Agrigento- Incontriamo l’Ing. Giuseppe Di Miceli, che dall’agosto 2010 è alla direzione dell’Ufficio Provinciale Azienda Foreste di Agrigento, ufficio periferico del Dipartimento regionale, che governa tutto il demanio boschivo della nostra provincia, che comprende ben diciannovemila ettari di bosco.
Prima di entrare nel vivo dell’intervista concessa al nostro giornale, l’Ing. Di Miceli presenta il proprio staff di collaboratori, a capo delle diverse unità operative, artefici del buon lavoro svolto finora: Bartolomeo Scibetta, Giuseppe Marrone e Calogero Liotta.
L’Azienda regionale delle Foreste diretta da Di Miceli, oltre al demanio generale, gestisce anche sei riserve naturali orientate:
1) riserva naturale Isole Pelagie, Linosa e Lampione;
2) riserva naturale orientata “Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio”;
3) riserva naturale orientata “Monte San Calogero” di Sciacca;
4) riserva naturale orientata “Foce del fiume Platani”;
5) riserva naturale orientata “Monte Cammarata”;
6) riserva naturale orientata “Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco”.
Un progetto che sta a cuore al direttore Di Miceli e al suo staff, è quello della creazione di percorsi di collegamento – itinerari percorribili a cavallo o con mountain bike – tra le riserve naturali orientate di “Monte Cammarata” e “Monti di Palazzo Adriano Valle del Sosio”, lungo i quali realizzare spazi idonei a dar riparo e ristoro ai fruitori di questo turismo naturale di nicchia adatto a coloro che desiderano immergersi nella natura più estrema, bella ed incontaminata della nostra provincia.
D – Ing. Di Miceli, cosa può dirci di questo progetto?
R – Di Miceli: “Purtroppo, allo stato attuale, si tratta di progetti che ancora non sono esecutivi, poiché occorre capire sino a che punto possiamo spingerci nella loro realizzazione. Attualmente si sta collaborando per una futura fattibilità con i sindaci dei comuni di Cammarata, di S. Stefano Quisquina e Burgio. Se siamo fortunati – conclude Di Miceli – questo progetto potrebbe concretizzarsi in un paio di anni”.
Spostiamo la nostra attenzione su un altro campo, e poniamo la domanda al Dott. Giuseppe Marrone
D. – Circa 5/6 anni fa, il nostro editore, Gian Joseph Morici aveva ipotizzato la presenza del tartufo nei nostri boschi. Poco tempo fa, si è avuta notizia che in alcune aree boschive della nostra provincia, il prezioso tubero sarebbe stato rinvenuto…
R. – Giuseppe Marrone: “Si, è confermata la presenza di questo tubero nei boschi della “Valle del Sosio”, nonché nelle zone di Cammarata”. Infatti, diversi tartufi di piccole dimensioni sono stati trovati nelle diverse uscite di ricerca”.
Il Dott. Marrone, illustra inoltre come l’assessorato regionale all’agricoltura nell’ambito di un progetto, teso a diffondere la pratica della ricerca del tartufo, starebbe allevando dei cani da tartufo.
Tra gli altri progetti in itinere, l’allevamento di cavalli Franches-Mountagnes, a S. Stefano Quisquina, l’allevamento faunistico, sempre all’interno della riserva di “Monte Cammarata”, dove vengono ospitati la coturnice siciliana, la capra girgentana e cinghiali da reintrodurre in natura.
Vanto dell’istituzione diretta da Di Miceli, sono i due vivai d’eccellenza. Quello di Siculiana e quello di Cammarata, ove tra l’altro vengono prodotte le piante che necessitano per l’opera di riconversione dei boschi, da eucalipteti a macchia mediterranea.
Ad intervenire in merito alla riconversione dei vecchi demani, è l’agronomo, Dott. Bartolomeo Scibetta, che illustra come tra le priorità dell’Azienda, ci sia la riconversione dei vecchi demani forestali, ricordando che quando la Regione iniziò a sviluppare questi demani -1940-50 -, furono fatte delle scelte più o meno strategiche per imprimere al territorio un determinato sviluppo dal punto di vista agronomico. In quegli anni la scelta tipica della silvicoltura erano conifere, poiché varietà preparatoria a successive riconversioni boschive con specie più nobili come le latifoglie.
“Gli eucalipteti negli anni sessanta – ha spiegato il Dott. Scibetta –, furono una scelta ben precisa legata al “sogno delle cartiere” che dovevano sorgere su Enna e Caltanissetta. In quelle zone tutti i demani sono coltivati ad eucalipti, mentre nella provincia agrigentina, nonostante ci siano vaste zone ad eucalipteto, la piantumazione della specie non ha riguardato tutta la superficie boscata”.
Scibetta, tiene a ricordare come l’eucalipto – che oggi tanti problemi sta ponendo per una riconversione delle aree boscate con specie mediterranee – allora fu scelto anche perché ben si prestava a prevenire i movimenti franosi del terreno. Purtroppo, a detta di Di Miceli e Scibetta, non ci sono tempi certi per la riconversione degli eucalipteti del demanio forestale della nostra regione, poiché la programmazione si scontra con l’atavica carenza di risorse economiche.
All’interno del demanio boschivo, sono state realizzate delle aree attrezzate per far godere delle nostre bellezze naturali quanti amano la natura. “L’invito che tengo lanciare dal vostro giornale – ha dichiarato l’Ing. Di Miceli – è quello di fare un uso civile e sostenibile di queste aree attrezzate e del nostro patrimonio naturalistico. Questo vuole essere un appello accorato che facciamo come amministrazione”.
Troppo spesso in effetti, la gente che frequenta questi posti, terminata la giornata ludica dimentica di raccogliere la spazzatura prodotta depositandola negli appositi contenitori di raccolta, costringendo l’Ufficio Provinciale Azienda Foreste – che non ha un proprio servizio di raccolta di rifiuti- a stipulare accordi e convenzioni con le diverse amministrazioni comunali che, pur tra mille problemi, cercano di adempiere agli accordi presi.
Quando, l’accordo da parte di qualche comune non viene rispettato al 100% – perché magari per quell’ente è un impegno più gravoso del previsto – i demani boschivi rimangono sporchi per lunghi periodi. Purtroppo quanto lasciato da chi fruisce del bosco non possedendo un adeguato grado di civiltà, non rende onore ai comuni, all’Azienda diretta dal Di Miceli ma, soprattutto, non rende onore a noi cittadini della provincia agrigentina e ai siciliani.
Nel complimentarci con l’Ing. Di Miceli e con il suo staff per l’impronta data alla gestione delle aree demaniali e ringraziando i vertici dell’Azienda per quanto ad oggi hanno realizzato – auspicando che possano a breve essere realizzati gli altri progetti in cantiere -, facciamo nostro l’appello a mantenere pulite le aree attrezzate e i boschi di cui fruiamo per gite e picnic, affinché tutti possiamo sentirci orgogliosi dell’immensa ricchezza e bellezza che ancora cela il nostro territorio. I boschi sono di noi tutti e spetta ad ognuno di noi preservare questi spazi verdi, la cui importanza va ben la di là di una qualsiasi area adibita ad ospitare villeggianti e vacanzieri.
Totò Castellana