È stato inaugurato a Las Vegas, il 14 febbraio – anniversario del massacro di San Valentino, quando Al Capone uccise sette uomini della banda di Bugsy Moran – “Il Museo della Mafia” (The Mob Museum).
L’edificio che ospita il museo si trova al n° 300 della Stewart Avenue, nel cuore del di Las Vegas, nello storico palazzo di giustizia federale degli Stati Uniti.
Dal 1950 al 1951, le audizioni del Comitato Kefauver sulla criminalità organizzata, si sono svolte in 14 città degli Stati Uniti. A Las Vegas, le audizioni si sono tenute in un’aula in questo edificio il 15 novembre 1950. L’aula è stata ricreata così come era allora. Un vero portale del tempo che conduce il visitatore agli anni del proibizionismo americano.
Il museo si propone di narrare la storia della mafia americana, vissuta attraverso i reperti dell’epoca e le ricostruzioni di quanto avvenne.
In mostra, una serie di macabri reperti provenienti dal mondo della criminalità organizzata, come la parete del garage dove venne consumato l’eccidio di San Valentino, utilizzata come sfondo per la proiezione di un cortometraggio; “Tommy Gun”, il mitra; la sedia da barbiere su cui fu assassinato Albert Anastasia nel 1957; ma anche oggetti di uso comune durante il proibizionismo, come la valigia con doppiofondo utilizzata per il contrabbando di alcolici.
I nomi dei protagonisti di quegli anni, e i crimini da loro commessi, sono un po’ noti a tutti. Ma non così le loro storie. Le vere storie.
Il Museo accende i riflettori su quello che furono gli anni del proibizionismo, la lotta alla mafia, le battaglie che furono combattute, ma anche su ciò che rimane oggi. È così possibile conoscere i grandi boss, tra cui Al Capone, Whitey Bulger, Bugsy Siegel, John Gotti e molti altri.
Ma non si può raccontare la storia della criminalità organizzata, senza raccontare la storia degli uomini e delle donne coraggiose che vi si opposero.
Un testamento al loro sacrificio, onorando la loro storia e facendo in modo che non vengano mai dimenticati dalle generazioni future.
Nomi di personaggi famosi che hanno rischiato tutto per assicurare la mafia alla giustizia, tra cui Joe Petrosino, Eliot Ness, Estes Kefauver e altri uomini, la cui storia divenne leggenda.
Tra le immagini curiose, una fotografia dei vescovi della Chiesa cattolica in posa con i dirigenti del casinò.
Resta da capire se il museo si propone di educare i visitatori ad una cultura antimafiosa, o se l’unico obiettivo è quello di carattere commerciale, che permetta innanzitutto di recuperare i 42 milioni di dollari spesi per la sua realizzazione.
gjm
ma il museo dell’ANTImafia q lo innaugurano ?