Venerdì sera al Teatro della Posta Vecchia è andato in proiezione il film documentario “Diario privato” del giornalista Diego Romeo. Ad introdurre il film, la brava attrice Lia Rocco, alla quale ha fatto seguito l’intervento di Don Carmelo Petrone, direttore del “L’amico del popolo”, che ha dato una lettura del filmato legato alla storia della città di Agrigento, ai tanti problemi irrisolti e all’attuale condizione sociale ed economica.
Dinanzi lo sguardo attento del numeroso pubblico presente in sala, le immagini del diario privato dell’autore, una ricerca socio – antropologica, costruita sulla base di una traccia narrativa formata dalle immagini, che raccontano in termini essenziali ed emblematici, la vita precaria di quella che Pirandello narrò come di una miserabile cittaduzza.
Brevi spezzoni di altri lavori del bravo cineasta, che, come in un batter di ciglia, hanno mostrato l’evoluzione storico-sociale della città e dei suoi abitanti.
I tanti conflitti irrisolti, i pochi cambiamenti, purtroppo prevalentemente legati ad una diminuita coscienza sociale, alla mancanza di valori, di coraggio, di voglia di riscatto.
Pagine visive, alle quali ognuno dei presenti ha avuto modo di aggiungerne delle altre, attinte dalla propria memoria.
Stridente il contrasto tra immagini di un passato non molto lontano, caratterizzato dalle manifestazioni di massa (come nel caso delle proteste per l’acqua e le marce dei pacifisti a Comiso), alle quali fanno da contraltare l’appiattimento odierno, l’apatia che avvolge la città e i suoi abitanti.
Dalle parole di Salvatore Di Benedetto, le catene di Lillo Miccichè, gli affollati congressi di una scomparsa sinistra, all’odierna scelta del “meno peggio”, che sembra doverci condannare ad un’opzione di resa, di sconfitta. Come se non avessimo il diritto a scegliere ciò che riteniamo il meglio…
Terminata la proiezione, la conclusione è stata affidata allo scrittore e critico Beniamino Biondi. Una conclusione quasi naturale, alla muta denuncia delle immagini. Un intervento, quello di Biondi, che ha suscitato non pochi applausi, quando in chiave ironica ha stigmatizzato le “qualità” di una classe politica disattenta e priva di progettualità, non trascurando le “distrazioni” di buona parte della stampa agrigentina, che ha preferito ignorare la serata, non informandone neppure i lettori.
Molto pungente e polemica la stoccata al mondo culturale agrigentino – croce e delizia (ma solo per taluni) – autoreferenziato e impermeabile, che finisce spesso con il manifestare la propria incompetenza.
Emblematico il caso del Teatro della Posta Vecchia, che, seppur tra mille difficoltà economiche, nel corso degli anni ha visto nascere autori come Ficarra e Picone e numerose opere di prosa del teatro contemporaneo e sperimentale.
Difficoltà economiche, che hanno spinto lo stesso Biondi a sollecitare la concretizzazione di un impegno assunto da molti mesi, per ottenere poche migliaia di euro per alcune produzioni teatrali serie e una convenzione organica con la Fondazione Pirandello.
L’ennesima promessa tradita, di una città che da decenni vive soltanto di promesse e di pubbliche passarelle televisive. Un’apparenza ben distante dalla realtà.
Drammatico, seppur in chiave ironica, l’aneddoto dell’incontro tra Biondi e il direttore della Fondazione del Teatro Pirandello, nel corso del quale, discutendo di teatro, Biondi cita il nome di un illustre personaggio francese, dinanzi lo sguardo interrogatorio del suo interlocutore. “Che l’avesse scambiato per il nome di un cocktail francese?” – si chiede Biondi. Cambia la nazionalità dell’autore citato – questa volta tedesco -, ma non l’espressione dell’interlocutore…
Ma non solo su polemici cocktail si impernia la conclusione di Biondi, che diventa propositiva allorquando suggerisce la fondazione di un archivio degli audiovisivi presso Palazzo Tommasi, affinchè vengano tutelati e conservati i materiali audiovisivi, fotografici e musicali dei privati cittadini, permettendone la fruizione ad un vasto pubblico.
Purtroppo, dei cinque candidati a sindaco alle imminenti elezioni amministrative, invitati ad intervenire per dar luogo ad un confronto sui temi proposti dal filmato di Romeo – nonostante gli stessi siano sempre presenti a dibattiti televisivi o incontri da caffè, seppur con la partecipazione di uno sparuto pubblico (quasi sempre gli stessi soggetti che si accompagnano ai candidati) -, non se n’è presentato neppure uno.
Agrigento, non si nutre certo di cultura…
gjm