Dal capoluogo ai centri minori, alleanze anomale e spaccature
DI ALIDA AMICO
PALERMO. Il conto alla rovescia è già cominciato. Ma, lunedì prossimo, le urne aperte saranno o no, una importante cartina tornasole su alleanze e prospettive politiche ravvicinate? A dare uno sguardo alla galassia di liste civiche e fai da te, al proliferare un po’ ovunque di “alleanze anomale”, ed all’imperversare della frammentazione all’insegna del motto “famolo strano” stavolta come non mai, in queste elezioni amministrative, si faranno i conti con “geometrie variabili” ed alchimie politiche, davvero inedite e mai sperimentate prima d’ora. Andando a scandagliare liste e “cartelli” elettorali nei 147 Comuni siciliani chiamati al voto il prossimo 6 e 7 maggio – più che accordi da testare preventivamente in periferia, magari in vista delle prossime elezioni anticipate regionali (e politiche) – si scopre invece che in questa tornata elettorale trionfano gli accordi anomali. Gli “inciuci” più singolari, preludio di un voto “transgenico”. L’alleanza politica (con l’asse Pd, Mpa, Fli), che a Palazzo d’Orleans sostiene il presidente Raffaele Lombardo, non verrà dunque “testata” dal responso delle urne. Dal momento che in periferia – nei piccoli, medi e grandi centri la regola aurea che è prevalsa, tranne qualche trascurabile eccezione, è stata la frammentazione delle candidature (e delle liste): il frullatore bipartisan, del “tutti contro tutti”.
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