Il vicesindaco di Licata Arnone : “Il prossimo sindaco di Agrigento deve governare e pacificare la città”
“ In un momento economico e sociale difficile per il nostro paese, con un malcontento generale, dove da più parti si agita la piazza con molta superficialità e da amministratore locale sempre vicino alle istanze del territorio, mi preme fare delle considerazioni in vista delle prossime elezioni amministrative in Sicilia e nella città di Agrigento in particolare.
Da Presidente regionale dei Comitati Civici siciliani ho ripreso ad incontrare le categorie produttive della provincia e ascoltando numerosi operatori economici ho sentito forte il bisogno di trovare delle soluzioni alla nostra realtà.
Gli imprenditori sostanzialmente rivendicano una debolezza della politica a fare scelte per lo sviluppo e il rilancio della produzione economica.
Obiettivamente la politica e i politici dovrebbero essere più coesi e credibili nel rilanciare e insistere sui progetti di sviluppo, anche perché l’amministrazione Zambuto negli ultimi mesi è rimasta vittima di polemiche a non finire che hanno bloccato tempo e denaro sul rilancio del capoluogo.
Ecco perché avendo un progetto chiaro per la città e coinvolgendo le forze sane gli ordini professionali, le associazioni di categoria,le scuole si può finalmente amministrare Agrigento senza tutto questo stress verbale e di bottega.
Come altre volte noi riteniamo che oltre Zambuto la città possa esprimere altri sindaci che possano dare un impulso forte e non per questo debba essere frutto di accordi palermitani e romani.
Tante volte i siciliani hanno dimostrato di votare per sindaci che non sono stati sostenuti da coalizioni composite ed eterogenee ma che hanno presentato ai cittadini programmi per il territorio.
Oggi parlo da amministratore locale governare un comune è cosa assai difficile, anche perché alla gente non si racconta che i municipi sono stati azzerati dal governo centrale, con l’ultimo decreto anti-crisi. I trasferimenti statali saranno azzerati,rischiando di tagliare i servizi sociali non potendo garantire neanche l’ordinario per far quadrare i conti alle casse comunali.
I Comuni debbono anche ottimizzare le risorse interne e digitalizzare e velocizzare i servizi comunali e soprattutto presentare progetti di riqualificazione dei centri urbani con la collaborazione di tutti compresi i politici regionali e nazionali troppo spesso distratti con le beghe di palazzo.
Sui tagli dei costi della politica sono d’accordo che si deve dare una sforbiciata netta al numero dei consiglieri e assessori e alle indennità, ma si deve evitare di fare demagogia spicciola.