Agrigento – Il celebre detto attribuito a Gesù e tradotto in quasi tutte le lengue del mondo (greco: Ἀπόδοτε οὖν τὰ Καίσαρος Καίσαρι καὶ τὰ τοῦ Θεοῦ τῷ Θεῷ), ad Agrigento pare non trovare albergo.
A nulla serve infatti che lo stesso sia stato riportato nei vangeli sinottici e registrato anche al di fuori degli scritti canonici come esempio di insegnamento sul laicismo o sull’obbedienza alle autorità civili, se dovesse risultare veritiero quanto affermato dal consigliere comunale Giuseppe Arnone., il quale in merito alla vicenda dell’inquinamento marino, ha dichiarato alla stampa:
“Faccio anche presente che al fine di avere certezza anche sul funzionamento del pennello a mare, mi sono già incontrato con il parroco di San Leone, don Baldo Reina, illustrando in dettaglio la mia richiesta di avere l’autorevole sacerdote come testimonial, e abbiamo rinviato il tutto al suo rientro da Tunisi, ove accompagna l’arcivescovo, previsto per il fine settimana.”
Senza nulla voler togliere a don Baldo Reina, ci chiediamo quale specifica competenza abbia lo stesso o la Chiesa agrigentina in materia di smaltimento di reflui fognari e quale l’autorevolezza scientifica di eventuali deduzioni che nel merito potrebbe effettuare il Ministro di culto.
Ci spiace dover notare come l’espediente tutto arnoniano di voler porre un sacrale sigillo ad una verità ancora oggetto di accertamenti da parte degli Organi Inquirenti, rischi di indurre in errore anche i rappresentanti della fede religiosa.
Cosa accadrebbe infatti se dopo una presa di posizione della Chiesa – o di parte della stessa -, quanto affermato dovesse trovare smentita in quanto scientificamente appurato dagli Organi Inquirenti?
Appare inoltre strano che se da un lato nella vicenda che riguarda il presunto miracolo del quadro della Madonna di Licata che lacrimerebbe sangue e lacrime, l’arcivescovo Francesco Montenegro, si è rivolto ai Ris dei carabinieri per analisi e accertamenti, in un caso che di miracoloso non ha nulla (inquinamento marino), anziché attendere fiduciosi l’esito di analisi e delle presunte indagini avviate dall’Autorità Giudiziaria, debbano essere esponenti religiosi ad entrare nel merito e sancire lo stato delle cose.
Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.
Tornando a Cesare, è già iniziato lo scontro politico tra il candidato sindaco Arnone e il candidato sindaco Totò Moncada.
A partire dalle accuse mosse da Arnone su una campagna elettorale (quella del Moncada) iniziata con largo anticipo e con notevoli spese, avendo certamente dimenticato che il consigliere che nel corso di una delle innumerevoli conferenze stampa dallo stesso tenute, dichiarò di essere già in campagna elettorale e di pagare di tasca propria il cameraman televisivo che quasi quotidianamente ne immortala le performance da mandare in onda sulla solita “emittente televisiva a contratto”.
Una campagna elettorale che dunque ad avviso di Arnone poteva essere anticipata da un solo soggetto: lo stesso Arnone!
Come da copione, puntuale e ad orologeria, iniziano le critiche nei riguardi di quello che finora è stato citato come esempio della sana e coraggiosa imprenditoria agrigentina: “Mi permetto pure di fare osservare al candidato sindaco Totò Moncada alcune sue affermazioni improprie e imprudenti – scrive Arnone – , che danneggiano immotivatamente l’immagine della città. abbiamo pure documentato, con un video, l’attività di quella distinta signora che ha liberato gli intestini in acqua tra gli scogli di Mare Nostrum. Se Moncada ha avuto la sventura di imbattersi in feci è soltanto perché, come in tutte le zone balneari, qualche persona poco educata o con problemi digestivi, in assenza di efficienti bagni pubblici ha ritenuto di espletare la sua funzione fisiologica a riva. Questi fenomeni non dipendono certamente dalla gestione pubblica delle fognature.
E faremmo bene tutti a dare prova, per amore del mare di Agrigento, a descrivere i problemi per quelli che sono, senza artifizi, invenzioni o enfatizzazioni. E quando parlo di “inventori” mi riferisco ai mai abbastanza censurati inventori di inesistenti guasti dello scorso giugno.”
Anche se non siamo tra i fautori di una eventuale candidatura dell’imprenditore Moncada, non possiamo non accorgerci di come il solo dubbio di poterselo ritrovare come avversario, abbia turbato la serenità dell’Arnone, che già da tempo, dorme sonni poco sereni e passa le sue giornate ad attaccare mediaticamente qualsiasi soggetto ritenga possa essere un probabile candidato a sindaco di Agrigento.
Stress pre-elettorale (con grande anticipo) di chi fu sindaco per una notte e si è ora proclamato sindaco del prossimo decennio?
Gian J. Morici
Fa specie la scelta del soggetto, certamente laico e non particolarmente frequentante gli ambienti ecclesiali, di cercare sponda (e credibilità) nella Chiesa agrigentina se solo si tiene conto la sua assodata ed ostentata…… non frequentazione (è volutamente………. un eufemismo) di ambienti ecclesiastici.
Il tentativo di coinvolgimento della Diocesi agrigentina è il disperato tentativo di accrediare per decente e credibile (?) ciò che è semplicemente indecoroso ed indecente:un mare “torbido” spacciato per “balneabile”, simulati per gargarismi tipo collutorio (non bevibile, si badi bene !) definito dal sindaxcuzzo “un pò sporco” (tanto è vero che i bagni con la consorte – quando è ad Agrigento – li va a fare a Giallonardo) e “pericolosamente attenzionabile” da Goletta Verde, che dal Nostro viene espressamente oscurata.
Il già ambientalista (a … sentimento, che dice che alcune cose possono………. essere avallate in…… particolare ” contesto storico”) perchè non invita a salutari bevute i “suoi amici” e/o i “compagbni di merende” ?
Il Vescovo assentirà a questa pagliacciata ?
Don Baldo Reina, impropriamente chiamato in causa da Arnone, se avesse la possibilità e l’accortezza di studiare a fondo la legittimità della condotta sottomarina presso i padri vocazionisti, dovrebbe far fare i prelievi nel punto di scarico della stessa; in tal caso, è molto probabile che, piuttosto che l’ASSOLUZIONE (tanto invocata da Arnone) al cosiddetto “pennello a mare”, il prete testimonial dia l’ESTREMA UNZIONE.
BALDO REINA DOVREBBE ASTENERSI DA QUESTI CONCILIABOLI NON PRODUTTIVI: