Agrigento – Consiglio comunale molto partecipato quello sul depuratore per la fascia costiera. Presenti nell’aula consiliare i cosiddetti “Inquinati”, appartenenti a vari gruppi sorti su Facebook, ma anche semplici cittadini, oltre Ausilia Eccelso, alla quale si devono le recenti indagini condotte sullo stato della condotta fognaria sottomarina e sulla qualità delle acque del mare di San Leone.
Un consiglio comunale straordinario sulla depurazione chiesto proprio dagli !inquinati”, tramite una petizione popolare firmata da 700 cittadini agrigentini. Gli inquinati hanno chiesto al sindaco e al consiglio tutto di trovare una soluzione al problema della depurazione.
Primo intervento della serata, quello di Angela Musumeci, che ha letto una nota con le tante domande alle quali i cittadini di Agrigento, stanchi di non potere fruire del mare di San Leone, pretendono adeguate risposte da parte dell’Amministrazione comunale.
Tra le richieste:
Se, per gli scarichi sul litorale di San Leone, sia ammissibile considerare la sola grigliatura una depurazione invece di un trattamento preliminare per l’invio dei reflui agli altri fondamentali trattamenti obbligatori per legge che invece non vengono fatti.
Di parlare oggi, non solo di pennello a mare, ma innanzitutto di qualità dell’acqua reflua. Perché non si può seguire l’esempio di Rapallo dove l’Europa finanzierà il depuratore con 15 milioni di euro di fondi europei, un’opera da 40 milioni di euro per oltre 30.000 residenti, potremo anche noi ottenere finanziamenti europei per la costruzione dei depuratori?
Di ottenere l’adeguamento alla direttiva europea 1991/271/CE sul trattamento delle acque reflue urbane perchè che Noi cittadini non vogliamo pagare le multe per inefficienza e incapacità della classe politica.
Se siete a conoscenza che laddove non esiste un depuratore non si paga la depurazione come da sentenza della corte costituzionale n. 335 del 2008 e art. 8 sexies della legge 27/2/2009.
In base al precedente punto 4 di procedere al recupero delle somme riscosse per una depurazione non fruita.
Che sia disponibile e di facile consultazione la mappatura delle zone servite attualmente dalla depurazione in modo che sia chiaramente individuabile da ogni cittadino la sua situazione riguardo la depurazione, come è stato promesso dal Sindaco e dal Presidente del Consiglio Comunale.
Dove vanno a finire i reflui di via Pier Santi Mattarella, via Mazzini, via Regione Siciliana, Quadrivio Spina Santa, ecc?
E i residui della grigliatura come vengono smaltiti?
Nell’ultimo incontro al collegio dei Filippini sono state consegnate delle evidenze oggettive al sindaco che si è impegnato a valutare per individuare eventuali estremi per la rescissione del contratto con Girgenti Acque. Signor Sindaco, oggi, ritiene che ci siano questi estremi? Tutto ciò sarebbe funzionale a far rispettare la volontà del 60% dei cittadini di Agrigento che si sono espressi riguardo il rendere pubblica l’acqua. E’ al corrente che altri sindaci come ad es. De Magistris a Napoli si sono adoperati per trovare una soluzione ottimale
Questo pennello secondo la legge è illegale se scarica a mare reflui non depurati, ma potrà essere utilizzato per scaricare l’acqua già depurata nel momento in cui verrà costruito il depuratore. Le immagini trasmesse da Teleacras mostrano una condotta semplicemente appoggiata sul substrato marino, non ben ancorata e in alcune parti sospesa. Non è così che immaginiamo possa essere una struttura per l’uso a cui questa è destinata. E voi? Si può continuare con una storia di rotture che sicuramente gravano sulle nostre tasche? A proposito quanto abbiamo pagato questa condotta realizzata nel 2009? noi sappiamo 3 milioni di euro lo confermate?
Prima della fine del mandato di questo consiglio, quali obiettivi vi proponete di raggiungere sul tema? Abbiamo saputo che il sindaco ha convocato di una conferenza di servizi per l’8 novembre, noi non possiamo che esprimere soddisfazione per la volontà dimostrata e un certo rammarico perché sia passato più di un anno dall’ultima delibera, ma attendiamo fiduciosi che il prossimo passo non avvenga fra un anno.
Gli inquinati, hanno voluto sottolineare che non possono loro avanzare proposte o soluzioni per questo problema che si protrae da tantissimi anni in quanto non sono tecnici ed aspettandosi dunque che sia chi amministra a dare adeguate risposte.
Risposte che sono demandate alla conferenza dei servizi, prevista l’8 novembre, che dovrà mettere un punto fermo alla vicenda della depurazione dei reflui fognari.
Grande assente della serata, la Girgenti Acque, che ha declinato l’invito a partecipare, ritenendo che l’argomento debba essere oggetto di valutazioni e dibattito squisitamente amministrativo. Peccato. Se avessero partecipato tecnici dell’azienda che si occupa dello smaltimento dei reflui fognari, forse qualche risposta la si sarebbe potuta avere direttamente in aula.
In assenza del sindaco, a rappresentare l’ente, il vicesindaco Massimo Muglia che fatto l’elenco di quanti erano stati invitati al dibattito in aula, citando la lettera inviata per conoscenza al Prefetto ed all’impresa del depuratore, nella quale viene specificato che ciò avviene per pervenire alla risoluzione definitiva della problematica inerente la depurazione dei reflui prodotti dagli insediamenti civili, e di quelli ad essi assimilabili, insistenti nel territorio comunale del Villaggio Peruzzo e dell’intera fascia costiera del litorale e vengono richiamate la nota del 24/03/2010, con cui è stato chiesto al Parco di indire una conferenza dei servizi in ordine al depuratore del Villaggio Peruzzo, le cui infrastrutture ricadono all’interno della zona II F dello stesso Piano del Parco denominata “Interventi localizzati di restauro del paesaggio” e per la quale si prescrivono idonei interventi di riqualificazione, e la nota di sollecito del 26/05/2010.”
Tra gli intervenuti, Mimmo Fontana di Legambiente, che, contrario alla realizzazione del depuratore del Villaggio Peruzzo, preannuncia con certezza una futura esondazione del fiume Akragas, che finirebbe con il distruggere, qualora si realizzasse, il depuratore. In tal caso, a rispondere del danno, sarebbero chiamati quanti si saranno assunti la responsabilità di realizzare l’impianto de quo.
Ci sarebbe da chiedersi, se vista la profezia di Fontana, non sia il caso di far evacuare le abitazioni insistenti in prossimità del sito, o se l’esondazione finirebbe con l’interessare solo le deiezioni del depuratore e non chi le abbia prodotte.
Strana tutela quella che non prevede in primo luogo quella delle vite umane, occupandosi soltanto di strutture e reflui fognari. Ma tant’è…
Emanuele Lo Vato (Inquinati), chiede che i cittadini vengano portati a conoscenza del fatto che quanti residenti in aree i cui reflui non passano attraverso il depuratore, non sono tenuti a pagare il canone di depurazione. Ne parla per esperienza personale, essendo riuscito a far cancellare questa voce dalle bollette a suo nome. Chiede inoltre, che il Comune si attivi nell’immediato ad individuare tali aree e nel chiedere la restituzione di quanto ingiustamente pagato.
Il consigliere Maurizio Calabrese, nel ribadire che il Consiglio comunale ha espletato tutti i passaggi ai quali era tenuto, ha indicato nel sindaco e nell’amministrazione attiva, i responsabili ai quali doversi rivolgere per i ritardi in materia di conferenza di servizi, ricordando come la problematica inerente la depurazione sia stata oggetto di lunghi e accalorati dibattiti in Consiglio comunale sullo stato delle cose e sulla mancata autorizzazione alla realizzazione di un nuovo pennello a mare (quale pare essere quello dei Padri Vocazionisti), nonché allo sversamento. Fatti che sarebbe doveroso appurasse chi di competenza, visto che il consigliere dichiara di averli denunciati più volte in aula, come risulta dai verbali del Consiglio.
Tecnico l’intervento di Epifanio Bellini segretario della sezione “Berlinguer” del Pd ribadisce aspetti tecnici sul depuratore di Timpa dei Palombi (di cui non si hanno notizie se non attraverso la stampa) che vanno dalla “poca funzionalità alla risoluzione della problematica richiamando “l’articolo 23 delle norme di attuazione del Piano del Parco che prevede solo il rilascio del parere dello stesso Ente” e confermando che “nelle more sia da realizzare e completare a pieno regime quello di Villaggio Peruzzo rendendo funzionali sia l’impianto che le reti già realizzate e quindi al completamento”.
Tra gli ultimi, l’intervento del consigliere Arnone, che, prodigo di insulti come sempre, nei riguardi di chi ha opinione diversa dalla sua (gli idioti e le idiote che denigrano Agrigento parlando di mare inquinato), si sofferma sulle analisi effettuate nel punto terminale del pennello a mare, sostenendo che è normale che se si vanno a fare le analisi sul “pistolino” del bimbo che fa la pipì, queste non potranno che dare un risultato già scontato.
Ben lontani i templi di quando parlando del “pistolino”, il consigliere ebbe a dire: se dalle analisi dovesse emergere che dal diffusore esce acqua inquinata, mi dimetterò da consigliere e non farò più politica,
Così come lontani sembrano ormai i tempi di quando invitava Don Baldo Reina scrivendo: “Andremo assieme in barca, con i giornalisti, videocamera e fotografi, ad effettuare i prelievi anche dove scarica il pennello a mare, in modo da poter stabilire, inconfutabilmente, se i reflui fognari gestiti dal Comune e trattati da Girgenti Acque provocano fenomeni di degrado e inquinamento o se, al contrario, i tre milioni di euro spesi per rifare il pennello, su richiesta di Legambiente e dei cittadini due anni addietro, garantiscono – come sostengono le Autorità – un trattamento dei reflui ottimale (leggi l’articolo)”.
Fortunatamente, Don Baldo Reina, non si prestò alla gita in barca. La storia del “pistolino”, tocca dunque al candidato sindaco Arnone risolverla, così come ha annunciato in Consiglio nella qualità di futuro sindaco (per i prossimi dieci anni) della città della valle dei templi.
Per dovere di cronaca, va precisato come molti dei presenti abbiano abbandonato l’aula, non appena il consigliere Arnone si è apprestato all’intervento in difesa del “pistolino”.
Quello che appare ormai inequivocabile, è il fatto che molti agrigentini non sono più disposti a doversi recare in altri lidi, sol perché il mare di San Leone ogni estate è “non inquinato ma sporco”.
È su questo che dovrebbero riflettere quanti parteciperanno alla conferenza di servizi prevista per l’8 novembre…lasciando da parte le storie di ”pistolini” …
Gian J. Morici
(Foto di Giuseppe Greco)
Si passerà finalmente ai fatti? Di parole se ne sono sentite tante, scuse, pretesti e qualche non compromettente promessa. Speriamo che i vari gruppi web e gli inquinati di Brigida Lena riescano a mantenere desta l’attenzione sui problemi e a spingere tutta la città fuori dal tunnel dell’ignavia dove si è ritirata… perchè non è nemmeno un tunnel ma un pennello!
Più voci hanno ribadito che Villaggio Peruzzo è a rischio di esondazione, il sindaco, responsabile della salute pubblica, deve far sfollare gli abitanti in pericolo, come fa sfollare chi rischia nel centro storico. Soprattutto adesso che iniziano le piogge. Sennò saranno coinvolti nel sicuro disastro che vaticina legambiente.
Per l’enorme conoscenza della materia e per la mancanza di interessi nella questione, gli esponenti di legambiente sono sicuramente sinceri quando danno per imminente e sicura la catastrofe; non si possono certamente tacciare di procurato allarme (come qualche utile idiota) e quindi sfolliamo chi è in pericolo.
Non vogliamo morti o feriti sulla coscienza. Ci basta il mare ferito dai liquami che escono fuori dai limiti di legge; limiti individuati al fine di garantire al mare la possibilità di rigenerarsi, perchè quella che avviene non è una semplice diluizione.
Se il pericolo è così grave prendiamo provvedimenti prima che questa terribile sventura si abbatta sui poveri disgraziati che hanno posto la loro dimora, più o meno inconsapevolmente, in zone ad alto rischio.
Simpatica la gag del pisellino del bambino….
Il mar mediterraneo è una tinozza, un mare chiuso.. il fatto che altre marinerie non siano in regola non rende il mare di San Leone meno sporco.
Se le analisi hanno detto che in alcuni orari il mare è inquinato vuol dire che il mare è inquinato e io non devo guardare l’orologio per vedere se posso fare il bagno… tranne per controllare se sono passate le 3 ore da quando ho mangiato.
Se tutti i bambini italiani, francesi, greci, spagnoli, croati etc si mettessero a spiscettare nella mediterranea tinozza, ogni volta che ne hanno necessità, la loro pipì sarebbe diluita dall’acqua fino ad un certo punto poi sarebbe l’acqua ad essere diluita nella pipì.
Il mare sta male: non è possibile riempirlo di pipì continuamente.
mio figlio ha soltanto due anni, ma ha imparato da tempo che la pipì la fa con il ‘pistolino’. serviva una laurea da avvocato per scoprirlo? fortunatamente padre Reina non si è prestato al gioco dell’avvocato da uomo intelligente quale è ha preferito mantenersi lontano da questa squallida storia.