Eh sì, se dovessimo vedere come stanno le cose e volendo essere ottimisti nel dichiarare il bicchiere mezzo pieno, potremmo affermare che il presidente della commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana, Lillo Speziale, un occhio lo ha.
L’on. Lillo Speziale, parlamentare Pd all’Ars e presidente della Commissione regionale antimafia, ha infatti presentato nei giorni scorsi un Disegno di Legge in cui si dettano “Norme in materia di incarichi e nomine pubbliche”
Obiettivo, aumentare l’eticità della Pubblica Amministrazione.
Un ddl che contiene norme ostative per la nomina di assessore, di incarichi di qualunque genere, comprese le consulenze, presso l’amministrazione regionale, provinciale o comunale, presso gli enti comunque denominati sottoposti a tutela, vigilanza e controllo delle stesse amministrazioni e presso le aziende sanitarie, ma anche di decadenza dai suddetti incarichi, a partire dal momento in cui viene emesso il decreto di rinvio a giudizio per reati giudicati particolarmente gravi.
Reati che vanno oltre a quelli di tipo mafioso, comprendendo anche quelli contro la pubblica amministrazione.
Un bel repulisti dunque di assessori, consiglieri, direttori di enti pubblici, consulenti e componenti di cda.
Una rivoluzione etico-politica degna di essere ricordata negli annali della storia per essere tramandata ai posteri.
Per raggiungere il meraviglioso risultato, la Regione stipulerebbe un protocollo di intesa con il Ministero della Giustizia e con il Ministero dell’Interno, finalizzato alla ricezione delle informazioni necessarie all’attuazione degli articoli della legge.
Proprio così. La possibilità di mandare a casa tutti quegli amministratori rinviati a giudizio per reati gravi.
E mentre qualcuno si meraviglia che il Ministero della Giustizia e quello dell’Interno stipulino un protocollo d’intesa per cacciare a pedate nel sedere qualche assessore o consigliere non appena sia rinviato a giudizio, nonostante mantengano al governo nazionale il fior fiore dei condannati anche per fatti di mafia (altro che rinvio a giudizio), qualcun altro, svela l’arcano.
Basta infatti rileggere con attenzione il ddl, per accorgersi come a rischio decadenza non ci sia la figura più importante dell’Assemblea regionale: il Presidente!
Tutti a casa dunque, tranne chi siede sullo scranno più alto. Ancora una volta, Berlusconi docet!
Se è vero che chi mangia fa molliche, chi governa si fa le leggi. E se le fa per sé. Del resto, chi fa da sé fa per tre e dunque se anche rinviati a giudizio per mafia, potrebbero pur sempre continuare a governare.
Che la prossima mossa sia quella che anche in caso di condanna definitiva si possa rimanere al proprio posto (fuori dalle patrie galere) purchè si stia governando qualcosa (la nazione, la regione, una provincia o un comune)?
Se così dovesse essere, stiamo seriamente correndo il rischio di ritrovarci ad essere governati da presidenti e sindaci a vita.
Se era già difficile far scollare loro il fondoschiena dalla poltrona, immaginiamoci adesso.
Resta comunque il fatto che etica e legalità, tra un ddl e l’altro, fan capolino e qualcuno finiscono sempre per colpirlo, e “in un mondo d’orbi beato chi ha un occhio”…
Vale anche se si tratta di un occhio di riguardo?
Gian J. Morici