Ancora un brillante articolo sulla politica agrigentina, a firma di Alida Amico, pubblicato dal settimanale Centonove già in edicola
L’avvocato penalista lanciato da Epolis sarà sostenuto dal Pdl e da Grande Sud
AGRIGENTO. Ha 47 anni, ed è uno degli avvocati penalisti più in voga nella città dei Templi. Un moderno “principe del foro”, Totò Pennica. Figlio della buona borghesia agrigentina, padre architetto e madre docente al liceo (entrambi scomparsi), incarna il “volto nuovo” che si candida alla poltrona di Palazzo dei Giganti. E’ lui il candidato di un pezzo della società civile agrigentina che si raccoglie nel neo movimento cittadino Epolis: acronimo di etica, politica e solidarietà. A sostenerlo saranno anche i due maggiori partiti del centrodestra: il Pdl di Angelino Alfano ed il Grande Sud di Michele Cimino(vice coordinatore regionale del partito di Miccichè). Il Pdl agrigentino ha infatti rinunciato a correre con un proprio candidato di bandiera. Il candidato nei giorni scorsi ne aveva abilmente predisposto il terreno. «Intanto, niente rifiuto della politica», aveva sottolineato. Ma aspirazione al ritorno di quella «vera e seria, legata agli ideali ed ai problemi della comunità». Dopo discussioni «franche, leali e generose» svoltesi nel salone dell’hotel Pirandello di via Giovanni XXIII il cui titolare è uno dei fondatori del movimento Epolis – un pezzo di società civile e delle professioni, gli ha consegnato la “sfida”: farsi avanti e guidare la battaglia.
Lo scontro con Arnone. A fargli la “guerra” è il consigliere comunale ambientalista del Pd Peppe Arnone, anche lui avvocato ed in pista per la poltrona di primo cittadino. Che gli ha cucito addosso il cliché di “avvocato dei capimafia”, visto che negli ultimi 15 anni, tra i suoi clienti, Pennica annovera la “crema” del gotha mafioso agrigentino: boss del calibro di Gerlandino Messina, Gaetano Fragapane, etc. “Ma tra i miei clienti, abbondano anche colletti bianchi – argomenta lo stesso Pennica – pubblici amministratori e funzionari dello Stato. Il mio motto, è stato per tutti sempre lo stesso – sottolinea con la parlata pacata – garantire il massimo della riservatezza e del servizio professionale. Ho messo sempre, tra me ed il mio assistito – ripete come un mantra – chiunque esso fosse, la scrivania e la parcella…Io faccio l’avvocato penalista ad Agrigento e non ad Abbiategrasso: il bacino di utenza – chiosa Pennica – è quello. Però sono orgoglioso di un fatto: che in 12 anni, non sono mai venuto meno alle norme deontologiche del mandato professionale, pur avendo offerto assistenza legale a dei latitanti di estremo spessore criminale…” Ma una caustica graffiata, Pennica non gliela risparmia ad Arnone. “Comunque, da avvocato non ho mai avuto una indagine da parte della Procura della Repubblica – chiosa – per avere picchiato una cliente nello studio. E neanche un’indagine preliminare, come Arnone, per estorsione nei confronti della propria cliente…”
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