Aragona (Agrigento)- Sulla Chiesa della Mercede dopo le dichiarazioni riportate a commento del nostro articolo (vedi commento n. 4) da parte dell’ex sindaco Biagio Bellanca e, quelle rese dal sindaco Alfonso Tedesco nel corso di una nostra intervista abbiamo sentito padre Saverio Taffari già arciprete di Aragona.
“Il Sindaco Tedesco come il Sindaco Bellanca – dichiara don Saverio – hanno ragione a dire che non spetta al Comune aggiustare le chiese. Tuttavia le chiese (o altri edifici pubblici) si possono aggiustare in tre maniere: o con una colletta tra i fedeli o con finanziamenti della Regione/Stato (se sono disponibili) o con l’8 per mille (se c’è disponibilità).
Per avere i fondi regionali/statali dai politici che presiedono alla loro destinazione ci vuole o la benevolenza del Ministro/assessore, o un supporto di popolo e di Autorità locali (che si dicono anche “cattolici”) che premano. In pratica, a volte o tante volte, le cose si muovono più facilmente quando l’Autorità che sta più sopra vede “un compagno” o “un amico” in chi sta più sotto.
Dire che “Però, al di là di tutto c’è stata una chiara scelta da parte dello stesso arciprete che ha puntato sulla chiesa madre con i lavori di ristrutturazione e restauro dell’Oratorio, locali sagrestia e Teatro armonia oltre che ai lavori della stessa copertura della chiesa madre” non corrisponde a verità per tre motivi:
1) Io ricevendo gli auguri dal Governatore Cuffaro per l’inizio del mio ministero in Aragona, mi sentii dire anche della sua disponibilità a fare qualcosa per la parrocchia e chiesi e ottenni dal Governatore Totò Cuffaro, due mesi dopo il mio arrivo, la promessa e poi l’impegno di finanziamento per il restauro dei locali annessi alla Chiesa Madre; dico:due mesi dopo il mio arrivo ad Aragona e quindi prima che io chiudessi – l’anno seguente – la chiesa della Mercede per inagibilità avendo prima fatto un sopraluogo con i tecnici comunali; la copertura del tetto della Chiesa Madre era stata portata avanti dall’arciprete D’Oriente.
2) Mi sono sempre interessato della chiesa della Mercede e in questo mi aiutarono anche le sorelle prof.sse Castellana che contattarono l’assessore regionale ai BB. CC., ma invano.
3) Il Governatore Cuffaro a cui feci presente la situazione della chiesa della Mercede, mi diceva che non aveva fondi, ma che bisognava mi rivolgessi all’Assessorato ai BB. CC. L’Assessore rispondeva che i fondi del suo assessorato erano esigui e che c’era un elenco lungo di chiese da riparare. Tra l’altro, la chiusura della chiesa della Mercede fu da me fatta consigliato dalle autorità: “O la chiude lei o sarà chiusa di Autorità e non si sa quando si riaprirà”
Cosa si può fare oggi per impedire che crolli? Io proposi allora che si costituisse un comitato ad-hoc onde adire alle competenti autorità che hanno il potere di finanziare, ma nessuno si volle fare avanti a parte le sorelle Castellana. Se il popolo “mercedario” non si mosse allora…”.
“Dunni populu sputa nasci un mari” chiara l’allusione all’unità di azioni e d’intenti per perseguire e raggiungere obiettivi non facili ma giusti.
Questo quanto Don Saverio ha voluto precisare circa le vicende che hanno portato alla chiusura della chiesa della Mercede. (vedi video chiesa della Mercede)
Dal confronto e dallo scambio di idee avuto con Padre Taffari è emerso che occorre tenere presente che l’Otto per Mille non è destinato solamente per sistemare chiese o costruirne di nuove, ma a sostenere progetti educativi (Oratori, associazioni giovanili), caritativi e missionari.
Difficile dunque risulterebbe, con le somme dell’Otto per Mille, riparare e riaprire al culto la chiesa della Mercede nelle cui vicinanze sono ubicate altre due chiese aperte al culto: la chiesa Madre e quella del Rosario.
Peraltro per un Assessore Regionale ai BB.CC. con poche disponibilità finanziare il problema è il medesimo di chi dispone di una piccola quota di Otto per Mille. “Per di più – ha aggiunto Saverio Taffari – la realtà dice che: certamente l’Onorevole Assessore potrebbe cercare di aggiustare non solo le chiese che hanno più urgente necessità e senza altre chiese vicinissime, ma anche le chiese di coloro che gli hanno dato i voti”.
Riconoscendo il realismo di quanto affermato sopra da Don Saverio non vorremmo che sia stato proprio quest’ultimo il motivo che portò i mercedari aragonesi a non voler costituire un comitato per il restauro della loro chiesa.
Totò Castellana
vedete amici? i discorsi cadono sempre lì ….la nostra classe politica locale nn si è mai messa in prima linea…è inutile commentare, se si legge bene tra le righe….qui le cose vanno avanti solo x “amicizia”.Unica frase ke dovremmo far nostra e rifletterci su è “Dunni populu sputa nasci un mari”!!!!
Si è vero ,ci movemmo noi.Ma se le autorità ecchesiastiche se ne stanno al fresco e mi riferisco alla Curia.Adesso:”fiato alle trombe ed….andiamo avanti imperteriti!!!