Agrigento – Macerie sparse ovunque, case sventrate, cavi della luce che pendono da pareti in parte crollate. È il primo febbraio 2011.
Il quartiere che si trova alle spalle di piazza Ravanusella e a sud della via Atenea, si presenta come quello di una città appena devastata da un terremoto.
Vigili del fuoco, protezione civile e forze dell‘ordine, danno seguito all‘Ordinanza Sindacale di sgombero immediato, firmata dal sindaco di Agrigento il giorno prima, 31 gennaio 2011.
L’area interessata dallo sgombero immediato per esigenze di natura igienico-sanitaria e di sicurezza statica, riguarda le vie Boccerie, Cannameli, Gallo, Caruana e Vallicaldi.
Non c’è tempo. Bisogna intervenire subito.
“Si rende necessario a tutela della pubblica e privata incolumità – si legge nella proposta di Ordinanza Sindacale firmata dal Responsabile del Servizio III – Settore VIII -, l’immediato sgombero degli immobili ricadenti nell’allegata planimetria e ricompresi nelle vie di cui all’oggetto (su indicate ndr), riservandosi la notifica della presente proposta di Ordinanza alla fase post sgombero e una volta accertate le generalità degli occupanti gli immobili”.
Il sindaco firma. L’ordinanza è immediatamente esecutiva. Non c’è tempo da perdere. Prima si fanno sgomberare gli abitanti, poi si procederà a notificargli l’ordinanza.
Trascorre più di un mese. Qualcuno degli abitanti resta fuori dalla propria casa, ma tutto il resto rimane immutato. Muri pericolanti, case sventrate, cavi della luce che pendono dalle pareti, sono ancora lì, come il primo giorno dopo i crolli, dopo l’evacuazione.
Persino i muretti e le barriere messe affinchè non si potesse passare accanto agli edifici pericolanti, sono state rimosse da mani ignote.
Si può passare accanto alle case sventrate, a pareti che da un momento all’altro rischiano di crollare, di uccidere qualcuno.
Nessuno si è preoccupato di circoscrivere nuovamente l’area a rischio di crolli. Pare che sia stata però presentata una denuncia contro ignoti, per coloro i quali (per l’appunto ignoti…) hanno rimosso le transenne.
Basterà ad evitare la tragedia? Evidentemente a parere di chi svolge l’attività di prevenzione, questo dovrebbe essere sufficiente. Sul morto, oltre le macerie, metteremo un po’ di carte: ordinanze, denuncie e quanto altro.
Sul il profilo igienico-sanitario menzionato nell’ordinanza, va detto proprio all’interno dell’area circoscritta e in prossimità di un edificio pericolante da demolire, è nata una piccola discarica nel cuore della città che nessuno sembra voler vedere.
Forse anche in questo caso, ad eliminare i miasmi ed impedire eventuali problemi di carattere igienico-sanitario, basterà qualche altro foglio di carta. Una bella denuncia e siamo a posto.
Trascorso più di un mese, un altro foglio di carta si aggiunge ai precedenti. È l’Ordinanza Sindacale del 08/03/2011 (v. Foto), che impone la demolizione dell’edificio sito tra la via Vallicaldi e la via Cannameli, completamente sventrato sul lato sud (v. foto), ‘impreziosito’ da cumuli di rifiuti sul lato ovest, mentre a nord, accanto una parete che ormai regge sul nulla, continuano a passare auto (v. foto) e pedoni.
Come si può leggere dall’Ordinanza, i proprietari dell’immobile hanno 120 giorni di tempo per ricorrere contro il provvedimento.
Un’emergenza che ha impedito di notificare l’ordinanza di sgombro agli occupanti degli alloggi, ma che ha consentito che passasse oltre un mese di tempo prima che venisse emessa un’ordinanza di demolizione per un edificio pericolante, verso la quale ordinanza, i proprietari hanno ancora 120 gg di tempo per presentare ricorso…
Tempi un po’ lunghi, vista l’ “emergenza”… E, in questo caso, di emergenza si tratta veramente.
O l’emergenza era solo quella degli sgomberi?
Nelle more, in attesa della demolizione, automobili e passanti continueranno a transitare accanto a pareti di un edificio sventrato che rischiano di crollare da un momento all’altro.
Basterà ‘Santa Denuncia’ (che ci dicono è già stata presentata nei confronti di ignoti) a “tutelare la pubblica e privata incolumità” (così come recita la proposta d’ordinanza)?
Gian J. Morici