Potrebbe sembrare uno scherzo, ma forse non è tale. Un gruppo di hacker di Anonymous, minaccia un blackout a livello globale di internet.
“Operation global Blackout, il movimento che vorrebbe disabilitare la rete, si dice pronto a lanciare un attacco alle root name server, le macchine che controllano Internet.
Una protesta contro il mondo finanziario che ha portato alla crisi globale e contro la SOPA e PIPA (Protect IP Act) che dovevano fermare la condivisione illegale di film e musica su Internet.
La minaccia degli hacker, non viene sottovalutata dagli esperti, anche se alcuni ritengono sia abbastanza improbabile che il gruppo riesca nell’intento.
Ogni sito ha un indirizzo IP numerico associato, o Internet Protocol. I root name server sono una parte critica di Internet, perché sono il primo passo per tradurre i nomi in indirizzi IP del sito web, che vengono utilizzati per accedere a siti web.
Ogni sito ha un nome di dominio e un indirizzo IP corrispondente. Quando viene digitato il nome del sito, i root name server Internet agiscono come una rubrica telefonica, trovando il corretto indirizzo IP e dirigono la richiesta al sito corretto.
Questi server, tuttavia, sono molto resistenti e distribuiti, con sistemi di backup se un server dovesse guastarsi. Ogni attacco sui server dovrebbero essere coordinati in natura e attaccare tutti i server in una volta.
Nonostante i root server siano progettati per resistere ad eventuali attacchi, gli hacker credono di poter condurre un attacco (Distributed Denial of Service, DDoS) sui server, creando un blackout globale che potrebbe durare da qualche ora ad un massimo di un paio di giorni.
Si tratterebbe di scaricare un tool DDoS, chiamato Rampa, e inondare i root name server con più richieste di indirizzi IP di quanti ne possano elaborare. Non potendo accedere ai server per ottenere l’indirizzo IP richiesto, si renderebbe impossibile qualsiasi accesso ai siti web.
Nonostante gli esperti non sottovalutino i rischi della minaccia, alcuni ritengono assai inverosimile che riescano nel loro intento, visto che sono centinaia i server principali che dovrebbero attaccare, dislocati in oltre 130 sedi fisiche in molti paesi diversi.
L’attacco sarebbe previsto per il 30 marzo.