Se gli italiani scoperti dalla Guardia di Finanza a truffare le tasse e i contributi europei, sono già 18mila, c’è da chiedersi quanti siano realmente le persone che fanno parte dell’esercito degli evasori fiscali.
Una prima stretta la si è già avuta con l’insediamento del nuovo governo, che per essere credibile agli occhi dell’Europa, doveva dimostrare – quantomeno nei propositi – di voler arginare il fenomeno dell’evasione fiscale che, insieme alla corruzione e alla mafia, in Italia rappresenta il pozzo senza fondo nel quale vanno a finire i servizi ai quali avrebbe diritto ogni cittadino, il futuro degli stipendi erogati dalla pubblica amministrazione e le pensioni di quanti hanno lavorato una vita per poi correre il rischio di dover chiedere l’elemosina una volta diventati anziani.
Sarà la paura dei possibili licenziamenti nella P.A.; sarà il timore di non potersi godere una meritata pensione; saranno i tagli a servizi indispensabili come scuola e sanità, sta di fatto che anche nell’immaginario collettivo degli italiani quelli che ieri erano “furbi”, adesso sono considerati alla stregua di delinquenti.
Ma qual è il volto della truffa e dell’evasione nel nostro paese? Si va dal grande imprenditore che lucra in nero e ha rapporti con la criminalità organizzata, al politico o burocrate tangentista, all’imprenditore che s’inventa il fallimento sottraendo i soldi al fisco e ai creditori, al professionista che non fattura quasi nulla, al paralitico sorpreso a ballare in discoteca, all’impiegato che in malattia si trova in vacanza nei Caraibi, a chi riscuote la pensione del parente defunto da dieci anni, allo studente universitario che si autoriduce le tasse, all’impiegato che arrotonda lo stipendio con un lavoro ben retribuito in nero, al piccolo commerciante che non emette lo scontrino fiscale, al parcheggiatore abusivo.
Tutti soggetti che con i loro comportamenti, fanno pagare al cittadino onesto il prezzo dei propri comportamenti illeciti.
Dinanzi al dilagare del fenomeno, all’acuirsi della crisi economica, che con le sue conseguenze sta portando ad azioni di forte protesta, anche la Chiesa ha dovuto prendere una posizione chiara: “Questa – ha detto Bagnasco, Arcivescovo di Genova aprendo i lavori del “parlamentino” dei vescovi italiani – è una stagione propizia per imprimere allo Stato e alla stessa comunità politica strutture e dinamiche più essenziali ed efficienti, lontane da sprechi e gigantismi. Per cooperare attivamente con il governo a riequilibrare l’assetto della spesa in termini di equità reale, e metter mano al comparto delle entrate attraverso un’azione di contrasto seria, efficace, inesorabile alle zone di evasione impunita, e ai cumuli di cariche e di prebende. La Chiesa – ha aggiunto Bagnasco – non ha esitazione ad accennare questo discorso, perché non può e non deve coprire auto-esenzioni improprie. Evadere le tasse è peccato. Per un soggetto religioso questo è addirittura motivo di scandalo”.
È notizia di oggi l’operazione condotta da quasi 200 accertatori dell’Agenzia delle entrate, da un centinaio di vigili urbani e da ispettori dell’Inps ai Navigli, corso Como e via Vittor Pisani a Milano.
Un blitz di verifiche fiscali a tappeto ai ristoranti e ai bar delle zone simbolo della movida milanese, che ricorda quanto già accaduto sotto Natale a Cortina e poi a Roma.
Ma siamo certi che quanto si sta facendo, sia sufficiente a ridimensionare il fenomeno e a far recuperare alle casse dello Stato quei miliardi di euro che ci servirebbero per venir fuori dalla crisi senza ricorrere ai licenziamenti, né al taglio delle pensioni che, ridotte già al di sotto dei limiti della mera sopravvivenza, potrebbe apparire una forma di eutanasia legalizzata?
Sicuramente questo non basta. Neppure questo governo ha avuto il coraggio e la capacità di fare ricorso a misure più serie, quali la patrimoniale, né al sequestro e successiva confisca dei beni di soggetti coinvolti in vicende di corruzione e malaffare. E’ così difficile verificare i depositi bancari, il possesso di immobili, le auto e le barche di lusso, viaggi e crociere e tante altre spese voluttuarie ed esose?
L’unica azione che ha parzialmente inciso su un fenomeno evasivo assai diffuso, è stata quella dell’ex ministro Renato Brunetta, d’intensificazione della lotta alle violazioni della legge sulle incompatibilità in materia di pubblico impiego, che, come riportato nella relazione alle Camere nel 2008, grazie a 900 controlli effettuati ha permesso il recupero di 23.743.200,09 euro, a seguito delle sanzioni versate all’Agenzia delle Entrate dai committenti, cioè i datori del secondo lavoro.
Un recupero anche di 8.544.348,78 euro, che rappresentavano somme indebitamente percepite dai dipendenti e che, recuperate dalle amministrazioni di appartenenza, sono andate a rimpinguare i fondi di produttività.
Ancora una volta, il governo oggi sembra preferire le linee meno drastiche, evitando accuratamente gli accertamenti patrimoniali e le verifiche sull’elevato tenore di vita mantenuto da soggetti il cui reddito potrebbe essere considerato al di sotto della soglia di povertà.
Sarà la crisi, più del governo, a costringere gli italiani a porre fine ad uno stato di cose ormai insostenibile? Si arriverà come in Grecia a mettere online l’elenco degli evasori? O poichè siamo in Italia, si renderà necessario creare pagine di denuncia, magari sui social network, per far sì che anche nelle più sperdute provincie del Bel Paese qualcosa cominci a cambiare?
gjm
Un controllo giusto, un controllo che dovrebbe essere frequente, fatto periodicamente. Non farebbe più notizia. Che poi Monti non sia per l’equità sociale questo è evidente . Ma rispetto al vuoto di prima va bene così. E’ bene ricordare che esiste un’evasione contributiva altrettanto dannosa di quella fiscale e che le aziende oneste (la maggioranza) hanno tutto da guadagnare dalla lotta al lavoro irregolare utilizzato dalle aziende disoneste (la minoranza) e alla loro concorrenza sleale. E nella P.A. basterebbe applicare le leggi che esistono già
http://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Brunetta#La_Legge_Brunetta_.2815.2F2009.29
Tutta demagogia in puro stile montiano. Perscoprire gli evasori non servono i blitz spettacolari, si puo’ fare incrociando le dichiarazoni dei redditi con le proprietà di auto di lusso, di case, yacht etc. Tutte cose che si fanno dall’ufficio. Ci vgoliono far credere che Monti prepari l’equita quando invece sta riducendio alla fame i lavoratori e i pesnionati e difende gli interessi della banche e degli speculatori di cui lui fa parte. Sono stufo di prese in giro.
http://www.youtube.com/watch?v=xewfGZsUapA&feature=share
Per quanto riguarda il pubblico impiego, la materia era già regolamentata e prevedeva che il dipendente pubblico non può svolgere un altro lavoro subordinato o autonomo se non autorizzato. Il via libera dall’ufficio dove è impiegato è condizionato a due precise circostanze: che non si incorra nelle incompatibilità previste dalla legge (come per l’attività libero professionale), e non ci sia conflitto d’interessi. Nei casi di violazione più grave è previsto anche il licenziamento. Naturalmente, sono escluse le attività svolte gratuitamente presso associazioni di volontariato. Diversi, quindi, gli identikit del doppiolavorista non autorizzato: si va dal lavoratore con bassa qualifica che per arrotondare lo stipendio, come si è visto, la sera o durante il weekend fa il cameriere. In questo caso, il lavoro sarebbe anche compatibile, ma se non chiede l’autorizzazione – per pudore o perché lo fa in nero – è perseguibile; tra le qualifiche medio-bassi ci sono impiegati di amministrazioni locali che lavorano negli uffici tecnici dove si rilasciano le licenze edilizie e che hanno collaborazioni con le società interessate. Palese, in questo caso, la violazione che presenta anche ricadute penali. Discorso diverso per i professionisti che evadono e spesso si avvalgono di collaboratori impiegati nella pubblica amministrazione. Costoro, nell’evadere tasse e contributi, godono di canali privilegiati all’interno degli uffici, e non corrono neppure il rischio di una eventuale vertenza, visto che il lavoratore non potrà mai farvi ricorso poiché sarebbe il primo a pagarne le conseguenze.
Grazie per l’ospitalità
Elio
Di certo oltre ai controlli di cui tanto si parla, mi piacerebbe leggere di ispezioni presso Notai, studi di medici specialisti, laboratori di analisi e quant’altro…luoghi dove spesso ti senti proporre: con la fattuta ti viene “X”, senza fattura ti viene “X” – “Y”…
quanta paura fanno i controlli. leggete i segreti della casta a montecitorio http://isegretidellacasta.blogspot.com/2012/01/cortina-si-evade-dampezzo-42-poveri-con.html e poi lustratevi gli occhi con lo sperpero dei vostri soldi guardando le tette della minetti http://isegretidellacasta.blogspot.com/2012/01/lipad-gratis-alla-minetti-per-twittare.html c’è picca di fari, continuanu comu sempri…
L’Italia è tutta una Casta. Ma se la classe politica è marcia, la colpa di chi è? Non siamo noi ad eleggerli? La verità, come ha scritto Morici, è che fino a quando tutti ci facevamo i cazzi nostri non vedevamo niente. E in questo mi ci metto pure io che quando dovevamo muoverci come sindacato abbiamo chiuso gli occhi. A te, Mario Aversa, da sindacalista a sindacalista ti chiedo noi cosa abbiamo fatto. Lavoro nero non significava solo fottere il lavoratore. Significava fottere lo Stato e tutti noi che dallo Stato abbiamo servizi, stipendi e pensioni. Ma forse non lo capivamo. Ora siamo tutti incazzati e basta leggere i commenti all’articolo di Repubblica di oggi per capire che la gente si è rotta i cabasisi http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/01/29/news/milano_boom_di_scontrini_durante_il_blitz_nei_locali_lavoratori_in_nero_e_clandestini-28955342/#commentatutti
GdF e Agenzia delle Entrate ci stanno dando sotto. Vedrai che anche ad Agrigento qualcosa cambierà. Appena lo stesso imput arriverà anche da noi, ci sarà da ridere e quelli che si stanno coalizzando sotto l’egida di associazioni che in buona parte includono anche una bella fetta di evasori fiscali, cominceranno a tremare. Saranno gli stessi cittadini a fare quello che già avviene in altre città italiane.
Ma in tutto questo, il Sindacato, quello con la S maiuscola, dov’è?
Il Sindacato ha fatto tutto quello che c’era da fare. Si sono fatti tutti i caxxi loro.
W LA GDF E L’AGENZIA DELLE ENTRATE!!!!!!!!! ERA ORA. E ADESSO CONTROLLI A TAPPETO X TUTTI, ACCERTAMENTI PATRIMONIALI E SEQUESTRO DI BENI DI DUBBIA PROVENIENZA. SOLO COSI’ SI PUO’ USCIRE DALLA CRISI SENZA FARLA PAGARE AI CITTADINI ONESTI.