E’ di questi giorni la pubblicazione da parte del Direttore provinciale dell’Ispettorato del lavoro del “report 2011” sull’attività del nucleo operativo dell’ufficio – scrivono Mariella Lo Bello e Piero Mangione nella lettera inviata al Prefetto -, con il quale ha reso pubblico il fatto che “una azienda su due” è irregolare.
Ha, infatti, decritto come su 1.281 controlli, gli ispettori hanno riscontrato problemi di irregolarità e di lavoro nero in 658 aziende, comminando multe per due milioni e mezzo di euro.
Lo Stato ha, quindi, perduto in Agrigento entrate sul capitolo fiscale e contributivo, perchè tante aziende si sono appropriate illegittimamente ed illegalmente di somme dovute allo Stato e di parti di salario e di contributi pensionistici delle donne e degli uomini che vi lavorano in evidente stato di sfruttamento.
Il tema dell’evasione – continuano i due sindacalisti – , dunque, è diventato anche ad Agrigento dominante vista la crisi della sua economia ed i sacrifici a cui sono stati sottoposti salariati e pensionati e, poiché, oltre che ingiusto risulta illegale il comportamento di tanti evasori (rifiuti ed acqua insegnano qualcosa ai paganti esose tariffe) che eludono il Patto sociale, il Governo nella sua più generale battaglia per l’emersione dell’economia sommersa ha chiamato in causa anche i Comuni, ai quali, con le leggi 138 del 13 agosto 2011 e 148 del 14 settembre 2011, ha chiesto di costituire, entro il 31 dicembre 2011 i Consigli Tributari Comunali.
Già il 29 novembre scorso le scriventi hanno chiamato all’azione responsabile il Presidente provinciale dell’ANCI per convocare una assemblea dei Sindaci e dare impulso alla costituzione dei predetti Consigli Tributari, ma la cosa è stata inspiegabilmente lasciata cadere .
Poiché la legge prevede che per gli anni 2012/2013/2014 l’intero ammontare (100%) dell’evasione accertata è reso disponibile al bilancio dei Comuni, ci si aspettava una “corsa” alla costituzione ed attivazione del nuovo Organismo, tra l’altro già previsto, dal 2010.
Si ha ragione di immaginare che non si sia provveduto in tal senso per non “disturbare” la categoria degli evasori che non è certamente annidata tra i redditi fissi derivanti dal lavoro dipendente o dalla pensione.
Tutto ciò accade mentre i Comuni accusano la mancanza di risorse per le politiche sociali, lasciando senza sostegno solidale migliaia di famiglie che vivono in stato di povertà assoluta o relativa, ovvero ove risiedono casi di invalidità e disabilità.
Per quanto sopra – conclude la lettera – si chiede un incontro con la SVI per l’attivazione di una fase di applicazione della legge in materia di coinvolgimento dei Comuni, dei Consigli Comunali e dei Sindaci.
Agrigento, 31 gennaio 2012