Visitare il centro storico di Agrigento, è un tuffo nel passato.
Testimonianze artistiche, antichi palazzi nobiliari, chiese medioevali, stupiscono il visitatore che s’inoltra tra i vicoli dall’antico sapore arabo del quartiere Rabbato.
Grazie a una politica inadeguata e clientelare che negli anni successivi alla frana, ha portato alla nascita di quartieri satellite come Villaseta e Monserrato, oggi il centro storico è abbandonato.
Le viuzze strette e ripide, sono punteggiate da ’macchie’ che marcano il selciato, rilasciando ’odori’ poco gradevoli.
Quando calano le tenebre, comincia per gli abitanti l’incubo di vivere in quella che fu la casbah e che oggi è l’ultimo rifugio di gente disperata, dove la notte non passa più anima viva.
I residenti, in parte anziani che abitano da soli, sono costretti a vivere barricati nelle loro case, con il timore di risvegliarsi con qualcuno che, penetrato all‘interno delle mura domestiche, li massacra di botte per togliere loro quei pochi euro che possiedono.
In via Marsala, alle spalle della via Garibaldi, non pochi sono stati di recente gli episodi di questo genere.
Un anziano svegliatosi nel cuore della notte, si è ritrovato con un energumeno che saltatogli addosso mentre il poveraccio ancora dormiva, lo ha massacrato di pugni per potergli rubare i pochi soldi che aveva.
80 euro in tutto. A nulla sono servite le grida dell‘uomo, in un quartiere dove la notte le grida che si sentono sono in una diversa lingua e le uniche cose che brillano, anziché la luce dei lampioni, sono le lame dei coltelli e i colli di bottiglia rotti.
Dalle 20 in poi, il quartiere è invivibile. La microcriminalità, cresciuta in modo esponenziale, la fa da padrona.
Furti e rapine si susseguono a un ritmo impressionante. Lungo gli stretti vicoli, è quasi impossibile imbattersi in un’auto con il lampeggiante o in un uomo con la divisa. La casbah è il regno di disperati che non si fanno scrupolo di ricorrere alla violenza per recuperare quei pochi euro che servono per ubriacarsi di birra e, se resta qualcosa, riempirsi lo stomaco l’indomani.
Un abitante del quartiere, ci racconta che fino a qualche tempo fa qualche pattuglia delle forze dell’ordine la si incontrava. Ora, con meno risorse umane ed economiche, gli agenti non riescono più a controllare le viuzze che si diramano dalla centralissima via Atenea e dalla via Garibaldi.
Il nostro interlocutore ricorda due occasioni durante le quali ha visto in via Marsala gli uomini in divisa. Una risale a prima dell’estate, quando due motociclette di servizio hanno percorso la stretta stradina, l’altra in settembre, quando due agenti hanno attraversato la casbah agrigentina.
Eventi da segnare sul calendario per poterli ricordare…
Il furto in casa che è tra i più sgradevoli, perché colpisce nell’intimità e aggredisce la sfera dei ricordi affettivi, facendo anche rischiare la violenza da parte dei malintenzionati, si trasforma nell’incubo dei pochi abitanti superstiti di un centro storico che se recuperato si trasformerebbe in una risorsa economica straordinaria, dando vita a piccoli commerci, facendo rinascere le botteghe degli artigiani e favorendo le attività volte all’accoglienza dei turisti.
Cosa si aspetta ad intervenire, magari predisponendo una maggiore vigilanza e illuminando meglio le viuzze?
La stessa cosa che si aspetta per i continui crolli che avvengono nel centro storico: che ci scappi il morto!
Solo allora, ci si accorgerà di quello che accade e solo allora si parlerà di responsabilità e di rimedi.
Già, da noi, ‘curare è meglio che prevenire’…
Gian J. Morici