16 Maggio 2024
Home IL CRIMINE ORGANIZZATO, LA SPINA DORSALE DEL NUOVO ORDINE MONDIALE

1 thought on “IL CRIMINE ORGANIZZATO, LA SPINA DORSALE DEL NUOVO ORDINE MONDIALE

  1. Abbiamo sempre creduto in un’informazione che deve essere libera e quanto più possibile veritiera.
    Abbiamo sempre creduto nell’informazione che va controcorrente e che con coraggio denuncia quello che altri preferiscono tacere.
    Purtroppo, in questo caso, ci troviamo dinanzi uno dei più classici esempi di disinformazione basata sul complottismo più esasperato.
    Una disinformazione fondata sull’opinionismo e sul sensazionalismo, piuttosto che sui fatti.
    Andiamo con ordine.
    Chi è Konstantin Gordeev?
    Di lui, sappiamo che è russo; che già in precedenza i suoi scritti venivano ripubblicati in lingua italiana previa autorizzazione della Russia Strategic Culture Foundation; che i suoi scritti sono prevalentemente contro gli USA e la NATO; che anche a volere cercare su Google, ben poco troveremo di lui.
    Un po’ come chiedere ad un oste, se il vino dell’oste accanto è buono…
    Saltiamo a piè pari le considerazioni di Gordeev sul Nuovo Ordine Mondiale, che è ben altra cosa di quella da lui descritta, per fissare la nostra attenzione al traffico di droga e alla NATO, vista quale ‘cupola’ dei narcotrafficanti.
    Purtroppo, il bravo Konstantin dimentica di dire ai suoi lettori, che anche prima dell’intervento della NATO nei Balcani, uno dei traffici maggiori ai quali erano dediti i governanti, era proprio quello degli stupefacenti.
    Tanto per citare un caso, prendiamo per esempio Milosevic

    “Droga, armi, oro: l’ impero di «Slobo»” titolava il Corriere della Sera il 31 marzo 2001
    (http://archiviostorico.corriere.it/2001/marzo/31/Droga_armi_oro_impero_Slobo_co_0_01033111175.HTML)
    Una storia, che vedeva una ragnatela di traffici, al centro dei quali c’era il figlio di Milosevic, Marko e il fratello Borislav, ex ambasciatore a Mosca. E sullo sfondo una lunga scia di delitti Droga, armi, oro: l’ impero di «Slobo» Così Milosevic ha trasformato lo Stato in una cupola affaristico-mafiosa All’ineffabile Marko, appena in età da patente, oltre alle Ferrari papà Slobodan ha intestato piano piano i monopoli statali più redditizi: sigarette, alcol, benzina e, un po’ meno ufficialmente, la droga. Qui l’ eroina si spacciava a prezzi di realizzo. «Per annebbiare i riflessi dei giovani», suggerisce il settimanale Vreme. Ma non ha stupito nessuno che in marzo si siano trovati 6 quintali di brown sugar nel caveau della polizia federale. A rifornire gli spacciatori erano i poliziotti e ad approvvigionare loro ancora Marko Milosevic.
    Ma di un traffico di droga antecedente all’intervento NATO, e gestito direttamente dalla famiglia del presidente, al buon Konstantin, non conviene parlarne. Così come non conviene parlare della Mafia Russa, che nata durante l’ Unione Sovietica, ha contatti in tutto il mondo, con un’influenza che non ha pari a livello globale, con un numero di affiliati che vanno dai 100.000 ai 500.000, a livello planetario, le cui attività sono principalmente traffico di droga e di armi, attività terroristiche, pornografia, frodi telematiche e traffico di organi.
    Ecco dunque trasformata la NATO nella cupola dei narcotrafficanti.
    Eppure, se il bravo Konstantin e coloro che tanto credito gli danno, avessero avuto l’accortezza di documentarsi un po’, si sarebbero accorti che a livello planetario il traffico di droga è dominato da una mafia, che non ha origine nei paesi della NATO, ma che in compenso si spartisce il mercato della droga con la Mafia Russa: la Mafia Cinese, ovvero le Triadi

    Un’altra mafia che opera nel campo degli stupefacenti, è la Mafia Israeliana, che per quanto poco conosciuta rispetto alle altre mafie, ha il controllo del traffico di droga e della prostituzione in molti Paesi. E’ nota per la sua spietatezza, non ci pensa due volte ad uccidere chiunque tenti di ostacolarla.
    Volete documentarvi per scoprire chi aiuta la mafia israeliana? Con grande sorpresa, anziché mafie provenienti dai paesi della NATO, scoprirete che il miglior alleato della mafia israeliana, è ancora una volta la mafia russa.
    L’unica notizia degna di questo nome, è quella – che seppur non ci scandalizza – non viene data con dovizia di particolari (evidentemente l’opinionismo è un conto, l’informazione un altro…), né dai Don Chisciotte, né da chi vuol informare per resistere, né tantomeno dal collega dell’oste, e riguarda gli interessi americani e la cosiddetta prova provata di come dietro l’intervento in Libia ci sia lo zampino della CIA.
    Il Consiglio nazionale libico, che parla per le forze ribelli che combattono il regime di Gheddafi, ha nominato un collaboratore di vecchia data della CIA per dirigere le operazioni militari. La selezione di Khalifa Hifter, un ex colonnello dell’esercito libico, è stata pubblicata dal McClatchy Newspapers e il nuovo capo militare è stato intervistato da un corrispondente di ABC News.

    L’arrivo di Hifter a Bengasi è stato riportato da Al Jazeera il 14 marzo, seguito da un ritratto lusinghiero dal giornale britannico Daily Mail il 19 marzo, che ha scritto come Hifter era da poco tornato dal suo esilio in America per dare il suo apporto tattico alla rivoluzione, dimenticando però di fare riferimento ai suoi rapporti con la CIA.

    L’uomo, un ex comandante del regime di Gheddafi – fino a una disastrosa avventura militare in Ciad alla fine del 1980 – ha trascorso gran parte della ultimi 20 anni negli Stati Uniti, dove ha vissuto fino a due settimane fa, quando è tornato in Libia per prendere il comando a Bengasi.

    Per chi sa leggere tra le righe, il profilo di Hifter contiene un’indicazione subdola sul suo ruolo, che si riconduce direttamente alla CIA. Hifter ha effettivamente vissuto a circa cinque miglia dal quartier generale della CIA a Langley, per due decenni e il Washington Post già il 26 Mar 1996 nel descrivere una ribellione armata contro Gheddafi in Libia, utilizza una variante ortografia del suo nome. L’articolo cita testimoni della ribellione che segnalano che “il suo leader è il Col. Khalifa Haftar, comandante di un gruppo anti Gheddafi, con sede negli Stati Uniti chiamato Libica National Army “.

    Un libro del 2001, Africaines manipolazioni, pubblicato da Le Monde diplomatique, riconduce il rapporto con la CIA ancora più indietro nel tempo, al 1987, riferendo che Hifter, colonnello dell’esercito di Gheddafi, è stato catturato durante combattimenti in Ciad. Avrebbe organizzato la sua milizia, che operava in Ciad fino a che Habré è stato rovesciato da un rivale supportato dai francesi, Idriss Déby, nel 1990.

    Secondo questo libro, “la forza di Haftar, creata e finanziata dalla CIA, in Ciad, sarebbe sparita nel nulla con l’aiuto della CIA poco dopo che il governo è stato rovesciato da Idriss Déby.” Il libro cita anche un rapporto del Congressional Research Service del 19 DICEMBRE 1996 , dal quale risulta che il governo degli Stati Uniti forniva aiuti finanziari e militari al LNSF (Libyan National Salvation Front, il fronte anti Gheddafi) e che un numero di membri LNSF sono stati trasferiti negli Stati Uniti.

    Ma di questo, una controinformazione poco attenta, non si è neppure accorta, preferendo rivolgersi alle opinioni di un russo, forse poco disinteressato…

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