Agrigento – Con la presa di posizione di Legambiente dei giorni scorsi – afferma Epifanio Bellini, Segretario del Circolo E. Berlinguer del Pd -, finalmente il fronte del No al depuratore di Villaggio Peruzzo, dopo le sentenze di assoluzione dei progettisti dell’impianto, trova interpreti e motivazioni definite, in luogo delle generiche affermazioni d’illegittimità o illegalità ad oggi contrapposte. I toni non ci sono sembrati esattamente sereni e distaccati, contribuendo ad alimentare un clima di tensione in città, ma probabilmente sono giustificabili con il grande valore simbolico che il completamento o il definitivo abbandono dell’opera avrebbe nella percezione della cittadinanza nei confronti di chi per oltre 15 anni si è battuto per sostenere la illegalità della stessa.
Ma aldilà della fondatezza delle motivazioni tecnico-giuridiche oggi portate all’attenzione pubblica e sulle quali devono essere i tecnici degli uffici preposti a rispondere nel merito, riteniamo che il problema di fondo sia un altro, ovvero l’incapacità della politica ad assumere scelte chiare nell’interesse pubblico, fuori da condizionamenti ed intimidazioni.
Oggi, infatti, si portano come elementi “trancianti” che impedirebbero la realizzazione del depuratore, le norme e/o le previsioni di strumenti di pianificazione territoriale, assunti quali verità di fede, e che invece, come molti già sanno ad Agrigento, sono strumenti continuamente sottoposti a revisioni e modifiche nell’interesse pubblico o in quello privato quando non contrasti con il primo. Ciò è vero per il PAI, modificabile anche su iniziativa privata a seguito di studio di dettaglio o alla realizzazione di opere di mitigazione del rischio, e a maggior ragione per il Piano del Parco, il PRG e il PARF. Nei riguardi dei limiti normativi sulle distanze e sulle fasce d’inedificabilità, è pacifico che questi ammettano precise deroghe in ordine alla pre-esistenza degli impianti e ai requisiti tecnologici di in odorizzazione e insonorizzazione che dovrebbero possedere gli stessi , la cui sussistenza nel caso specifico, se le sentenze emesse già non lo avessero fatto, i tecnici preposti devono chiarire una volta per tutte.
Non si vuole qui sostenere che il depuratore possa essere fatto in difformità alle citate disposizioni degli strumenti di pianificazione – continua Bellini -, se queste eccezioni fossero realmente fondate, il che è tutto da dimostrare, ma piuttosto che in ogni caso non rappresenterebbero ostacoli insormontabili potendosi sempre attivare le procedure per la loro modifica, come del resto si sosteneva possibile fare neanche troppi anni fa per la realizzazione di un’aviopista con annesso resort privato in un’area di grande pregio ambientale e plurivincolata, in virtù di un presunto interesse pubblico.
Ma se anche solo una delle contestazioni oggi mosse dovesse essere fondata, e quindi il depuratore di Villaggio Peruzzo dovesse essere abbandonato, quale è lo stato di avanzamento tecnico-amministrativo per l’alternativa che si vorrebbe già individuata consistente nel grande depuratore di Villaggio Mosè, per il quale occorrerebbe non meno di un lustro, tra modifiche di PARF approvazione, affidamento progetto, finanziamento, realizzazione, collaudo e messa in esercizio? Chi ha valutato l’effettiva convenienza economica di questa ipotesi? chi ne ha studiato la reale fattibilità tecnica anche dal punto vincolistico visto che al pari del depuratore di Villaggio Peruzzo tale ipotesi risulta in parte gravata dagli stessi vincoli e in particolar modo di quelli del Parco? Non è del resto necessaria comunque una modifica al PARF ad oggi neanche avviata? Mentre noi ce lo domandiamo e la politica latita, continuiamo a sversare nel mare di San Leone i reflui senza trattamento secondario e il depuratore di Villaggio Mosè crea tutti quei problemi lamentati dai residenti.
Queste considerazioni ci portano quindi al vero nodo della questione. Il problema non sta nei vincoli ma nell’assenza di una classe politica autorevole in grado di assumere responsabilmente decisioni su temi sicuramente sensibili e delicati nell’interesse della collettività, trascinando il problema di anno in anno senza prendere mai una posizione.
Sig. Sindaco – conclude il segretario del circolo Berlinguer -, ci stupisca. Invece di passare gran parte delle sue energie al rilevamento degli scarichi abusivi dei privati nelle acque nere, incurante di avere ella stesso taciuto, nella qualità, sullo sversamento in mare dei reflui non trattati mediante il sistema dei pennelli a mare, prenda una posizione chiara e dica cosa vuole fare del Depuratore del Villaggio Peruzzo.
Ci convinca della scelta dimostrandone l’interesse pubblico (superiore all’interesse privato del singolo o di gruppi che per quanto numerosi non rappresentano la collettività) e avrà tutto il nostro sostegno.