Sembra quasi che il colpire genericamente tutti, senza mai indicare un vero responsabile, serva a togliere ossigeno e interrompere le sinapsi dei cervelli pensanti (pochi per la verità…) di quelli che sono gli eredi di ben più illustri personaggi che questa città ha partorito nei secoli passati.
Quegli stessi pedissequi elettori di questa classe politica, sempre pronti a plaudire quanti in maniera populistica ‘osano’ scrivere o urlare ‘politici ladri’ ben sapendo che nessuno se ne avrà a male o patirà conseguenza alcuna a seguito di tali ‘coraggiose affermazioni‘.
Tra cotanti eroi, vanno ascritti i re dei pennaioli che questa cittaduzza in abbondanza produce.
“Senza vento l’aria sarebbe stata uno stagno putrido, ma anche le ventate risanatrici trascinavano con sé tante porcherie”. Un’altra frase topica tratta da Il Gattopardo…
Proviamo a cambiare le regole del gioco, ponendo domande alle quali, si spera, qualcuno dia adeguate risposte:
1) palazzo Lo Jacono, era stato messo in sicurezza?
2) se sì, chi ha dichiarato che l‘edificio era sicuro da un punto di vista statico?
3) se qualcuno riteneva l‘edificio in imminente pericolo di crollo, come mai non era stata interdetta la zona al traffico veicolare e pedonale e non erano state fatte sgomberare le abitazioni viciniori?
4) quanti soldi sono stati spesi per la messa in sicurezza dell’edificio – oggi crollato – e come sono stati spesi?
5) chi sono i tecnici ai quali sono affidati il monitoraggio del centro storico, le perizie, le responsabilità decisionali, l’onere di chiedere o prendere decisioni in merito alla salvaguardia dell’incolumità pubblica se messa a rischio da situazioni analoghe a quella di palazzo Lo Jacono?
6) quali titoli accademici e/o esperienze specifiche possiedono coloro ai quali sono affidati questi compiti?
7) quanto costa alla collettività quest’apparato che avrebbe il compito di intervenire preventivamente quando un evento, come in questo caso, è facilmente prevedibile, o successivamente in caso di emergenze quali le calamità naturali?
8 in quanto accaduto, è possibile rilevare la sussistenza di estremi di reato?
9) a seguito del susseguirsi di crolli nel centro storico agrigentino, con continua messa in pericolo dell’incolumità dei cittadini, anche allorquando non sussistano estremi di reato, i responsabili, in un sussulto di dignità, non dovrebbero rassegnare le proprie dimissioni da incarichi ai quali non riescono a far fronte?
10) in mancanza di dimissioni volontarie, il responsabile dell’Amministrazione cittadina, non dovrebbe rimuovere immediatamente dagli incarichi quanti hanno mostrato inefficienza e superficialità, a tal punto da far rischiare una strage?
Si assiste ormai stancamente al susseguirsi di vacui dialoghi intessuti di riferimenti politici conseguenti a ventata modiste di ‘rinnovamento’, che scandiscono ogni nuova campagna elettorale, senza che nessuno individui adeguate figure tecniche capaci di redigere progetti cantierabili, intercettando i flussi finanziari erogati dalla Comunità Europea, dal Governo, dalla Regione.
Senza una classe dirigente adeguata, tutto il resto è retorica.
Resterà come sempre l‘ormai famoso “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”, di gattopardiana memoria, al quale noi agrigentini sembriamo così affezionati da non volerne fare a meno…
Gian J. Morici
Capisco che amministrare una città con un bilancio in rosso e veramente difficile, ma per mettere in sicurezza i centri storici ed la sua economia bisogna che i consigli comunali si dotino di strumenti urbanistici che agevolino l’edilizia per il recupero dei fabricati pericolanti e non, qui per dare una scossa al Comune capoluogo ma in questo caso il vestito sta a tutti i Comuni della Provincia che si accelleri in questo senso cioè agevolare l’edilizia privata cioè snellire tutte le procedure per il rilascio dei permessi autorizzativi affinche si possa eliminare da un lato il rischio di altri crolli e dall’altro i Comuni farebbero un pò di cassa con i relativi oneri che ne derivano.
Salvatore
di certo c’è che da tre anni circa lo stabile è stato requisito ai leggittimi proprietari per essere ristrutturato a spese della regione.(oltre duecentomila euro qual’è il risultato?).
9)a seguito del susseguirsi di crolli nel centro storico agrigentino, con continua messa in pericolo dell’incolumità dei cittadini, anche allorquando non sussistano estremi di reato, i responsabili, in un sussulto di dignità, non dovrebbero rassegnare le proprie dimissioni da incarichi ai quali non riescono a far fronte?
Gentile direttore ,Lei ha ragione da vendere ,dovrebbero di mettersi ,pero’ moralmente ,stante che in questo momento la citta’ necessita di una guida ,altrimenti si andrebbe allo sfascio totale.
rigettare le proprie responsabilità e addirittura attribuire le proprie ad altri pone il Cittadino a considerazioni che sono leggittime e anche, a mio modo di vedere obbligatorie in proiezione futura. Con mio grande rammarico intuisco un sottile,piacere di sopravvivenza e furbizia animale. E questo di questi tempi,con maggiore o minore ipocrisia, accade ovunque e ancor meglio in Sicilia.
Avevo giurato che per le prossime tornate elettorali ad esclusione del Referendum non mi sarei recato più alle urne, ma fatti di questo genere mi spronano sempre più a prendere posizioni non potendo rimanere piacevolmente insensibile a cotanta vergona. Il Crollo del Palazzo Lo jacono è solamente la punta dell’iceberg, perchè se vogliamo continuare nella metafora è un’altro il crollo incombente che più ci fà paura, il crollo di ogni responsabilità, di ogni sensibilità,affermazione questa non mia ma di un nostro illustre concittadino.