Nella solennità del Corpus Domini si è pregato anche per gli imprenditori e i lavoratori di Favara.
Una preghiera, non per superare, così come si potrebbe dare per scontato, l’attuale momento di grave crisi economica, ma piuttosto per ottenere il rifiuto netto al legame tra la mafia e l’imprenditoria.
Questo è il testo della preghiera dei fedeli: “Per gli imprenditori e i lavoratori della nostra città di Favara: rigettino personalmente e in associazioni, pubblicamente e in privato ogni forma di omertà, di connivenza con la mentalità e la prassi mafiosa.
Con la dignità e la fatica del loro lavoro accrescano la vita democratica dell’Italia nel pieno rispetto delle leggi della Repubblica. Gli imprenditori e i lavoratori siamo così benedizione per i loro figli e nipoti, e lascino eredità di libertà e vero onore, preghiamo”.
Ed è la seconda particolare esortazione, dopo quella della festa della legalità, di don Mimmo Zambito.
Ipotizzare una diffusa connivenza tra gli imprenditori e l’organizzazione criminale, in una realtà come Favara che conta più di 200 imprese, significherebbe dare la patente di mafiosità a quasi tutta la città.
Città che negli ultimi anni ha cercato e cerca il suo riscatto sociale con la lotta al malaffare e la diffusione della cultura alla legalità.
La stessa moltiplicazione delle imprese che negli anni sessanta superava le 400 unità trova le sue giustificazioni nella politica e, difficilmente, nella malavita organizzata.
Tutto nasce nel 1962, quando assessore regionale ai Lavori pubblici e vicepresidente della Regione era Filippo Lentini.
Si forma l’ARAS (albo regionale appalti Sicilia) i piccoli artigiani e i coltivatori fanno il salto di qualità iscrivendosi all’albo dell’edilizia e della forestale. In quel periodo a Favara gli iscritti superano la cifra di 400.
Poi il tempo ha fatto la scrematura. Oggi le imprese che hanno resistito alla infinita crisi economica dell’Isola, operano in quasi tutto il territorio nazionale.
Tornando all’esortazione dell’arciprete, a questo punto dagli imprenditori favaresi ci si aspetta una presa di posizione in merito all’invito per il “rigetto personale e in associazioni, pubblicamente e in privato di ogni forma di omertà, di connivenza con la mentalità e la prassi mafiosa”.