da Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del Cittadino (dalla regione Puglia)
In occasione della conferenza stato-regioni di oggi pomeriggio, 20 aprile 2011, a Palazzo Montecitorio, sul tema delle rinnovabili, e del Decreto Romani “Salva Paesaggio”, il D. L. del 3 marzo 2011 n. 28, che ha tagliato la testa alla speculazione falso-verde
Questo il testo della lettera:
Gentile Presidente del Consiglio, Gentili Ministri e Presidenti delle Regioni d’Italia,
Gentile Presidente della Repubblica Italiana,
vi scriviamo con il cuore in mano dalla povera Puglia, devastata senza pari da una politica delle energia rinnovabili che non osiamo definire, per pudore e vergogna, poiché come cittadini ci sentiamo colpevoli per le scelte compiute in tal senso dalle nostre classi dirigenti, che dovevano rappresentarci e difendere il nostro territorio e che invece lo hanno svenduto e hanno aperto le porte ad una vile colonizzazione, senza precedenti storici, che dissangua e stupra la terra bagnata dal sudore e dall’amore dei nostri padri!
Vi chiediamo solo, a voi che viaggiate spesso in aereo per ruoli amministrativi e di rappresentanza, di volgere lo sguardo alla Puglia, dalla Daunia al Salento, e vedrete con i vostri occhi, dall’alto del cielo, quale metastasi tumorale di sconfinate chiazze di lager di pannelli fotovoltaici ha preso il posto della vita, dei prati e dei campi fertili, che ci hanno nutrito e che hanno nutrito generazioni e generazioni di italiani. Campi oggi desertificati in pochi mesi sotto un sole cocente tra specchi infiniti e dedali di tralicci e cavi elettrici! Vedrete quale calvario di mega torri eoliche d’acciaio falcidia uccelli son diventati i cieli di Puglia, regione paradigma di tutto un sud Italia in preda alla barbarie falso-verde.
Nessuna ricaduta occupazionale, nessun beneficio per il territorio; e in quei lager sono chiamati a lavorare per la loro iniziale costruzione extracomunitari, sfruttati, schiavizzati e non pagati, da ditte fantasma fuggite via dopo aver venduto ad altre ditte i loro impianti; lavoratori disperati che assediano gli edifici istituzionali e di controllo per chiedere giustizia a Lecce e Brindisi in queste stesse ore come i prefetti vi avranno già dettagliatamente riferito.
Società a responsabilità limitata, s.r.l. solo apparentemente locali o italiane, con capitale sociale di pochissime migliaia di euro di capitale sociale, società di cosiddetti “sviluppatori”, “senza arte e né parte”, che con metodi, che non osiamo indagare, hanno avuto dalla politica e dagli enti locali preposti, con una faciloneria che indigna e preoccupa, miriadi di autorizzazioni impossibili per i loro progetti! Autorizzazioni che poi hanno venduto a ditte più solide che quei progetti gli hanno realizzati, o che li vorrebbero realizzare, e che sono cinesi, giapponesi, americane, russe, tedesche, austriache, danesi, spagnole, ecc. Impianti altamente automatizzati di nessuna ricaduta occupazionale a regime i cui lauti introiti, di questa bolla speculativa, affluiranno tutti all’estero, e spesso, attraverso meccanismi a scatole cinesi con società off-shore, in paradisi fiscali quali quelli di Panama, Cipro, Cayman, con rischi di riciclaggio di denaro sporco elevatissimi, se non certi, attenzionati dall’ Europol, la polizia europea.
E’ una catastrofe per l’ambiente e per noi umani, che calpesta senza ritegno, nel 150° anno dell’Unità Nazionale, la nostra Costituzione nei suoi principi basilari, quelli che affermano che lo Stato tutela la salute, la qualità di vita dei cittadini, i beni culturali, il paesaggio, la natura!
Una catastrofe economica che ci priva della terra agricola, della nostra primaria fonte di vita dunque, della biodiversità tutelata dalla Conferenza Internazionale di Rio sottoscritta dall’ Italia nel 1992, e della bellezza del paesaggio fonte primaria del turismo, poiché questa calamità artificiale, che segna un crollo colposo di tutti gli enti istituzioni locali, rende irriconoscibile il territorio, lo cancella, lo industrializza e iperelettrifica in maniera diffusa, rendendolo diffusamente insano, per produrre solo energia in surplus, specie in Puglia, una regione che già da fonti fossili produce ben oltre il proprio fabbisogno locale energie a grave danno della salute cittadini; fonti fossili poi che non vengono riconvertire e sostituite dalle fonti verdi, ma mantenute ed incrementate grazie al meccanismo perverso dei “certificati verdi” che le alimenta finanziariamente entrambi, ai danni delle casse dello Stato, oltre l’inganno la beffa! Surplus di energia verde dunque da esportare, pagando alla fonte i produttori e disperdendo poi lungo gli elettrodotti di trasporto la più parte prima che giunga nella sua lontanissima destinazione, il tutto nella massima speculativa inefficienza!
La più grande speculazione della storia d’Italia messa su ad arte da una mala politicamente trasversale di amministratori e speculatori, da una “mafia borghese” come l’ha definita il senatore ed ex Ministro degli Interni Beppe Pisanu, presidente della Commissione Bicamerale Antimafia, in trasferta d’emergenza in Puglia, a Bari nel dicembre 2011. La magistratura è all’opera per contenere la mole devastante e vastissima del fenomeno di rapina in costituzionalmente ed illegalmente pseudo-legittimato, per impianti industriali deregolamentati falsamente dichiarati pure di “pubblica utilità”, tanto da giunger persino ad operar pubblici espropri per favorirne la nascita! Atti gravissimi! I sequestri, gli arresti, le nuove inchieste sono all’ordine del giorno in Puglia. Questo settore della “Green Economy Industriale”, e ribadiamo con riferimento al settore della produzione “industriale” dell’energia, per la sua vendita dunque, è fortemente inquinato, sin nelle sue radici più profonde, dalla malavita e da tutte le mafie (Camorra, Mafia siciliana, Sacra Corona Unita, Mafie internazionali e forse anche la stessa Mafia cinese), ed è favorito in loco, in Puglia e in particolar modo nel Salento, da una “Mafia Borghese” ( espressione, questa, coniata ad hoc dallo stesso senatore Pisanu, che ne ha massimamente lanciato l’allarme dopo aver udito i locali magistrati e non solo). Una “mafia borghese” collusa strettamente con la politica, con le Banche, con l’imprenditoria più spregiudicata e affaristica, nonché con la bassa malavita territoriale.
E’ un’emergenza! Non scandalizzatevi, non meravigliati se una masnada vasta di speculatori con al seguito povere fiduciose e brave persone animate da spirito cittadino ambientalista, e lontane dalla vera devastazione dei campi d’Italia, con politici ed amministratori che hanno ormai smarrito il loro onore, manifesterà contro il salvifico “Decreto Romani-Salva Paesaggio”, e frena rinnovabili industriali! Il D. L. 3/3/2011 n. 28. Manifestazioni di dissenso che strumentalizzano tutto, il nucleare, il clima, il lavoro, ecc., sbandierando alchimie numerologiche e statistiche falsate e senza senso e prive di ben noto valore alcuno, infarcendo tutto di un’ecologia dissacrata in quell’impropria arena di speculazione, strumentalizzazione, mistificazione e assassinio della natura, della vita e della bellezza!
Tolti i manifestanti che vedrete o che già avete visto magari per le strade di Roma, iracondi come cani a cui han tolto il succulento osso, strappato alle membra dei poveri cittadini, tutto il resto d’Italia ama l’Italia, ama il paesaggio, ama l’ecologia vera, e come dice “no” all’industria delle rinnovabili che devastano l’Italia, dice “no” al nucleare, ugualmente come lo diciamo noi, e che con forza andremo a votare “si” al prossimo referendum contro il nucleare, contro la scelta nuclearista del Governo, che attacchiamo per la questione nucleare, e di cui qui stiamo invece invocando l’intervento per la questione rinnovabili, a conferma della nostra credibilità ed indipendenza ed apartitica onestà intellettuale!
Siamo per la riduzione dell’uso dei combustibili fossili e siamo a favore delle vere rinnovabili!
Si, ed e per questo che vi scriviamo perché chi manifesta, invece tout court, contro il “Decreto Romani Salva Paesaggio”, ha offeso la “filosofia delle rinnovabili”. che devono salvare il pianeta e non assassinarlo come sin ora avvenuto in larga parte in Italia, ed in special modo nel povero sud, non a caso laddove le mafie sostituiscono lo Stato! E’ una battaglia di legalità, dunque anche, che si chiede di fare allo Stato nel momento in cui si chiede di salvare la Nazione, il “Bel Paese, giardino del Mediterraneo e d’Europa”, dalla deriva industriale delle energie verdi!
Le stesse associazioni, ormai pseudo-ambientaliste, che manifestano contro il Decreto Romani, son sfasciate al loro interno, lacerate all’inverosimile, e tanti circoli locali, dalla Sicilia alle Alpi, son in rotta di collisione con i direttivi, contro la deriva strumentalizzante l’ecologia ed industrializzante di tanti loro dirigenti. Circoli e singoli associati che hanno denunciato tutto ciò e che hanno abbandonato in questi mesi le loro tradizionali associazioni, o che dai vertici sono stati radiati fuori, dopo una vita di battaglie in nome dell’ambiente; basta un breve giro in internet per scoprirlo con dovizia di particolari, particolari frenati dalla grande stampa nazionale purtroppo e chissà perché!?
Vi chiediamo la totale forte nuova decisa azione di tutela delle aree agricole da questo immane disastro. Non possiamo introdurre il concetto di “industria dell’energia” nei nostri campi, nelle nostre aziende agricole, sia in tema eolico, sia in tema di biomasse, sia in tema di fotovoltaico!
Non possiamo permettere che si giunga ad una discriminazione delle aree rurali, con l’individuazione di aree “degradate”, in cui acconsentire, ancora, la vile speculazione della mala Green Economy Industriale, da eolico e fotovoltaico, nonché biomasse. Se aree degradate vi sono dobbiamo bonificarle, rinaturalizzarle, rimboschirle, farle tornare fertili non certo avvilirle ancora di più! È questa virtù amministrativa che ci può ancora rendere orgogliosi di essere italiani!
Al Governo si chiede oggi la forza, il coraggio, e il senso dell’onore e della giustizia animata dal bene comune, di affermare l’urgente e improrogabile interdizione assoluta di tutte le aree agricole e naturali, senza distinzione alcuna, ad ogni tipo di impianto da FER (Fonte di Energia Rinnovabile) indipendentemente dalla sua potenza, grandezza e tipologia, che non sia immediatamente dimensionato e vocato all’autoproduzione e autoconsumo in loco dell’energia prodotta da parte degli stessi utenti proprietari dell’impianto!
Se da un lato si chiede l’intervento di taglio totale degli impianti per la produzione industriale, volta cioè alla vendita dell’energia rinnovabile prodotta (corrente elettrica, idrogeno, ecc.), dall’ altro si chiede una politica nuova e di rinnovato e forte incentivo per la diffusione dei piccoli impianti solari-fotovoltaici sui tetti di tutti gli edifici di epoca recente, superfici-tetto queste estesissime, inutilizzate, sterili dal punto di vista agricolo, e biologicamente morte, dai condomini, ai tetti delle abitazioni unifamiliari recenti, ai tetti degli edifici scolastici, alle caserme, alle palestre, ai palazzetti dello sport, agli stadi, ai capannoni industriali, alle tettoie di parcheggi e stazioni d’ogni tipo, ecc.
Si chiede così al Governo Italiano di favorire, al posto dell’oligarchico furto dell’energia pulita di tutti, da parte di gruppi multinazionali, la democratica produzione dell’energia con la micro-generazione diffusa con piccoli impianti solari-fotovoltaici ubicati sui tetti, di basso o nullo impatto ambientale pertanto, per l’autoproduzione ed autoconsumo, con piccolo interscambio dell’energia, tramite impianti di proprietà dei piccoli stessi utenti dell’energia prodotta, quali cittadini, famiglie, enti pubblici, aziende; impianti finanziati in toto o in parte a fondo perduto dallo Stato, (come ben potrebbe tagliando gli impianti industriali), o ben incentivati, per una democraticizzazione virtuosa dell’energia pulita, con vantaggi economici diretti per gli utenti finali e per l’intero indotto, svincolato da logiche speculative ed accentranti mono-polistiche!
Per il caso Puglia, chiediamo al Governo un’attenzione speciale ed un intervento urgente, con un’azione di commissariamento se necessario, per risolvere il catastrofico problema “ambiente-paesaggio” venutosi a creare, dalle ricadute economiche gravissime per le vere economie diffuse e virtuose dei territori colpiti.
Si richiede un nuovo Piano Marshall d’intervento, per la ricostruzione del paesaggio pugliese, nella direzione della sua bonifica! Vi è una necessità nazionale, di fronte alla calamità politico-degenerativa che ha colpito la Puglia, strumentalizzando e calpestando al contempo l’ecologia, del varo-imposizione della Moratoria con blocco di tutti gli impianti realizzati in aree agricole, o in via di realizzazione, accertamento delle loro irregolarità e degli abusi commessi, e loro conseguentemente smantellamento, con bonifica dei luoghi, restauro della ruralità alterata, e ripristino della fertilità, e della biodiversità dei suoli, favorendo forme di rimboschimento e rinaturalizzazione con piante e specie autoctone a favore vera del clima, del territorio, della salubrità e dell’economia vera dei pugliesi. La stagione di punta turistica si avvicina, le perdite nel vitale settore turistico, che da, (insieme a quello artigianale e a quello agro-pastorale), davvero benessere ai pugliesi, potrebbero già essere alte; serve dare un segno che la Puglia devastata oggi, (ed in progetto di essere ancor più dilaniata domani), che potranno trovare oggi i tanti turisti, non sarà quella che, a braccia aperte, li riattenderà, rinnovata e bonificate nel ripristino delle sue suggestioni rurali e storico-naturali, domani! Serve un segno da parte del Governo a favore della Puglia in questa catastrofe da falsa Green Economy, tanto grave, che qui in Puglia in questi mesi è nato e si è popolarmente diffuso un grido, che è un vero e proprio teorema sempre più confermato ovunque, teorema gridato ormai in tutt’Italia:
<<Dove si Devasta il Paesaggio, lì c’è Mafia!>>, ma nella disperazione, dalla Puglia anche deve ripartire la speranza, con l’aiuto del Governo e con l’intercessione del Presidente della Repubblica, perché l’applicazione inversa di quello stesso teorema afferma e assicura che dove si cura, bonifica e restaura il paesaggio, secondo la sua anima identitaria, naturale e storica, lì la mafia al contrario viene sconfitta, e lo Stato torna campione, torna ad essere Stato!
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Info:
Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del Cittadino
rete coordinativa d’azione apartitica di numerose associazioni, comitati e movimenti locali e non, ambientalisti, culturali e socio-assistenziali
sede c/o Tribunale Diritti del Malato – CittadinanzAttiva
c/o Ospedale di Maglie “M.Tamborino”
Via N. Ferramosca, c.a.p. 73024 Maglie (LECCE)
il contenuto della lettera sarebbe condivisibile se a monte di tutto non ci fosse stata da parte degli ultimi governi una altrettanto dissennata(per non dire altro)politica di distruzione dell’agricoltura a cui era affidata la tutela del territorio e dei valori civili e morali ad essa sottesi.
restiamo al presente e diciamo basta