Passeggiando per via Atenea,ti assale un senso di tristezza,uno svuotamento dentro, nel vedere il vuoto assoluto dei negozi. Non bisogna scoraggiarsi, pensai : il Consiglio dei Ministri è riunito,sta decidendo sulla legge di stabilità,vedrai che qualcosa di positivo verrà fuori.Il tg delle 20 la dà come prima notizia: “Dopo sette lunghe ore di discussioni,il C.d.M vara la Legge di Stabilità”. Nella conferenza stampa seguita alla riunione del Cdm, il presidente del Consiglio Mario Monti ha sottolineato che: “l’austerità non è un circolo vizioso”. “Oggi possiamo vedere e toccare con mano – ha detto – che la disciplina bilancio paga e conviene perché ci ha consentito di non dover rincorrere di continuo la congiuntura” e che “ci si può permettere qualche moderato sollievo” come “un inizio di riduzione dell’Irpef”. “Speriamo che gli italiani – ha aggiunto – vedano in queste decisioni prese nella legge di stabilità, che non sono modificazioni della rotta, che questa stessa rotta ha un senso”. Ed ecco le “sospirate” ed “attese” misure contenute nella legge di stabilità. IRPEF – Arriva il primo calo delle tasse. IVA – Viene ridotto della metà il previsto aumento Iva di due punti, che scatterà dal primo luglio 2013. Tobin Tax – la tassa sulle tassazioni finanziarie. STATALI – Blocco dei contratti fino al 2014. DISABILI – Stretta sui permessi previsti dalla legge 104/1992 SANITA’ – Taglio di un miliardo a regime al fabbisogno sanitario nazionale COMUNI – Vengono aumentati di un miliardo i tagli lineari previsti dalla prima spending review per le Regioni a statuto speciale. INTERCETTAZIONI MENO CARE – Tariffa “leggera” per le intercettazioni telefoniche. PATRONATI – Taglio di 30 milioni di euro nel 2014 . STRADE AL BUIO Per risparmiare si spegneranno molte lampadine di illuminazione pubblica. E mentre la montagna ha “faticato”per partorire un topolino, la crisi economica continua a mietere vittime. Sono ventimila i negozi che quest’anno non ce la faranno a resistere e dovranno abbassare definitivamente le saracinesche. Per gli altri ogni giorno è sempre più duro: la gente non consuma più; ogni acquisto è ben ponderato; si compra solo ciò che è veramente indispensabile.( il pane,la pasta,la scatola di pomodoro) Un calo peggiore lo si ebbe solo negli anni Trenta, in un’Italia distrutta dalla prima guerra mondiale. Oggi in Italia è scomparso il sorriso,non si festeggia più nulla e non si affogano nemmeno più i dispiaceri nell’alcol,con quello che costa. E mi sovviene Dante ed il suo Inferno: (…) Ahimè, che piaghe vidi ne’ lor membri.
1 thought on “Ed alla fine: la montagna partorì un topolino – di Aldo Mucci”
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Quel “topolino” non è il simpatico personaggio dei cartoni che ha accompagnato la mia infanzia, è un mostro! E’ il mostro che porta dentro di sé la tesi che la “cura è peggio del male”.
L’austerità imposta dall’agenda politica ad alcuni paesi membri, Grecia-Spagna-Italia, contempla l’assurda equazione che “risanando i debiti, si risana l’economia”. Questo potrebbe essere vero se il debito pubblico avesse assunto una natura anti-ciclica, ossia nella fase di depressione si espande per poi contrarsi quando le cose vanno meglio.
Nel debito pubblico abbiamo di tutto: dalla ricerca scientifica agli sprechi vergognosi di certi politici. Ma il debito pubblico non ha meno importanza della disoccupazione, anzi è vero il contrario.
La mancanza di fiducia (caduta dei consumi) e lo spreco di risorse (forza lavoro inoccupata) mette a rischio il fututo di intere generazioni e lo stesso progetto di risanamento finanziario.
Il debito si ripaga con le entrate fiscali e senza entrate fiscali nessun debito potrà essere ripagato.
Personalmente credo che l’opione pubblica debba invitare i propri rappresentanti a considerare la possibilità di una moratoria internazionale di tutti i debiti pubblici, specialmente dei paesi che corrono il rischio della deflazione, malattia peggiore della stessa inflazione.
Altra questione è riportare al primo punto la regolamentazione della finanza: le politiche economiche dei paesi sovrani non possono essere ostaggio degli sbalzi emozionali delle grosse banche d’investimento.
Se esistono “banche troppo grosse per fallire”, esistono anche stati sovani che “non possono ” essere distrutti per la loro disinvolta gestione del passato, facendo ricadere la colpa su ignari cittadini.
Avremo tanto tempo ancora per dedicarci alla caccia alle streghe, ma oggi dobbiamo salvare bianca neve e i sette nani.