L’idea è nata da alcune donne siriane – probabilmente di Daraa – che hanno iniziato a scrivere su palloncini i nomi delle vittime della repressione da parte di un regime dittatoriale.
Solo nella giornata di ieri ben 130 civili, tra cui 15 bambini, hanno perso la vita.
40 a Damasco, 28 ad Aleppo, 21 a Deir Ezzor, 19 nella città di Homs, 3 ad Idlib, 6 a Lattakia, 2 a Daraa, 2 originari di Banyas e 2 ad Hama.
Questi i freddi e sterili numeri di un massacro del quale non si immagina ancora la fine.
Mentre il resto del mondo si divide sulle responsabilità di truppe regolari e di ribelli nel genocidio di civili – ignorando volutamente la responsabilità di tutti quegli Stati che delle dittature hanno sempre preferito ignorarne i crimini -, nel nostro paese sembra si sia scatenata una mediatica caccia alle streghe, che vede in Aya Homsi (vedi video) il principale imputato.
È notizia di oggi l’abbattimento di un elicottero militare da parte delle truppe ribelli, mentre lo stesso era impegnato in un’azione di combattimento nel quartiere damasceno di Tadamon.
Gjm
immagino un cielo di mille colori…. purtroppo
e con oltre 20mila nomi….
sono ripetitiva ma mi viene da piangere, sarà colpa dell’età ma mi è difficile reggere certe notizie