo comunale guidato da Tremblay.
Gjm