Tratto da http://piemonte.indymedia.org/article/11816
Quando l’ENI studiava un gasdotto dall’Iran (e dal Qatar).
Chissenefrega se il dittatore Gheddafi è andato fuori di cotenna e il gasdotto Greenstream è all’asciutto. Per il gas l’Eni può contare su una riserva strategica: il Qatar.
Transarabian Gas Pipeline. E’ l’asso nella manica dell’ENI. In barba ai capricci di Gheddafi ed alla faccia del gas russo di Gazprom.
Pochi lo sanno ma il Qatar ha i giacimenti di gas più importanti del pianeta. Nonché risorse petrolifere immense. Già nel lontano 1992 intuì l’importanza strategica di s’tenorme provvista l’allora Presidente dell’ENI (buon’anima) Gabriele Cagliari. A ridosso del turbolento periodo della Guerra del Golfo in Iraq Cagliari fece convocare appositamente all’ENI una riunione del cda dove venne discusso il “Progetto Gas Qatar Transarabian Gas Pipeline” (trovate pdf del dossier e la documentazione in allegato).
Con grandi fornitori di gas e greggio come l’Egitto, l’Algeria, la Libia, la Russia perché diversificare proprio con il Qatar? Le ragioni allora forse potevano apparire incomprensibili, oggi invece, alla luce della conclamata crisi nelle aree del mediterraneo ben s’intuisce la lungimiranza degli uomini ENI.
La riunione venne preceduta da una fitta serie di corrispondenze. Pio Pigorini (all’epoca Presidente Snam) il 4 settembre 1992 invia a Gabriele Cagliari e all’A.D. dell’ENI Franco Bernabè alcuni note su un’ipotesi di joint venture con Qatar General Petroleum Corporation e con il Gruppo Hunt. Gli ingegneri della Snam abbozzano un’analisi geopolitico/strategica sul progetto NLG Qatar.
Scrivendo:
“… la scelta del Qatar da parte di Snam, come paese approvvigionatore di gas per il sistema Italia, obbedisce a criteri di diversificazione di carattere geografico e di rischio paese, nonché all’esigenza di entrare in tempo in un business strategico, che può essere considerato in alternativa e/o integrazione al trasporto via pipelines. Il North Field è il giacimento gas offshore più importante al mondo per riserve accertate, ed è già in produzione per soddisfare le esigenze locali qatarine. Per la stessa facilità di accesso ad un campo gas in grado di rifornire diversi mercati in breve tempo, dal Far East all’Europa, si è assistito negli ultimi tempi ad un interesse crescente delle società petrolifere internazionali (vedi recente entrata della Mobil) ad assicurarsene lo sfruttamento e la valorizzazione. L’area del Golfo (attualmente Abu Dhabi e nel prossimo futuro Qatar) già rifornisce il Giappone, il maggior importatore al mondo di LNG, di notevoli quantitativi di gas liquefatto. Il fattore ‘rischio’ del Qatar va comunque valutato nel contesto geopolitica dell’area del Golfo, considerando però l’intensificarsi della presenza di società petrolifere internazionali nello stesso Emirato e i rilevanti interessi americani ed europei, concentrati in un paese come l’Arabia Saudita, che costituisce dopo la guerra del Golfo, la chiave di volta della stabilità dell’intera area. Per Snam un approvvigionamento alternativo di gas nell’area del Golfo dall’Iran è di difficile realizzazione almeno nei tempi previsti di copertura del suo fabbisogno. Ci sono state in proposito trattative preliminari tra Snam e Iran per un’ipotesi di forniture gas via pipeline attraverso Turchia ed Europa, ma la stessa Turchia sta studiando ipotesi alternative di approvvigionamento gas (Turkmenistan). D’altronde gli studi di prefattibilità effettuati hanno dimostrato che i costi di una gasdotto dall’Iran sarebbero eccessivi. A parte ciò non vanno sottaciute le difficoltà di carattere politico dovute all’attraversamento del pipeline nei vari paesi coinvolti. Non si prevedono problemi di instabilità del Qatar, a meno di rivolgimenti causati da fattori esterni nell’area del Golfo. Il Qatar è provvisto di una classe dirigente abbastanza omogenea (sia pure con continui conflitti interni nella famiglia del Ruler), ma è anche uno dei più piccoli Emirati del Golfo, con scarso peso politico nell’area, condizionato dai suoi potenti vicini, Arabia Saudita e Iran. I recenti incidenti ai confini tra Arabia Saudita e Qatar, le vertenze tra Qatar e Bahrein per il possesso di un’isola del Golfo da entrambi rivendicata, l’avvenuta annessione di fatto da parte dell’Iran dell’Isola di Abu Musa a danno degli Emirati, sono fatti ed episodi che rimandano a motivi di endemica instabilità dell’area del Golfo, e che comunque ripropongono il ruolo centrale saudita nei rapporti politici tra i paesi dell’area. Vanno considerati con attenzione i rapporti tra Qatar e Iran. Il North Field sta per essere sfruttato dagli iraniani nella parte che giace nelle loro acque territoriali, denominata South Pars….”.
Peccato che tutto sto gas se lo siano beccati poi Total, Mobil ed Esso.
Eni ciccia.