Tre agenti infiltrati nel movimento di protesta avrebbero agito da provocatori, incitando i manifestanti a commettere illeciti. Questo è quanto emerge dall’attività d’indagine del Giudice distrettuale di Stato, secondo il quale i tre, che avrebbero avuto l’autorizzazione ad infiltrarsi nel movimento per informare i loro superiori di quanto accadeva, avrebbero invece agito di propria iniziativa nell’incitare e poi intrappolare i manifestanti che avevano infranto le leggi su loro sollecitazione.
Grazie all’opera di persuasione, nel corso della protesta che ha avuto luogo nel porto di Houston il 12 dicembre 2011, vennero arrestate 20 persone, tra le quali Ronnie Garza – imputato nel processo dal quale è emerso il coinvolgimento dei poliziotti – il cui avvocato ha chiesto che vengano acquisite agli atti le email e tutta la documentazione idonea a provare l’attività eversiva dei tre poliziotti nei fatti del 12 dicembre.
In particolare, sarebbe stato il detective di polizia, Shannon Dowell, ad operare dietro le quinte per convincere i membri del movimento ad adottare tattiche più aggressive.
Secondo l’avvocato della difesa, fu proprio lui ad acquistare i materiali per costruire strumenti illegali, mostrando poi ai manifestanti come realizzarli. La notizia del coinvolgimento di agenti infiltrati, sarebbe arrivata all’avvocato difensore di Garza, grazie ad una soffiata anonima, secondo la quale il detective, nel corso di una cena di lavoro, si sarebbe vantato delle sue prodezze.
All’udienza del 5 settembre, il giudice distrettuale dello Stato Joan Campbell, ha chiesto ai pubblici ministeri di non rivelare i ruoli di Dowell e degli altri due agenti sotto copertura. Determinante sarà l’udienza del 25 settembre, quando si deciderà se i file richiesti dalla difesa potranno essere utilizzati nel corso di questo processo.
Secondo il difensore di Garza, così come previsto dal Quattordicesimo Emendamento della Costituzione in merito al giusto processo, l’acquisizione di prove, siano esse d’accusa o utili alla difesa di un imputato, non può essere impedita, così come affermato nella sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, in quello che è noto come il caso “Brady vs Maryland”.
L’avvocato di un altro degli imputati, ha così commentato il coinvolgimento di poliziotti nel disordini: “E’ veramente incredibile che questi poliziotti di Austin abbiano fatto queste cose, ma questo è accaduto in altre città, dove agenti provocatori hanno preso parte alle proteste lanciando pietre e partecipando ad altre azioni distruttive”.