Si è tenuta stamattina la conferenza stampa (v. foto di Toti Cinque) indetta dal sindaco di Agrigento Marco Zambuto, per spiegare le ragioni per le quali il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Agrigento e altri enti ed associazioni, bloccando la costruzione del rigassificatore a Porto Empedocle.
Presenti alla conferenza stampa gli avvocati Faro, Ciancimino e Camilleri, che hanno rappresentato in giudizio i ricorrenti.
Interventi – quelli del sindaco e degli avvocati – che hanno permesso ai presenti di comprendere bene le motivazioni alla base della sentenza.
In particolar modo, l’avvocato Faro ha illustrato gli aspetti tenuti in considerazione dal Tar del Lazio, rimarcando come si sia trattato di una grande vittoria, considerato il fatto che alla vicenda erano interessati “poteri forti” che erano finanche riusciti a far cambiare la legge, di modo che la competenza passasse dal Tar della Regione Sicilia a quello del Lazio.
I Giudici del Tribunale Amministrativo, hanno comunque agito in maniera consequenziale a quello che erano gli atti prodotti, senza evidentemente tener conto dei “poteri forti” citati dal legale che ha rappresentato in giudizio il Comune di Agrigento, tanto da indurre il legale ad affermare che “fortunatamente oltre che a Berlino, c’è un giudice anche a Roma…”
Alle domande rivolte dai cronisti in merito all‘appartenenza allo stesso partito dei sindaci delle due città interessate alla realizzazione dell‘opera industriale e che in merito la stessa hanno assunto posizioni diametralmente opposte, il sindaco Zambuto ha precisato che la situazione politica non comprometterà la battaglia in favore del territorio che l‘Amministrazione ha sempre portato avanti.
Né potrà essere l‘amicizia con Firetto o l‘appartenenza allo stesso partito, a far retrocedere il Comune di Agrigento da eventuali iniziative che potrebbero ancora rendersi necessarie.
Ieri, Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, aveva criticato Zambuto, affermando che grazie a sindaci come lui la Sicilia non avrebbe potuto sperare in uno sviluppo economico.
Oggi non è mancata la risposta del sindaco di Agrigento al presidente degli industriali, al quale ha fatto presente che nella stessa maniera in cui Confindustria in questi anni si è battuta in favore della trasparenza e della legalità, altrettanto ha fatto il Comune di Agrigento che esce vittorioso dall’aula giudiziaria nella quale è stata accertata illiceità dell’esclusione del comune nel corso dell’iter procedurale amministrativo, che ha portato al rilascio di autorizzazioni illegittime.
Poco edificante invece lo scontro avvenuto nel corso della conferenza stampa, a causa delle solite passerelle per l’accaparramento dei meriti.
Mentre molti rappresentanti delle associazioni che si sono spese in difesa del territorio e che hanno anche partecipato ai ricorsi al Tar, ascoltavano quanto avessero da dire il primo cittadino e gli avvocati, altri soggetti, purtroppo ben noti ai telespettatori di emittenti locali, hanno dato luogo ad una farsa della quale in tanti avrebbero fatto volentieri a meno.
Strepiti, urla e persino occhi lucidi, pur di potersi intestare un risultato che appartiene a tutti coloro che si sono attivati per far sì che non venissero calpestati i diritti della comunità agrigentina.
Una scena che poteva essere evitata, tanto più, che come sempre ai soggetti in questione era stato garantito ampio spazio televisivo.
Anziché lacrime di gioia, le uniche lacrimucce che si son viste al Collegio dei Filippini, sono state quelle di stizza di chi non voleva condividere il ruolo da prima donna con nessun altro.
È già stato comunque un miracolo che si sia permesso al sindaco Zambuto e agli avvocati di poter dire: c’eravamo anche noi…
Gian J. Morici