Ultima emergenza, lo sgombero precauzionale di una palazzina di cinque pian in via Imera, definita pericolante a causa di una serie di profonde crepe comparse su una facciata dell’edificio e il cedimento di un muro di sostegno.
L’allarme è stato dato da alcuni residenti che hanno avvisato i vigili del fuoco del comando provinciale, che sono intervenuti immediatamente sul posto insieme a personale dell’Ufficio tecnico del Comune e della Protezione civile.
La palazzina, abitata da otto famiglie e sede di alcuni uffici, è stata fatta evacuare.
Dopo il crollo di Palazzo Lo Jacono, e relativa apertura di un’inchiesta da parte della Procura, sembra che finalmente ci si accorga del fatto che questa città ha ben altre emergenze, che non quelle degli spettacolini organizzati sì per allietare i le tristi giornate degli agrigentini, ma anche, e soprattutto, per favorire amici e parenti.
Decenni trascorsi spendendo allegramente denaro pubblico per iniziative più o meno discutibili, hanno prodotto quello che adesso è sotto gli occhi di tutti.
Strade disastrate peggio che ci fosse stata una guerra; immondizia che spesso campeggia ad ogni angolo della strada; quartieri che stanno crollando come fossero castelli di carte.
Una classe politica inadeguata, se non peggio, unitamente ad un’informazione ‘consenziente’ e una cittadinanza apatica a tutto, hanno prodotto il risultato e finalmente abbiamo ciò che meritavamo da tempo: una città disastrata!
Tra una festicciola e l’altra; tra un convegno (o pseudo tale) e l’altro; tra una manifestazione finanziata ad associazioni senza fine di lucro etc, ci eravamo mai accorti di una città che cadeva a pezzi? Ci eravamo mai accorti di quanta miseria e disperazione ci circonda?
Un esempio per tutti. Nella centralissima via Atenea, da tempi immemorabili, forse dal dopoguerra, una parete con quattro finestre aperte sul cielo (v. foto), attira l’attenzione e la curiosità dei turisti, ma non degli agrigentini.
In quale altro paese civile o semi tale, è possibile ammirare una simile ‘opera d’arte’? In quale paese, una parete, senza tetto, senza altri muri perimetrali, potrebbe affacciarsi sulla via principale, senza che per decenni a nessuno venga in mente di prender provvedimenti?
Nonostante il crollo di palazzo Lo Jacono, sul cui fronte si potevano prima ammirare “finestre aperte sul cielo”, sono ancora molti gli edifici la cui ‘messa in sicurezza’ ci sembra alquanto discutibile.
Basti pensare ai recenti interventi nella zona a nord di P.zza Ravanusella, dove molti edifici sono stati fatti evacuare e alcune vie sono state transennate, mentre altre ‘godono di coperture di sicurezza’, che viste le condizioni dell’edificio adiacente, nell’ipotesi non inverosimile di un crollo a ben poco servirebbero (v. foto ex Gorizia e salita S. Lucia).
E se controlli più accurati venissero effettuati anche su edifici apparentemente in discrete condizioni, ci si accorgerebbe di come esistano muri perimetrali di edifici che si stanno sgretolando (v. foto v. Marsala).
Che dire? Panem et circenses? Già, ma questa volta non c’è panem e in più c’è di mezzo la Procura…
Gian J. Morici
Gentile Sig.Morici ,ogni volta che vado in via Atenea alzo sempre lo sguardo in cielo e nel vedere quel muro faccio marcia indietro .Questo muro non è caduto e provocato danni solo perche c’è il palazzo frontistante altrimenti a causa del vento sarebbe venuto giu’ da parecchi anni ,ma nonostante cio’ é sempre un pericolo .