L’imprenditore di Bivona, Ignazio Cutrò, ha annunciato per lunedì l’avvio dello sciopero della fame e della sete. “Ho scelto di denunciare la mafia e continuo a credere nelle istituzioni, ma ora sono esasperato: da lunedì inizierò lo sciopero della fame e della sete e lo porterò avanti fino a quando non sarò ricevuto dal ministro dell’Interno e fino a quando lo Stato non mi dirà se posso continuare a lavorare in Sicilia o se dovrò arrendermi alla burocrazia che, finora, è stata più forte della mafia”. Entro lunedì dovrà pagare una cartella esattoriale di 85.562,56 euro che gli è stata recapitata dall’agenzia Serit Sicilia, pena l’iscrizione di un’ipoteca sui suoi beni immobili.”È una richiesta di pagamento relativa a cartelle che dovevano essere bloccate dalla sospensiva prefettizia – spiega Cutrò – ma la sospensiva è arrivata in ritardo, quando la cartella esattoriale era già stata inviata. Perchè devo pagare io le conseguenze di questo ritardo? A novembre ho inviato una lettera al prefetto di Agrigento chiedendo un incontro, ma non ho avuto risposta. Per questo inizierò lo sciopero della fame e della sete. La mia non è una minaccia, ma un messaggio di esasperazione. Non mi sento un eroe, ho fatto oltre 28 denunce contro mafiosi ed estorsori, ho subito una trentina di intimidazioni, ma l’ho fatto per coscienza civile”. Cutrò racconta anche la sua vita “blindata” dopo la decisione di ribellarsi al racket: “Una parte dello Stato è con me, ed è costituita dagli angeli della scorta che mi proteggono tutti i giorni. Ma si sta mandando un messaggio pericoloso e distorto agli imprenditori, come se denunciare non fosse conveniente. Per questo mi appello anche a Confindustria”.
(Fonte: Grandangolo)