Grandangolo – il giornale di Agrigento – diretto da Franco Castaldo – pubblica, in esclusiva, nel numero 50 in edicola oggi, clamorose rivelazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Di Gati che affrontando davanti ai giudici della Direzione distrettuale antimafia di Palermo il tema mafia e politica spiega come Cosa Nostra abbia “puntato” sul Movimento per l’autonomia del presidente della Regione, Raffaele Lombardo scegliendo di non puntare più sull’Udc, dopo i guai giudiziari patiti negli anni scorsi dal partito che è stato di Totò Cuffaro. Spiega Di Gati: “L’interesse di Cosa Nostra rispetto a questo partito è per avere maggiori finanziamenti pubblici per la Sicilia e per favori per Cosa Nostra”. Di Gati ragiona sempre di mafia e politica e spiega che avrebbe voluto far assumere all’Asl di Agrigento la propria moglie contando sull’aiuto di un alto dirigente della struttura sanitaria agrigentina. Poi, un affondo su Armando Savarino, ex dirigente amministrativo dell’Usl e attuale sindaco di Ravanusa e sulla figlia Giusy, già deputato regionale dell’Udc. A pagina 1 di Grandangolo viene raccontata nel dettaglio tutta la vicenda.Altro tema di rilievo: la scomparsa del giovane favarese Diego Ferraro, sparito nel nulla tredici anni fa e di cui non si è saputo più nulla nonostante reiterati appelli dei familiari e persino l’intervento della trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”. Per Di Gati il giovane sarebbe stato vittima della lupara bianca nel contesto di vicende legate allo spaccio di sostanze stupefacenti. Ed ancora: La doppia cassa di Maurizio Di Gati, una lecita e l’altra no foraggiata da lavoro onesto e dal racket del pizzo; l’esigenza di stipulare due polizze sulla vita per garantire, in caso di morte, i familiari. Inoltre: la mafia mise le mani sull’autodromo della Valle dei Templi e tentava di aggiustare i processi rivolgendosi alla massoneria; il boss Leo Sutera voleva uccidere esponenti delle forze dell’ordine; l’ex barbiere di Racalmuto veramente autore del duplice omicidio ai danni di due grottesi, Zaffuto e Carlisi, assolto dai giudici in Corte d’Assise. L’intervistona di Diego Romeo è con il presidente dell’Unione nazionale consumatori Sicilia, Manlio Cardella. Articoli pregevoli riguardano il caso dell’Accademia di studi mediterranei “L. Gioeni” finita sotto inchiesta per aver ottenuto rimborsi in denaro facendosi pagare, secondo l’accusa, tre volte le stesse fatture. L’indagine non ha bloccato l’erogazione di contributi pubblici: 25 mila euro sono stati concessi lo scorso 5 ottobre dal Comune di Agrigento. Ed ancora: l’inchiesta in Municipio che coinvolge direttamente l’Ufficio Urbanistica e il relativo iter di concessioni di licenze edilizie con tanto di blitz avvenuto due settimane fa: è stato nuovamente interrogato il capo dell’ufficio, l’ingegnere Sebastiano Di Francesco. Infine, una notizia da leggere sorridendo: Grandangolo compie sei anni.
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