Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da due eventi che hanno sconvolto le nostre giornate: la scomparsa di Sarah Scazzi, poi trovata uccisa a 15 anni, ad Avetrana in provincia di Taranto, e da ultimo la scomparsa di Yara Gambirasio, avvenuta a Brembate di Sopra in provincia di Bergamo che ancora oggi ci fa stare in ansia.
Noi italiani, da alcuni mesi ci dilettiamo a fare gli investigatori e spesso spinti dalle serie televisive trhiller o dai grandi gialli discettiamo con competenza su autopsie, dna, intercettazioni e indagini in genere.
Però nel caso di Sarah Scazzi, seppur carente di conoscenza, ritengo che alcuni errori siano stati compiuti dagli organi inquirenti, partendo innanzitutto dalla violazione del segreto istruttorio che in nome del diritto di cronaca ha consentito che verbali, intercettazioni, tabulati finissero in pasto ai mass media provocando un indubbio danno alle indagini stesse.
Ma anche l’incertezza della autopsia, le intercettazioni disposte soltanto nel mese di settembre, la particolare autorizzazione concessa dalla procura alla moglie e alla figlia di Misseri di visitare il Sig. Michele e Sabrina e tanti altri aspetti ancora, come ad esempio il mancato ritrovamento dell’arma del delitto o l’isolamento del garage ove sarebbe avvenuto il delitto effettuato dopo alcuni giorni dalla confessione del Misseri.
Oggi le nostre giornate sono segnate da un altro evento che preoccupa la nostra quotidianità: la vicenda della piccola Yara e la speranza che essa non abbia lo stesso epilogo della vicenda Sara.
La vita della giovanissima Yara è una vita normale, una esperienza umana come tante altre, la scuola, le gite di classe, l’amore per Laura Pausini e per Johnny Depp, la palestra dove si dedica alla sua passione che è la ginnastica artistica.
Una vita normale, la stessa vita dei nostri figli che ha il nome di Yara ma che può chiamarsi Giovanna, Marco, Alessandra, Giuseppe ecc. ecc..
Da venerdì 26 novembre il caso Yara non è più quello di una bimba comune che svolge una normale vita, ma è quello di una ragazza scomparsa.
Spesso quando avvengono fatti gravi (un incidente, la morte per una malattia particolare) la nostra mente ci porta a respingere le preoccupazioni perché si pensa che quei fatti riguardano sempre gli altri e non noi.
Da un pò di tempo invece la paura ha preso il sopravvento, ciò che prima pensavamo non dovesse mai accadere a noi ci terrorizza e ci fa passare notti insonni.
Quando lasciamo i nostri figli all’asilo, a scuola, o se un po’ più grandicelli, escono da casa e vanno da soli in palestra, così come avvenuto a Yara, la domanda che ci assale è: saranno al sicuro?
E allora vorremo diventare delle mosce per poter volare nel luogo in cui si trovano e controllarli o meglio ancora angeli custodi invisibili per seguire le loro giornate.
Il nostro mondo è fatto di adulti che spesso non hanno, nella frenesia delle proprie giornate, il tempo da dedicare ai più piccoli, ma è anche un mondo in cui i piccoli vengono abusati, maltrattati, molestati, violentati, sottratti.
E allora la domanda che sempre più frequentemente ci poniamo: come proteggere i nostri figli?
La prima risposta che mi sovviene non può che essere una autocritica. Dobbiamo ritrovare il gusto di essere genitori.
Spesso siamo presi dalla quotidianità, dagli impegni professionali e di lavoro, talvolta anche dagli svaghi che il consumismo ci offre e dimentichiamo l’impegno più importante che abbiamo assunto: quello di seguire i nostri figli.
Dobbiamo, anzi, abbiamo tutti quanti il dovere di ritrovare il nostro ruolo di genitori e riporlo al primo posto dei nostri impegni quotidiani.
Abbiamo il dovere di seguire quotidianamente i nostri figli, imparando ad ascoltare i loro silenzi, il linguaggio del loro corpo, se esprime felicità, dolore, tristezza, imparare ad ascoltarli in silenzio, mostrando di essere interessati a ciò che ci raccontano, o meglio ancora a incoraggiarli facendo domande per approfondire le loro storie e comprendere le loro sensazioni anche se questo significa interrompere quello che stiamo facendo, guardando negli occhi il nostro bimbo affinché egli si senta importante ma soprattutto protetto.
Abbiamo il diritto ma anche il dovere di sapere cosa fanno i nostri figli durante la giornata e quindi sapere chi frequentano, chi sono i loro amici e quali luoghi frequentano.
Dobbiamo vigilare su chi è la persona che dedica particolare attenzioni ai nostri figli cercando di comprendere le loro sensazioni e capire se vi è qualche persona in particolare con cui non vogliono andare, o peggio che la sola vista li infastidisce perché ciò può essere un segnale che qualcosa non va e allora dobbiamo tirar fuori le nostre capacità investigative e scoprire il perché.
Dobbiamo farci coinvolgere nelle attività dei nostri figli poiché così abbiamo la possibilità diretta di comprendere l’atteggiamento che gli adulti che frequentano assumono nei loro confronti.
Sfruttiamo le uscite con i nostri figli per spiegare loro i pericoli e soprattutto come far fronte ad essi. Non basta dir loro stai attento agli sconosciuti o stai lontano dalle persone che non conosci anche perché, talvolta, chi fa del male ai nostri figli non è un estraneo bensì una persona che si conosce o nei casi più drammatici, una persona di famiglia o che frequenta la nostra casa.
Come far fronte a tutto ciò? La sicurezza dei nostri figli si basa soprattutto sul dialogo, creare un clima in cui i nostri figli si sentano a loro agio nel parlare dei problemi, anche delicati, anche di quegli argomenti che spesso nelle nostre famiglie sono tabù. Dobbiamo aiutarli a crescere e non permettere che prendano cognizione della vita dalle esperienze della strada e comunque della vita esterna al nucleo familiare perché posso avere la fortuna di trovare un buon maestro ma anche la sfortuna di imbattersi in qualcosa di diverso.
Un messaggio semplice, calmo e rassicurante sulle esperienze di vita da cui bisogna stare attenti diventa più semplice da capire per i nostri figli e ci permette di scoprire e conoscere le loro esperienze quotidiane, se qualcuno li ha avvicinati, li ha spaventati, li ha confusi.
Non possiamo negarlo: la nostra preoccupazione più grande di questi tempi sono i crimini che vengono commessi contro i bambini o i ragazzi e i fatti di cronaca ci fanno stare ancor più male.
Abbiamo un’unica soluzione, a parte la preghiera, stare vicini ai nostri figli. Non è facile sapere sempre cosa fanno, e più crescono più tale conoscenza diventa difficile, ma se insegneremo loro ad avere un rapporto anche di amicizia oltre che di rispetto e allora avremmo trasmesso loro fiducia e conseguentemente attraverso il dialogo avremo la possibilità di garantirgli maggiore sicurezza.
Un mondo, che soprattutto nel periodo della fanciullezza dei nostri figli, dobbiamo controllare è quello di internet che è certamente il più grande ritrovato dei tempi moderni ma che in esso si insinuano anche enormi pericoli primo tra tutti le chat, facebook, siti porno, e-mail ecc., ma anche le messaggerie dei cellulari.
Proprio da internet però provengono alcuni prodotti che permettono di tener d’occhio i nostri figli. Si tratta di oggetti hi-tech e servizi web come l’orologio da polso per bambini che grazie a un dispositivo satellitare integrato permette ad un genitore di individuare, su una pagina web, l’esatta posizione del proprio figlio, o il trovabimbi.
Addirittura esiste la Gtx shoe che è una scarpa da ginnastica che nasconde nella suola un’antenna gps che indica in tempo reale la posizione di chi la indossa.
Ma attenzione il confine tra l’essere protettivi e spiare è molto sottile e spesso tali prodotti di cui la vendita è legale se non utilizzati secondo le regole, diventano illegali.
Il minorenne che viene controllato con uno di tali strumenti deve essere informato perché altrimenti, potrebbe, teoricamente, anche rivolgersi al tribunale per i minorenni.
Il concetto è che il diritto di tutela dei genitori deve essere funzionale ad una crescita e ad uno sviluppo delle sue capacità e non divenire uno strumento di oppressione.
So cari lettori a cosa state pensando! E’ difficile il ruolo di genitore, lo è ancor di più ai nostri tempi e forse lo sarà sempre di più per i nostri figli. Ma è indubbiamente il più bel lavoro esistente.
Ricordiamoci sempre che ascoltare i nostri figli sia nelle loro piccole cose che in quelle grandi, è un gran bel regalo che facciamo a loro ma soprattutto che facciamo a noi stessi.
Cordialmente
Avv. Giuseppe Aiello
aielloavvgiuseppe@libero.it
cell. 3389622713
2 thoughts on “L’OPINIONE DELL’AVVOCATO – PROTEGGIAMO I NOSTRI FIGLI”
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Vivo in Germania da tredici anni, ma seguo sempre le notizie tramite la televisione italiana ed internet. Purtroppo anche qua succedono queste
disgrazie. Sono mamma di due bambini, un maschio di 11 anni ed una bambina di
8. Se devo essere sincera posso dire di essere terrorizzata solo al pensiero
che possa succedere qualcosa di simile anche a me ed ai miei figli.
Mi chiedo sempre cosa potrei fare per proteggerli da tutta questa cattiveria
che puo` uscire fuori dalle persone, anche da quelle che noi pensiamo ci vogliono bene. E`incredibile quello che sta` succedendo in questo mondo,
avere dei figli e`una cosa meravigliosa ma fare i genitori oggi non e`assolutamente facile, forse non lo e` mai stato ma negli ultimi anni
stanno accadendo veramente tante cose brutte a questi poveri bambini e non posso
pensare al dolore enorme ed indescrivibile dei genitori. Ogni giorno cerco di seguire al meglio i miei figli, e mi domando sempre se e`sufficente quello che
faccio per loro. Adesso mi auguro solo che si possa trovare la piccola Yara
viva, e possa di nuovo avere il calore dell`abbraccio della sua mamma e del
suo papa`.
gentile sig.ra Lara il suo è un timore che accomuna tutti noi genitori.
l’unica cosa che possiamo fare è stare vicino ai nostri figli, parlare con loro, creare con loro un rapporto di amicizia oltre che di genitori e figli in modo tale da infondere in loro fiducia e senso di protezione al fine di farci raccontare tutta la loro giornata e capire se c’è qualcosa che non va in modo da prevenirla.
Oltre questo non ci resta che pregare che non gli succeda nulla di male.
cordialmente
avv. Giuseppe Aiello