Comunicato stampa del 6 febbraio:
“Valuto positivamente la decisione del sostituto procuratore Andrea Maggioni di avviare a conclusione, facendo venire meno ogni segreto istruttorio, il procedimento penale nato dalla querela, poi ritirata, della mia cliente e amica, signora M. G. D. M..
Venerdì mi è stato notificato l’avviso di conclusione di indagini ex art. 415 c.p.p., avviso che, dandomi modo di conoscere gli atti, a questo punto mi consente di fornire ogni prova utile – e sono decine – alla chiusura della vicenda giudiziaria con l’archiviazione. Valuto positivamente la notifica di tale atto, perché manifesta la volontà della Procura di Agrigento e del magistrato che ha l’inchiesta, di fare in modo che la querela poi ritirata e le indagini che comunque vi hanno fatto seguito non possano essere strumentalizzate durante l’imminente campagna elettorale”
Intervista del 7 febbraio su LiveSicilia:
“Conoscendo la signora Mariagrazia Di Marco, la verbalizzazione mi appare condizionata da un lato dall’impostazione accusatoria di chi la interrogava. Il pubblico ministero, pur avendo certamente agito in buonafede, probabilmente non si è reso conto dello stato di confusione dell’inesperienza della signora che per la prima volta in vita sua si trovava innanzi ad un magistrato e ai carabinieri.”
Nota stampa del 9 febbraio:
“Il mio dovere di chiarire tutto all’opinione pubblica: considerazioni in ordine alle indagini a mio carico sulla presunta aggressione a fini estorsivi nei confronti della mia amica e cliente MGDM. La totale inconsistenza delle accuse, la evidente prova della correttezza del mio comportamento, l’oggettivo complesso di alcuni ambienti giudiziari di voler dimostrare che non si guarda in faccia nessuno e che non vi è alcuna simpatia per Giuseppe Arnone.”
Comunicato stampa del 6 febbraio:
“E voglio solo operare uno “strappo” rispetto alle richieste di garanzie in ordine alla privacy, solo per ricordare che la signora ha ritenuto di mettere a verbale, innanzi al Magistrato, che nei confronti dei problemi suoi e soprattutto dei suoi figli, mi sono comportato ancor più che da professionista legale, come un buon padre di famiglia, alla stregua di un familiare. Ed è solo il rispetto della privacy della signora che mi frena dal rendere pubblici questi atti.”
Encomiabile il riserbo dell’avvocato che, nonostante il difficile momento, tutela la privacy dell’amica e cliente. Ed infatti:
Nota stampa del 9 febbraio:
“…la mia cliente e amica MGDM quando, dopo avere ottenuto da me un prestito di 300 euro per far fronte a esigenze dei figli, mi comunicava di voler rinunziare ai 40.000 euro che le spettavano (e che le spettano) pro quota, derivanti dalla vendita di una villetta ereditata dal padre […] Come avrò modo di illustrare ai giornalisti, le carte dell’inchiesta presentano persino aspetti a mio favore, con profili nettamente comici. La Procura ha escusso la sorella della mia cliente, signora F.D.M., la quale ha ritenuto di dichiarare di non sapersi spiegare “per quale ragione l’avv. Giuseppe Arnone, a giugno del 2010, le ha prestato 1.500 euro, e a settembre altre 1.000”. Nel dichiarare le sue perplessità su questo prestito, la signora ha banalmente dimenticato di raccontare al Magistrato che ella è venuta, letteralmente in lacrime, nel mio studio, dicendomi che il ritardato pagamento da parte degli acquirenti della villetta la poneva in una situazione di vera e propria disperazione per quanto riguardava alcuni problemi dei suoi figli. Ed ancora, la mia cliente ed amica M.G.D.M., a pag. 2 del verbale reso innanzi al Magistrato in data 8.11.2011, alla domanda dello stesso “Mi può fare qualche altro esempio di questi interventi dell’avv. Arnone a suo favore?”, ha letteralmente dichiarato: “E’ impossibile per me raccontare tutti gli interventi, perché sono stati davvero innumerevoli, tra l’altro, alcune volte Arnone scriveva delle missive al mio ex marito, convincendolo a frequentare un po’ i miei figli. Comunque, in ultima analisi, posso dire con tranquillità che l’avv. Arnone è diventato come un padre per i miei figli.”
Nel totale rispetto della privacy delle due signore (non solo dell’amica e cliente Mariagrazia Di Marco, ma anche della di lei sorella), adesso tutti sanno dei problemi economici e familiari che le affliggono. Ma cambia ancor più l’iniziale opinione dell’Arnone sull’operato della Procura, e con l’opinione cambiano i toni:
“E risulta, a questo punto, veramente singolare che il P.M., a fronte di una così netta dichiarazione della teste, continui a ritenere inverosimile che io abbia rimproverato aspramente la signora perché, in stato confusionale e depressivo, quella mattina mi comunicava di voler rinunziare ai soldi che le spettavano, essenziali per far fronte alle esigenze familiari […] Con tutto il rispetto che nutro per la Magistratura, ritengo che vi sia una sorta di oggettivo complesso, da parte della Procura di Agrigento che porta questo Ufficio Giudiziario a tentare, a tutti i costi, di dimostrare la propria imparzialità e che “non guarda in faccia alcuna parte politica”. Per cui, la tendenza – gravemente errata, anche se probabilmente inconsapevole – è quella di inseguire, come in questo caso, vicende del tutto prive di qualsivoglia consistenza, al solo fine di dimostrare che anche Giuseppe Arnone, del pari dei suoi avversari politici, dei tangentisti del Comune e dei mafiosi, è “un poco di buono”. Un simile comportamento può produrre danni, anche gravi, alla credibilità delle Istituzioni.
[…] La signora MGDM mi aveva anche inviato un sms, consegnato all’Autorità Giudiziaria, nel quale – tre giorni dopo aver ritirato la querela – ammetteva che la mattina dei fatti in questione, cioè quando mi aveva denunziato “era in tilt”.
Ed è sufficiente ricollegare le dichiarazioni verbalizzate, sopra riportate, secondo cui “Arnone è stato come un padre” per i suoi figli, con l’ammissione di essere stata “in tilt” la mattina degli eventi, per comprendere in che misura questa inchiesta non abbia alcuna dignità e consistenza. Poiché mi appare del tutto evidente il tentativo di speculazione politica che si realizzerà ai miei danni, strumentalizzando questi fatti…”
Ma come, non aveva valutato positivamente la notifica dell’atto, perché manifestava la volontà della Procura di Agrigento e del magistrato che ha l’inchiesta, di fare in modo che la querela poi ritirata e le indagini che comunque vi hanno fatto seguito non potessero essere strumentalizzate durante l’imminente campagna elettorale?
E ancora: “E la mia sconsiderata generosità può riguardare me stesso e i miei familiari, non certamente il Signor Procuratore della Repubblica, che deve perseguire coloro che commettono delitti, non gli avvocati “generosi” e, se vogliamo, “prodighi”… E a proposito di “oggettivi complessi” nel voler dimostrare a tutti i costi di non aver alcuna simpatia per Arnone, è utile ricordare i dati oggettivi costituiti, ad esempio, dalla “fantasiosa” – per usare un eufemismo – indagine penale a mio carico per aver rilasciato un’intervista accanto a un ascensore del Tribunale, o ancora il singolare rigetto di un mio esposto – denunzia a carico dell’ing. Di Francesco, nel quale chiedevo una trattazione unitaria di tutte le indagini nei confronti di costui – cosa che peraltro continuo a ritenere utilissima – un rigetto “condito” da giudizi del tutto impropri e gratuiti nei miei confronti e diffuso da qualcuno ai giornali.”
Cosa ha indotto l’avvocato Arnone a questo repentino cambiamento di idee? Una domanda, fra le tante, che avremmo voluto porre nel corso della conferenza stampa prevista per stamani, ma non ci è stato possibile. Un laconico messaggio inviato ieri sera, informava i giornalisti che la conferenza stampa in programma per stamattina “viene rinviata a lunedì, con le modalità che si comunicheranno. E ciò per consentire agli esponenti di Legambiente Claudia Casa e Domenico Fontana di partecipare alla stessa conferenza stampa, al fine di manifestare con la loro presenza la piena solidarietà e la vicinanza dell’intera associazione a Giuseppe Arnone, attualmente colpito da gravi accuse prive di ogni fondamento”.
Quali siano gli aspetti ambientali che richiedano la presenza dei rappresentanti della nota associazione ambientalista, proprio non siamo riusciti a comprenderlo. E ancor meno, riusciamo ad immaginare quali siano le “modalità” con le quali si vorrebbe condurre una conferenza stampa. Ma qualsiasi siano le ragioni che impongono la presenza degli ambientalisti, evidentemente le stesse – insieme alle “modalità” – non sussistono per la registrazione di una puntata di “Opinioni”, diretta dal giornalista Lelio Castaldo, che andrà in onda sulla nota emittente Teleacras (sì, proprio quella contrattualizzata da Arnone – leggi qui) che “certamente” rappresenterà per Arnone un vero triplo salto mortale senza rete, con il giornalista che incalzerà l’indagato con domande pericolosissime. Una puntata da brivido, girata “sul luogo del delitto”…
gjm
ma come fa a non capire che “cchiossà parla cchiù dannu cummina”?
Da bambina sentivo dire ‘ad ogni santu veni la so festa, e a tia, signuri, viniri ti voli’. Che Arnone sia al capolinea?
SICURAMENTE GLI MANCA LA COERENZA,MA QUELLA è UNA COSA DA STUPIDI E LUI NON LO E’.
Minghia! e parlanu di abusu di alcool e superalcoolici!
Ma si l’hannu taliatu u so immu?
La partecipazione alla conferenza stampa di Arnone dei dirigenti di legambiente dimostra senza ombra di dubbio che legambiente non è più un’associazione rappresentativa delle istanze dei cittadini ma una lobby che al primo posto mette la tutela dei suoi dirigenti, vuoi con comode poltrone, vuoi con inacarichi, vuoi con la possibilità di pilotare la stampa e quindi l’opinione pubblica.
Che vergogna!! ma passerà la nottata…la pacchia stà per finire, come i quattrini per i convegni, per le consulenze e per le speudo ricerche scientifiche.
C’era una volta uno splendido cigno ora rimane una specie di avido gabbiano
Amen.
Che credibilità può avere uno condannato per diverse volte come diffamatore ?
Può uno condannato ripetutamente per diffamazione con sentenza passata in giudicato candidarsi a Sindaco ? In altre parti no.Quale verità può portare avanti ?