“I primi a doversi vergognare del modo spregiudicato in cui tale Giuseppe Arnone di Agrigento sta conducendo quella che lui definisce la battaglia di pulizia all’interno del Partito democratico dovrebbero essere il senatore Benedetto Adragna e il deputato regionale Giovanni Panepinto che invece mettono benzina sul fuoco. Personaggi che nella migliore delle ipotesi appaiono come i “garanti” di Arnone.”
Dopo tre giorni di comunicati roventi da parte di Arnone contro i dirigenti del PD all’Arnone poco graditi, è Giuffrida a rispondere per le rime al consigliere comunale di Agrigento, non esitando a tirare in ballo Adragna e Panepinto.
“Forse hanno paura di finire nel tritacarne mediatico pilotato dal personaggio, già pregiudicato per diffamazione e sottoposto a un miriade di processi – si legge nel comunicato di Giuffrida – Il senatore Adragna potrebbe magari temere che venga fuori qualche sua immagine di campagna elettorale mentre insieme al suo capo corrente di Cattolica Eraclea interloquisce e stringe mani a parenti stretti di boss o cognomi pesanti della mafia locale, che hanno sostenuto la sua corrente alle elezioni del 2002 e alle primarie del 2009. L’onorevole Panepinto, tra i pochi che ha avuto il coraggio in passato di difendere in varie occasioni pubbliche i “compagni” Calogero Gueli, Antonio Scrimali, Giuseppe Sinaguglia per le loro vicende giudiziarie e che ora si trova fianco a fianco con Arnone, potrebbe temere per esempio che i volantini anonimi che ogni tanto spuntano a Bivona possano essere letti su Teleacras secondo la migliore tradizione televisiva agrigentina firmata Arnone-Miccichè. E questa è un’altra storia. Giovanni Panepinto potrebbe anche temere tante altre cose, vere o presunte. Di vere ci sono sicuramente quelle foto che lo immortalano a comiziare nella campagna elettorale del 2007 sul camion dei fratelli Panepinto di Bivona mentre erano indagati per mafia, quelli ora condannati associazione mafiosa che festeggiavano la vittoria delle sinistre mentre mettevano le mani in quasi tutti gli appalti della Bassa Quisquina con i metodi dell’assoggettamento e dell’intimidazione mafiosa. Si potrebbe continuare con notizie vere o illazioni, ricostruzioni forzate, fantasiose o false, sui capi del Pd o suoi loro fedelissimi veri o presunti, questa è la scuola di Arnone: fango su fango qualcosa resterà. Vero “terrorismo” mediatico-politico di cui si starebbero servendo senza batter ciglio Adragna e Panepinto per riuscire a fare quello in cui non sono mai riusciti con la forza del consenso: battere Capodicasa verso cui nutro stima ma, diversamente da quanto sostiene Arnone, ma non sono il suo segretario particolare. Ma questa non è politica. Infine, a proposito delle affermazioni di Arnone secondo cui Giuseppe Giuffrida “é imputato di gravi reati contro la pubblica amministrazione, reati finalizzati anche a favorire esponenti di Cosa Nostra locale” faccio sapere che non sono accusato e non ho mai favorito interessi di Cosa nostra dalla quale ho semmai solo ricevuto intimidazioni e minacce io e anche i miei familiari, come emerso da varie indagini antimafia. Mi ritengo in questa ed altre circostanze vittima delle aggressioni mediatiche portate avanti da Giuseppe Arnone con notizie e ricostruzioni faziose, forzate e spesso false, comportamento che ritengo non aiuti a chiarire le vicende interne al Pd agrigentino e che credo continui a danneggiare l’immagine del partito stesso”.
Una nota che certamente non mancherà di scaldare ancor più gli animi nel Pd agrigentino e per la quale tutti i protagonisti non hanno che da ringraziare il metodo della “politica/non politica”.
Giuffrida fa inoltre presente come intende far valere nelle apposite sedi i propri diritti.
2 thoughts on “Giuffrida: “I primi a doversi vergognare del metodo Arnone sono Adragna e Panepinto””
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Siamo alle comiche finali,in un grande circo i pagliacci si fanno vedere,fanno le gag e sorridono “dietro il presentatore” è solo alla “fine” che li senti parlare con il loro piccolo pezzo di carta in mano,scritto a penna a mò di copione e con una flebile lucina ad illuminarli in un ambiente buio! e con tono solenne e melodioso (tradito solo dal trucco ancora visibile anche dopo essersi frettolosamente lavati la faccia) recitano la loro parte, avendo cura di leggere il copione durante la recitazione!
alemao non ti capisco parla chiaro